WELLNESS: PAROLA INGLESE, PROBLEMA ITALIANO

Il grande industriale è intervistato in una grande palestra attrezzata piena di tapis roulant, cyclette e macchine infernali che ti fanno fare movimenti strani che nella vita “normale” non si fanno (le chiamano ellittiche, sono solo io a chiamarle macchine infernali perché per me sono il simbolo di un problema serio…). Viene da pensare che siano tutte macchine che produce lui perché ti spiega che la sua ditta ha un fatturato colossale e che in Italia, anche grazie a queste macchine ci sono venti milioni di persone che fanno “Welness”.

A questo punto a me cominciano a venire i travasi di bile perché penso che sia il solito servizio televisivo che ti parla dell’attività fisica in modo settoriale e fa solo gli interessi del mercato.

Invece il grande industriale è persona preparata (mica è un grande industriale per niente) parla a ruota libera, affronta argomenti molto ampi e fa capire qual’è il problema dell’attività motoria, anche e soprattutto in Italia. Nel mio pensiero aggressivo io l’avevo già aggredito quando ha detto che ci sono venti milioni di italiani che fanno “Wellness” e ho reagito subito pensando che invece il problema è che ci sono venti milioni di italiani che fanno i sedentari che non fanno il “Wellness” e più che di un termine inglese hanno bisogno di una serie di termini italiani che si traduce nella possibilità di andare a piedi ed in bicicletta nella propria città senza rischiare la vita.

Il grande industriale prosegue la sua intervista e,  anche se io sono aggressivo e prevenuto (perché produce macchine infernali…), devo ammettere che pare che abbia letto “Personal Trainer Gratuito” e dunque penso che se aggredisco lui aggredisco me stesso perché la pensa come me. Escludo che abbia letto “Personal Trainer Gratuito, it” perché come industriale ha dell’altro da fare (sarebbe molto più probabile se fosse uno squattrinato che non può nemmeno permettersi il lusso di pagarsi l’abbonamento ad una palestra, ma lui di palestre se ne può fare finché vuole…).

Comincia a dire che gli investimenti sulla salute tramite la diffusione dell’attività motoria in un  paese civile sono determinanti, sono fondamentali e che in Italia non li fa nessuno perché sono investimenti che producono benefici nel lungo periodo a 10, 20 anni di distanza ed i politici non guardano più in la’ della punta del loro naso ed io, anche se produce macchine infernali, comincio a pensare “Ma accidenti buttati in politica, hai capito queste cose, sei un colosso, non puoi arrivare anche a condizionare almeno un pochino la nostra politica?… ” Poi ho un momento di smarrimento ma è solo pessimismo da cancellare perché ad essere ottimisti c’è proprio da sperare che questo si metta in politica e ci dia una mano a risolvere dei problemi seri del nostro paese.

Ho un momento di smarrimento perché penso che questo a mettersi in politica avrebbe tutto da perderci. Ha capito che c’è un problema serio di mobilità che produce sedentarietà e costringe la gente ad andare in palestra, questo l’ha capito e non lo nasconde nemmeno durante l’intervista in televisione, è chiaro che se lui si adoperasse perché lo Stato faccia investimenti a lungo termine sulla mobilità tipo piste ciclabili e mezzi pubblici che ti possano far andare di più in bici, a piedi e di meno in auto a lungo andare danneggerebbe anche la sua industria colossale perché la gente non avrebbe più bisogno di chiudersi in palestra a pedalare su biciclette finte. Pertanto è in conflitto di interesse e se ha a cuore le sorti della sua mega industria almeno con riferimento alle vendite in Italia deve limitarsi a mettere la pezza riparatrice sul grande bucone che è l’impossibilità da parte della maggioranza degli italiani di fare attività fisica durante i normali spostamenti quotidiani. Per uno che vende “pezze” la riparazione del bucone non è cosa utile però io sono convinto che il personaggio in questione sia personaggio di grandi capacità ed una volta messo nel posto giusto in politica avrebbe tutti i numeri per offrire soluzioni all’avanguardia per l’Italia dando la possibilità di metterci al passo con i paesi del nord Europa dove alla faccia di un clima molto più triste del nostro quanto ad abitudini di movimento sono anni luce più avanti di noi.

Insomma la rivoluzione del Wellness che è nato grazie a personaggi come lui potrebbe nascere sempre da sue idee, idee che ha già ma che i politici non hanno il coraggio di mettere in atto. Se non va in politica mi piacerebbe che cominciasse a produrre bici elettriche oppure tecnologia per la diffusione delle piste ciclopedonali. Io ad un personaggio del genere darei un mega appalto per la costruzione di una rete ciclabile nazionale e questo in pochi anni potrebbe cambiarti la faccia delle città e dare pure un impluso notevole al turismo oltre che aiutare gli italiani a conquistare una salute oltre il “Wellness”.

Purtroppo questa è fantapolitica, temo che lui non si metterà in politica perchè nessuno glielo chiederà e continuerà a coltivare il suo orticello che più che un orticello è un impero ma purtroppo non è in grado di cambiare in modo decisivo le abitudini degli italiani. Gli italiani più che del Wellness hanno bisogno di pensare ad un nuovo modo di intendere gli spostamenti quotidiani, questo l’abbiamo capito in molti ma non si vedono all’orizzonte le persone in grado di portare avanti questo tipo di rivoluzione. Forse basterebbe un imprenditore che produce bici elettriche con le capacità imprenditoriali del re del Wellness ma poi occorrerebbe anche qualche politico di pari capacità perchè le bici elettriche senza piste ciclabili non riescono a diffondersi con successo. Io spero che spifferi di salute vengano fuori dalle mura delle palestre perchè se la salute resta solo chiusa lì dentro è troppo poco. Tornando al problema iniziale del mezzo bicchiere pieno e mezzo vuoto è vero che ci sono venti milioni di italiani che si stanno aiutando con il “Wellness” ma ce ne sono altrettanti che sono sedentari, che probabilmente non metteranno mai piede in palestra e che se non  fanno già sport probabilmente hanno bisogno di qualche manovra energica per essere spronati a muoversi, non possiamo tirarli giù di forza dalle loro auto e metterli a piedi o in bici sulle strade attuali perché sarebbe una strage. Dopo il “Wellness” mancano le piste ciclopedonali. In ogni caso, sullo stile che alla fine il colpevole è sempre il maggiordomo, io penso che il problema della mobilità a piedi ed in bici non potrà certamente essere affrontato dai sedentari che non se lo pongono ed anzi hanno paura ad affrontare il problema, non sarà affrontato dai venti milioni di adepti del Wellness che tutto sommato con il Wellness si salvano in qualche modo, dovrà e forse potrà essere risolto dagli altri venti milioni di italiani, alcuni di loro già in trincea a combattere per questo problema, che non essendo sedentari e non avendo aderito alla filosofia del Wellness vogliono comunque muoversi anche senza chiudersi in palestra ed esercitando un diritto che per un cittadino di un paese evoluto e civile è semplicemente sacrosanto.