Non tutte le volte pubblico le domande, anche se nel riquadro sotto alla vostra domanda è richiesto proprio se volete che sia pubblicata o meno. Non è nemmeno una questione di tempo, quelle per le quali è richiesta la pubblicazione tutto sommato sono abbastanza poche. Per risparmiare tempo le sintetizzo sempre ed infatti non le trovate praticamente mai riportate in versione integrale pur se richiesta la pubblicazione (anche per una questione di privacy), ma se fosse solo per una questione di tempo diciamo pure che, con un po’ di buona volontà, al momento, potrei riportarle anche tutte (potrebbe diventare difficile in futuro se il flusso aumenta).
Il fatto è che certe domande sono terribilmente ripetitive e ahimè, faccio pure un pochino fatica a rispondere personalmente. Allora la mia “strategia” di riportare solo un certo tipo di domande è pure nella speranza di riuscire ad orientarle un po’ verso certi argomenti.
Il sito lo porto avanti perché mi diverto a farlo, tratto gli argomenti che mi interessano e non mi pesa perché il confronto con le vostre opinioni mi aiuta ad evolvere la mia professione. Però ho dei blocchi, sono dei blocchi piuttosto trasparenti che non è difficile percepire leggendo anche solo pochi dei miei tanti articoli riportati sul sito. Non riesco a convincermi che l’attività fisica può essere considerata molto anche come quello strumento che serve per modificare le proprie proporzioni corporee per arrivare ad avere un fisico che risponda al modello ideale suggerito dalla televisione. Al contrario ho la presunzione, con le mie osservazioni e convinzioni, di arrivare a contestare tale modello e so benissimo che tale presunzione è esagerata e mi pone in una condizione simile a quella di Don Chisciotte contro i mulini a vento.
Rispondo a tutti, mi sento in dovere di farlo e non mi annoio a farlo. Solo non mi sento di fare pubblicità (e quindi di “pubblicare”) a certi argomenti che non ritengo che abbiano la stessa importanza di altri.
Quando ho messo quella scritta “Vuoi pubblicare la tua domanda?” sapevo di espormi a qualche tipo di problema ma francamente pensavo che quel problema fosse legato al fatto che io ho delle convinzioni piuttosto strane in tema di attività motoria. Per esempio che ritengo che la prima palestra sia la strada e pertanto che se non ci riappropriamo della strada come luogo anzitutto dei pedoni più che delle automobili non possiamo ambire ad una diffusione dell’attività motoria veramente per tutti. Se pensiamo che per muoversi sia necessario andare in palestra perché in strada ci si può muovere solo in auto non possiamo pretendere che il movimento sia davvero per tutti.
Ecco, pensavo che certe domande fossero “difficili” da pubblicare perché molti potevano scagliarsi anche violentemente contro quella che è un’ opinione decisamente politica in una società che è ancora fortemente comandata dalle auto e dal petrolio. Invece su questo tema c’è una certa indifferenza, forse perché non sono l’unico a criticare e a reclamare città più vivibili. Ho avuto osservazioni in tal senso ma sempre garbate e che mi hanno fatto riflettere e pure capire che la trasformazione della civiltà dell’auto non può certamente avvenire dall’oggi al domani e non solo per problemi di adattamento sociale ma anche di natura psicologica. Se anche fossimo pronti con una società che non perde nemmeno un posto di lavoro per colpa della ristrutturazione del sistema dei trasporti (ed anzi ne acquista) andremmo comunque in crisi perché ci sentiremmo vincolati ed ostacolati nell’utilizzazione di un giocattolo che ci ha accompagnato per più di mezzo secolo in modo decisamente invadente.
Insomma se anche un giorno ci accorgessimo che l’auto è diventata decisamente scomoda, poco conveniente e ci fa pure perdere tempo, nei limiti del possibile cercheremmo comunque di continuare ad usarla per il semplice motivo che siamo assuefatti e stiamo male se la usiamo troppo poco.
Non è tutto ciò ad avermi creato problemi. Questa è la realtà con la quale facciamo i conti tutti i giorni e che vedremo pian piano evolvere nei prossimi decenni (soprattutto chi avrà la fortuna di… vedere i prossimi decenni).
A crearmi problemi è stato il bombardamento di domande legato all’attività fisica come strumento di rimodellamento del fisico. Non pensavo che potesse essere un bombardamento così fitto e francamente mi ha un po’ spiazzato. Non posso dire che il fisico si rimodella sbarazzandosi dell’auto perché è una bugia ma se così fosse e si spargesse questa voce penso che nel giro di pochi anni avremmo città straripanti di pedoni con poche macchine che cercano pian piano di farsi spazio fra chi va a piedi.
Forse il primo passo da fare è far capire come la salute sia molto più importante del “modello fisico” che rispetta certi canoni estetici. Da lì a capire che andare a piedi, in bicicletta e muoversi abbastanza tutti i giorni è molto importante il passo è abbastanza breve. Scusate se sono di parte e lascio maggior spazio a certe domande. Comunque tento di rispondere a tutti anche se avete capito benissimo che non ho la formula magica né per la “tartaruga” sugli addominali né per i glutei scolpiti. La formula magica non ce l’ho nemmeno per dirvi come camminare senza rischiare la vita nelle vostre città ma lì possiamo discuterne proprio con calma e chissà che discutendone qualche piccola soluzione non si trovi. Comunque sempre grazie per le domande, senza quelle non avrei nessun motivo di scrivere le mie cose strampalate.