Ieri sera sono stato tamponato. Qualcuno ha detto che se ero in bici venivo ammazzato. No, se ero in bici non ero in quel punto e probabilmente non succedeva nulla. Oppure rischiavo proprio di essere in quel punto perché le piste ciclabili non sono complete e allora rischiavo davvero la vita. Facciamo finta che sia andata bene.
Sono stato tamponato perché ho rallentato per svoltare a sinistra. Freccia messa tempestivamente, stop perfettamente funzionanti nonostante l’anzianità della vettura, non andavo per niente forte ed ho rallentato con cautela, ma… niente da fare, non è previsto che uno rallenti, tanto più per svoltare a sinistra.
Figuriamoci se non parto da una fesseria del genere (incidente senza feriti, né io né il tamponatore, ne succedono una miriade tutti i giorni) per farne una questione cosmica. In effetti la sinistra non esiste proprio più, anche quella via nella quale svoltavo io si vede poco e anche se io ho rallentato piano perché sapevo dove svoltare chi mi seguiva non immaginava proprio che rallentassi per andare a svoltare in una via che manco si vede.
Non facciamone una questione politica (dopo dicono che mi occupo di politica ed in tal senso poi ne approfitterebbero per dire che sono di destra o di sinistra, comunque per darmi delle etichette di qualsiasi tipo) ma quella psico-filosofica la perseguo proprio. E’ la società che non ti permette di rallentare, tanto più per svoltare. Per svoltare dove? Dove vuoi. Forse è il caso che mi metta ad andare solo in bicicletta e abbandoni del tutto l’automobile. Da vecchi si torna bambini. Il problema è che la mia città (ma non solo la mia, le altre sono anche peggio) è molto più pericolosa di quando ero bambino. Qualcuno dirà che sono anche più rincoglionito di quando ero bambino e pertanto sono intrinsecamente più pericoloso. Sarò presuntuoso ma non mi sento rincoglionito per strada, al contrario, proprio perché ne ho viste di cotte e di crude sono terribilmente attento e prudente. E’ proprio per quello che temo che non ci siano soluzioni, anche se sei prudente ti vengono dentro, devi andare dritto e spedito, punto e basta.
Mi viene in mente la frase un po’ inflazionata: “Fermate il mondo voglio scendere!” Io in realtà non vorrei che il mondo si fermasse ma che ti permettesse almeno di rallentare e svoltare, a sinistra o a destra non me ne frega niente, ma che si possa svoltare anche se chi ti segue non crede che ci siano strade laterali.
E’ per questo che predico lo sport in lungo ed in largo. Nello sport impari a svoltare e a vedere tutte, proprio tutte le strade laterali. Non sei costretto a svoltare, puoi anche andare dritto ma puoi prevedere che il tuo vicino non faccia il tuo stesso percorso, ognuno ha la sua strategia, e lo sport ti insegna che siamo proprio tutti uno diverso dall’altro. Anche nell’allenamento se ci alleniamo tutti nello stesso modo il miglioramento è garantito solo per qualcuno perché qualche altro deve fare diversamente, non ha alcun senso che facciamo tutti la stessa strada. Anche perché la intasiamo e quella strada diventa un inferno, figuriamoci poi se la percorriamo tutti velocemente e pure senza rispettare le distanze di sicurezza, quella unica strada diventa proprio pericolosissima. Oppure dovremmo andare tutti veloci, senza rallentare e senza mai svoltare. Un vero e proprio incubo.
Il traffico automobilistico é la metafora della nostra esistenza. Io dico che andare in bici è molto meglio, più salutare e meno stressante. E’ chiaro che se non ci sono le strade per le bici su certe tratte sei costretto ad usare l’auto.
E allora è proprio un fatto politico, non è filosofia. Sono stato tamponato perché la sinistra non esiste più, non la vede proprio nessuno ed io rallentavo per svoltare a sinistra, Manco fossi un filo sovietico, io che dico che i sovietici hanno insegnato al resto del mondo ad uniformare la preparazione degli atleti di alto livello all’insegna di una elevata medicalizzazione dell’attività sportiva.
Bisogna andare piano e rispettare le distanze di sicurezza, senza pensare che esista solo la strada dritta. La strada dritta e larga è quella che percorrono i più, molto spesso troppo velocemente, esistono anche le altre e deve essere un diritto di tutti cambiare strada. Salvo che non sia previsto da apposita segnaletica. Ma nel mio caso non c’era proprio nessun divieto. In linea teorica era proprio lecito svoltare a sinistra, da un punto di vista pratico avrei dovuto prevedere che l’andazzo è di andare veloce e sempre dritto altrimenti ti rovinano addosso. Torno a dire che la bicicletta è la scelta migliore per la maggior parte di quelli che vogliono svoltare. Facciamoci sentire per non farci travolgere.