Questo non è un articolo che riguarda l’attività fisica anche se c’è da dire che limitare l’uso dell’auto per far sopravvivere meglio i pedoni è comunque una strategia che favorisce chi vuole andare un po’ di più a piedi.
E’ un articolo sui giovani e scaturisce da osservazioni che ho fatto davanti alla scuola di mia figlia.
Tutto parte dal fatto che, come davanti alla maggior parte delle scuole italiane, le auto transitano senza problemi anche se ci sono ben segnalati divieti di transito nell’orario di entrata ed uscita dei ragazzi. Se non c’è un vigile a bloccare il traffico quei divieti vengono praticamente ignorati dalla maggior parte degli automobilisti.
Accade che io sia un cittadino un po’ eccentrico ed esasperato da questo menefreghismo dilagante e mi metto davanti alla scuola a far finta di prendere le targhe (volevo prenderle davvero ma sono davvero troppe…) di chi passa facendo finta di non vedere il divieto. Mi rendo conto che meno del 10% di chi passa (e sono tanti ma questo “meno del 10%” alla fine sono pochi…) mi chiede cosa sto facendo mentre la stragrande maggioranza continua a passare senza problemi, qualcuno pure accelera rischiando di travolgermi, qualche altro quasi mette la testa sotto al volante per non far vedere che si è accorto della cosa.
Questo accade al primo giorno poi, potenza degli eroi che si sono fermati, si sparge la voce che c’è un pirla che sta prendendo le targhe e chissà cosa farà con quei numeri di targa. Al secondo giorno ne passano un po’ meno e soprattutto nessuno accelera per scappare via.
Al terzo giorno accade il miracolo che non so se sia un miracolo ma è comunque è il motivo per cui scrivo questo articolo. Il primo aspetto di questo miracolo (e questo mi sa che è davvero un miracolo) è che passano meno auto degli altri giorni nella fascia con il divieto. La seconda cosa (ma questa temo che non sia un miracolo) è che un certo numero di studenti fra quelli più grandicelli e robusti (ma attenzione che fra auto e pedone vince sempre l’auto anche se sei robusto e soprattutto anche se hai ragione da vendere…) “fingono” di attraversare la strada sulle strisce pedonali davanti a scuola. “Fingono” perché sono chiaramente molti e ci impiegano pure tanto tempo per attraversare e si capisce che stanno facendo una messa in scena un po’ clamorosa.
Praticamente per pochi minuti quella strada è ciò che dovrebbe essere tutto l’anno per mezz’ora negli orari chiaramente indicati all’inizio della via dalla segnaletica stradale. I ragazzi stanno esercitando un loro diritto e lo stanno facendo in modo molto più efficace di quanto fosse la finta rilevazione delle targhe dei trasgressori da parte del sottoscritto.
Ho un momento di terrore e penso: “Aiuto! Sto istigando allo scontro generazionale!”. Poi mi calmo e razionalizzo che questa cosa è successa solo oggi per tre minuti e che certamente non si ripeterà più (altrimenti è la volta che finalmente davvero riusciamo a far venire fuori i vigili). Però la riflessione sui giovani permane.
La scena di oggi è assolutamente imprevedibile nel contesto socio culturale attuale. Questa è la generazione dei telefonini, difficilmente contesta in modo plateale. Non sono allenati a contestare. Semmai sono più preoccupati a lamentarsi del fatto che abbiamo costruito loro un mondo che certamente non funziona alla perfezione.
Allora la mia grande riflessione odierna è la seguente: “Non è forse il caso di insegnare a questi giovani che se il mondo funziona in un certo modo la colpa non è solo degli adulti che l’hanno costruito così ma diventa anche loro nel momento in cui l’accettano passivamente ed in modo acritico?”
Senza arrivare ad occupare la strada della scuola per esercitare in modo maldestro un diritto che esiste sulla carta ma nella realtà dei fatti non esiste ancora (perché l’auto in Italia comanda ancora sovrana) non è il caso di insegnare a questi giovani che il mondo è anche loro e anche se glielo abbiamo progettato con i telefonini e le auto che vanno fin su per i muri loro possono inventarselo in un altro modo?
Una cosa è certa: il futuro è dei giovani e noi non abbiamo il diritto di disegnarglielo nei dettagli. Teoricamente in quella strada davanti alla scuola dalle 7:30 alle 8:00 si può pure giocare a calcio e a pallavolo. In pratica gli adulti hanno deciso che ci passano le auto anche se fanno finta di aver messo un cartello che tutela i diritti degli studenti. Ma è una delle tante bugie che continuiamo a raccontare in tema di educazione stradale.