Confrontando lo sport dei bambini con quello dei professionisti mi sono cacciato in una strada senza uscita che però mi va di percorrere perché penso che sia una bella strada che può farci riflettere in modo utile sullo sport.
Penso che sia utile introdurre anche un concetto di sport per gli adulti che va fuori da queste categorie (evidentemente adulti che non sono professionisti dello sport) perché, di fatto, gli adulti con le loro scelte sono poi quelli che vanno a condizionare tutto lo sport, sia sport per loro stessi, sia sport spettacolo dei grandi campioni, sia sport per i bambini.
Mi soffermo sul confronto già proposto fra sport per i bambini e sport spettacolo elencando tre pro e tre contro di questo tipo di sport per focalizzare ancora meglio su alcuni dettagli.
PRO E CONTRO DELLO SPORT PER I BAMBINI:
PRO:
1°) E’ divertente ed ha una sincera e sana carica agonistica;
2°) E’ bello da vedere sia per i grandi che per i piccoli
3°) Siccome fa sempre bene alla salute ci consente anche di risparmiare sulle spese mediche
CONTRO:
1°) E’ quasi sempre a pagamento;
2°) Non se ne riesce a fare quanto sarebbe opportuno farne;
3°) C’è un problema di carenza di strutture che costringe i genitori a fare dei veri e propri “viaggi” per accompagnare i figli.
PRO E CONTRO DELLO SPORT “SPETTACOLO” DEGLI ATLETI PROFESSIONISTI:
PRO:
1°) E’ altamente spettacolare
2°) E’ decisamente agonistico e coinvolgente;
3°) Porta ad un confronto fra culture diverse perché varca i confini di tutte le nazioni
CONTRO:
1°) Muove flussi finanziari da capogiro che possono alterarne le dinamiche
2°) Per questo motivo a volte è poco educativo (numeri uno osannati, numeri due praticamente ignorati) e poco attendibile.
3°) Non è sempre il top per la salute dell’atleta e a volte può portare anche ad un aumento del consumo di farmaci invece che a una sua contrazione.
Se andiamo a confrontare i pro notiamo che ci sono delle cose in comune se invece osserviamo i contro balza all’occhio come i problemi siano di tipo opposto: mentre nel primo mancano investimenti, mancano coperture finanziarie per poter giungere ad una razionale diffusione presso la popolazione, nel secondo il discorso è diametralmente opposto: i flussi finanziari sono talmente imponenti che possono arrivare ad alterarne le dinamiche. Mentre da un punto di vista economico lo sport spettacolo è “ipertonico” e soffre di gigantismo, quello per i bambini è invece “ipotonico” e ancora un pochino sottosviluppato almeno nel nostro paese dove l’organizzazione è lasciata ad una miriade di volontari non sufficientemente supportati dalla scuola.
Dopo questo confronto è opportuno fare delle considerazioni sullo sport per gli adulti per capire anche perché non si opera questo avvicinamento fra sport della base e sport del vertice.
Lo sport degli adulti viene essenzialmente considerato un po’ alla stessa stregua dello sport dei bambini: è una cosa divertente ma non troppo importante. Se si riesce a farne, bene, altrimenti pazienza, non viene drammatizzata una sua interruzione in età nelle quali sarebbe decisamente importante continuare a fare sport.
Una visione globale dello sport in toto è importante per chiarire un concetto: lo sport anche se è un gioco è una cosa importante e lo è da bambini, lo è da adulti e lo è in quanto attività fisica (e lì possiamo semplicemente chiamarla attività fisica anche se non sport) anche in terza età.
Se i bambini fanno solo due allenamenti al giorno perché non ci sono le strutture, perché l’iscrizione non è proprio tirata dietro e sul bilancio familiare pesa, ciò può andare solo se il bambino trova il sistema per svolgere altra attività fisica ma se tutto si concentra in quei due soli allenamenti alla settimana allora è un po’ poco. Ma se gli adulti non fanno nemmeno quello perché hanno deciso che lo sport vero è quello che si guarda per tv dove si scannano gli atleti dello sport spettacolo allora viene a mancare il substrato culturale per una diffusione dello sport autentico per tutti.
Quando l’agonismo vero manca lo sport non è sufficientemente coinvolgente, quando ce n’è troppo si arriva a delle fratture dove l’atleta resiste fin tanto che ha la speranza di diventare un campione e poi molla improvvisamente nel momento in cui si rende conto che un campione probabilmente non lo diventerà mai. Il concetto che deve passare è che lo sport tutti i giorni e non solo due volte alla settimana lo si fa perché fa bene alla salute e se vuoi farlo come si deve si fa così non perché sia la quantità di allenamento necessaria per diventare dei campioni. Il bambino è giusto che pratichi più sport, che giochi e che abbia un approccio con l’agonismo abbastanza morbido ma deve comunque fare attività fisica tutti i giorni o quasi così come va a scuola quasi tutti i giorni (tranne i festivi) e non solo due volte la settimana.
Purtroppo è vero che lo sport spettacolo si autofinanzia e si può farne sempre di più, basta solo aumentare il numero di televisioni pronte ad ospitarlo mentre lo sport di base non si autofinanzia ed è un costo assolutamente non trascurabile. E allora si arriva alla solita filastrocca che se siamo un paese che spende oltre 100 miliardi all’anno per il sistema sanitario nazionale e se riusciamo a risparmiare anche solo un pochino su questo bilancio questo pochino è probabilmente una cifra che ci consente di finanziare lo sport per i bambini. Una volta finanziato quello forse anche gli adulti capiranno che, oltre che un gioco, lo sport è anche una cosa molto seria e che praticare il proprio è molto più urgente che guardare quello degli altri per tv.