Un contributo doveroso per la lotta alla sedentarietà patologica è sostenere energicamente la battaglia per una ristrutturazione del servizio televisivo nazionale che continua a proporci incessantemente la pubblicità a sé stesso, alle auto, ai farmaci e ad un modello sociale sedentario ormai anacronistico per finalità esclusivamente commerciali.
La genialata di far pagare il canone televisivo con la bolletta dell’elettricità è una cosa insostenibile, probabilmente anticostituzionale, e genererà certamente malumori di vasta portata nei cittadini italiani che si sentono doppiamente presi in giro da questa abile mossa. La Tv di Stato italiana è di una qualità fra le peggiori riscontrabili negli Stati evoluti, è decisamente filogovernativa ma, oltre a quello, propone programmi di moralità dubbia. Con la Tv di Stato il Governo fa pubblicità a sé stesso e trova pure i fondi per finanziare questa pubblicità. La presunzione di considerare il cittadino italiano come fruitore abituale della Tv di Stato, anche se comunque scorretta da un punto di vista tecnico, potrebbe considerarsi almeno moralmente accettabile se questa fosse una televisione dai contenuti accettabili, decorosamente proponibili che danno qualcosa ai cittadini invece di recare danno ed inquinamento intellettuale. Ho più volte sostenuto come la Tv sia uno dei principali fattori di sedentarietà ed abbia degli effetti devastanti sulle abitudini al movimento degli italiani, tale azione si esplica non solo nell’azione diretta di somministrazione di un mezzo che è veicolo diretto di sedentarietà ma anche e soprattutto grazie alla trasmissione di contenuti che sono un inno alla sedentarietà e ne provocano la sua diffusione a livello culturale oltre che a livello pratico. E’ una televisione che non solo provoca sedentarietà ma con i suoi messaggi rinforza tutta la cultura della sedentarietà.
Premesso ciò, che è questione fondamentale per far capire i malumori del cittadino, il senso di impotenza e di continua vessazione dei propri diritti che si percepisce da tali disposizioni, la proposta più razionale, democratica e senz’altro tecnicamente possibile, è quella di far pagare il canone della Tv di Stato a chi effettivamente la guarda come si fa per una normalissima televisione privata. Se uno la guarda è giusto che la paghi. Sarà comunque triste non poter contare su una televisione che diffonde contenuti apprezzabili ma almeno si lascia uno strumento sacrosanto di difesa al cittadino: la possibilità di contestare la qualità dei programmi rifiutandosi di guardarli. Purtroppo la consapevolezza dello squallore della produzione in chi legifera è talmente netta che questa possibilità non viene nemmeno offerta: si sa benissimo che un sistema simile per far pagare il canone provocherebbe il fallimento immediato della Tv generalista. Nessuno sarebbe disposto a pagare l’abbonamento per vedere programmi di una qualità simile a quelli proposti attualmente e allora ci si troverebbe improvvisamente di fronte ad un bivio fastidiosissimo per chi governa: o migliorare la qualità dei programmi televisivi per aumentare la richiesta di abbonamenti o sopperire dichiarando una volta per tutte che la Tv filogovernativa non ha finalità sociali ma esclusivamente di propaganda elettorale come avviene attualmente. Probabilmente non avverrà niente di tutto ciò e ci troveremo a finanziare la Tv di Stato indebitamente anche se non abbiamo alcuna voglia di sostenerla nella sua strutturazione attuale. Dicono che i cittadini hanno i governanti che si meritano, non so se questa cosa sia vera io so solo che gli italiani non si meritano certamente una televisione di serie B e tanto meno si meritano di essere obbligati a finanziarla.