Parto dal fondo: per conto mio, parere del tutto personale ed assolutamente opinabile, la questione dei trolley troppo pesanti è colpa esclusivamente dei genitori dei ragazzi. Mi riferisco ovviamente ai minorenni ed in particolare ai ragazzi che frequentano la scuola dell’obbligo perché per quanto riguarda i maggiorenni che hanno maggior autonomia decisionale il discorso cambia completamente.
Con riferimento alla scuola dell’obbligo dove il genitore è “obbligato” a sorvegliare anche su alcuni comportamenti del figlio (magari non sul rendimento scolastico ma almeno su ciò che avviene nel tragitto casa-scuola) mi va di affermare che la responsabilità del genitore è fondamentale e decisiva sulla risoluzione di questo problema.
Con ordine vorrei spiegare perché la “colpa” (e mi viene da definirla proprio “colpa” soprattutto quando è contornata da disinteresse e non attenta valutazione del problema) è dei genitori andando per esclusione.
Non è del legislatore che nel lontano 1999 ha predisposto una legge ben chiara che disciplina la materia e dovrebbe rendere il problema dell’eccessivo carico di materiale didattico da trasportare a scuola (con il trolley o con lo zaino, a piedi o in auto o anche in elicottero, non conta…) un problema inesistente perché chiaramente disciplinato e fissato in un range assolutamente fisiologico che oscilla fra il 10 ed il 15% del peso corporeo dello studente.
Non è del MIUR che, dieci anni dopo, riconoscendo la validità e l’importanza di tale legge, si è sentito di dover richiamare all’attenzione l’applicazione della stessa confermandone gli intenti.
A tal proposito mi preme anche rilevare un dettaglio non del tutto trascurabile. In questo primo decennio si era diffusa la deprecabile moda del “trolley” (che dal mio punto di vista è peggio ancora dello zaino quando sovraccarico in quanto asimmetrico e quindi potenzialmente più pericoloso per la struttura scheletrica). Nei chiarimenti del MIUR non si è analizzato questo pericoloso fenomeno ma non ci si è assolutamente sognati di stabilire delle “deroghe” per chi usa il trolley, ben sapendo che il trolley non risolve assolutamente il problema dell’eccessivo carico di materiale didattico ed è invece la dimostrazione che il problema degli zaini pesanti era molto diffuso (altrimenti la moda del trolley non avrebbe avuto alcun motivo per diffondersi).
Non hanno grandi responsabilità nemmeno gli insegnanti nel senso che loro non possono materialmente controllare il peso degli zaini o dei trolley, non è nei loro compiti, non avrebbero più tempo per far lezione, non sono certamente dei “controllori” in tal senso.
La colpa a mio parere non è nemmeno degli studenti e, anche se la questione qui è molto opinabile, vi spiego perché. Nella scuola italiana lo studente, soprattutto nella scuola dell’obbligo, è un eterno bambinone, ha un rapporto con l’insegnante che molte volte è di tipo conflittuale ed in ogni caso ha molta paura a relazionarsi su questioni che, a suo vedere, possono recare un qualche fastidio all’insegnante. Tale atteggiamento purtroppo finisce per danneggiare gli insegnanti stessi che si trovano a non capire cose importanti che con una maggior facilità di comunicazione potrebbero essere trasmesse. Morale della favola: non sognatevi che un allievo della scuola italiana provi a trattare dell’argomento dello zaino pesante direttamente con l’insegnante perché ciò non avverrà mai, non è nel DNA della scuola italiana e che questa sia una bella o brutta cosa come genitori non possiamo far finta di niente ma dobbiamo sapere che è così. Dobbiamo toglierci le fette di prosciutto dagli occhi e capire che il nostro compito non è di controllare i sette o gli otto ma anzitutto la salute dei nostri figli (e poi io aggiungerei pure l’educazione ma qui il discorso diventa troppo ampio…).
Dunque a mio parere la colpa è esclusivamente dei genitori perché devono rendersi assolutamente conto con che cavolo di zaino o di trolley va a scuola il loro figlio ed anzi io sarei molto attento quando un ragazzo mi chiede di acquistare il trolley invece dello zaino perché quello è già il primo segnale che c’è in progetto di portarsi a scuola la casa invece che un normale corredo di materiale didattico.
Purtroppo l’ignoranza in materia fa si che anche quei pochi lungimiranti che sanno che il problema esiste e avrebbero la buona volontà di provare ad evidenziarlo non sappiano da che parte cominciare.
Allora, con un po’ di buona volontà la questione non è del tutto irrisolvibile come ci hanno sempre fatto credere. Si tratta semplicemente di segnalare agli insegnanti anche verbalmente, non c’è nessun bisogno di scrivere nulla, che il proprio figlio si trascina avanti e dietro da scuola uno zaino o un trolley di peso esagerato. A quel punto gli insegnanti dovranno semplicemente verificare se ciò accade per colpa dell’alunno che si diverte a trasportare anche materiale non necessario o se invece effettivamente c’è un problema organizzativo. Nel primo caso la questione si restringe al rapporto studente genitore e scusatemi se la spiego con una battuta di spirito ma a volte le battute sceme spiegano i concetti più di tante esposizioni, io a mio figlio direi: “Senti, drogati pure quanto vuoi, ma, per carità, non portarti a scuola uno zaino da 10 chili che non te l’ha ordinato nessuno e ti crea problemi che adesso non riesci a valutare ma più avanti si manifesteranno quasi certamente.”
Nel secondo caso invece c’è un problema organizzativo che è di competenza degli insegnanti ma se non lo conoscono evidentemente non possono risolverlo. Allora prima cosa: il problema va segnalato (e sottolineo che devono essere i genitori ad accorgersene, non gli insegnanti) una volta segnalato sarebbe buona norma non fare ostruzionismo sulle soluzioni che vengono di volta in volta proposte dal personale docente.
Mi spiego: a volte l’insegnante propone ai genitori di studiare delle strategie per ridurre il carico dei libri da portare a scuola. In tale caso quando i genitori non sanno che pesci pigliare perché quasi mai hanno soluzioni in tal senso, basta ammettere umilmente che non si è trovata nessuna soluzione valida. Così facendo automaticamente ci si rimette alle decisioni degli insegnanti che hanno più possibilità di risolvere il problema e potranno anche proporre soluzioni che non sono proprio comode per tutti, ma se non ci sono alternative quella deve essere la scelta.
Faccio un esempio banale: un insegnante può proporre che venga portato a scuola un libro per banco, dimezzando di fatto il carico da trasportare. Se per un qualche motivo qualche ragazzo o qualche genitore ha qualcosa da obiettare non può poi lamentarsi che la legge viene disattesa. Il fuorilegge non è l’insegnante bensì lui che non fa applicare le disposizioni dell’insegnante. E qui torniamo al rapporto genitore-figlio: molte volte l’insegnante da una disposizione che, per comodità, il figlio ignora. Ecco allora, io torno a dire che che più che controllare i voti sarebbe il caso di controllare la veridicità di queste informazioni perché andando avanti con la battuta stupida di prima un giorno potrebbe accadere che se vostro figlio si droga abbia pure il coraggio di aggiungere: “E’ stato l’insegnante a dirmelo!”.
Nessuno si diverte ad andare a scuola con un trolley che pesa 10 chilogrammi, smontare questa brutta abitudine è, a mio parere, compito soprattutto dei genitori perché questa cosa gli insegnanti non hanno il tempo per affrontarla e gli studenti, triste dirlo, non hanno il “coraggio” per affrontarla. Magari hanno il coraggio di fare gli strafottenti su cose dove la buona educazione dovrebbe prevalere, ma non hanno il coraggio di esporre un problema organizzativo che è molto più diffuso di quanto si possa pensare e pesa sulla salute dei nostri ragazzi in modo subdolo e non facilmente documentabile nell’immediato.