Sono in ansia perché fino a poche ore fa pareva che l’idiotone avesse molte possibilità di essere rieletto presidente degli USA. Lo chiamo l’idiotone in senso affettuoso perché come persona è trasparente, quasi simpatico, forse uno dei presidenti meno corrotti nella storia degli Stati Uniti d’America. Però, purtroppo, la sua politica sull’andazzo del pianeta ha effetti devastanti. Non che sia facile governare una nazione così importante nel terzo millennio e lo testimonia la buona volontà con la quale i democratici hanno selezionato un candidato quasi illeggibile perché perfettamente consapevoli che chiunque vada al timone adesso rischia di fare figuracce patetiche, ma io spero comunque che il democratico, per quanto scarso, riesca a liberarci dai proclami dell’idiotone. Che mi preoccupa dell’idiotone non è la sua politica trasparente e cristallina quanto il fatto che abbia mezza nazione che gli va dietro. Da questo punto di vista ha già vinto anche se come esito finale forse perde. Se le sue tesi insostenibili trovano così largo consenso vuol dire che ha una grande abilità politica. E’ riuscito a convincere decine di milioni di americani che i soldi sono tutto e danno la felicità.
Se in Italia va su qualche personaggio un po’ folcloristico il problema è comunque grave però bisogna ammettere che dall’Italia si può facilmente uscire, il problema caso mai è entrare, soprattutto se iniziano a comandare i personaggi folcloristici, ma nel momento in cui una delle nazioni più importanti del mondo sceglie una linea politica che sembra presa dal mondo delle favole (di quelle terrorizzanti tipo “Cappuccetto Rosso” o “Biancaneve” tanto per dire) allora il problema non è più cambiare nazione bensì cambiare pianeta e purtroppo, al momento, di pianeti abitabili ne abbiamo uno solo e, se va avanti così, fra non molto, nemmeno questo.
Se è vero che il problema più che l’idiotone è la mezza nazione che lo sostiene allora è altrettanto vero che il problema, tanto per cambiare, è di informazione deviata che non è stata un invenzione recente e, tanto per citare sistemi che non hanno nulla a che fare con quello occidentale, all’epoca dell’URSS ha conosciuto i suoi fasti più leggendari. L’informazione deviata non è un’invenzione recente ed è quella che adesso, per esempio, produce il risultato “terrorismo + Covid batte Greta 2 a 1”.
E’ vero che il problema del terrorismo è un problema gigantesco, è pure vero che contro il Covid stiamo annaspando e dopo quasi un anno sembriamo al punto di partenza ma è anche vero che, se con politiche miopi ed assolutamente anacronistiche continuiamo a comportarci come se la questione ambientale non esistesse, ci giochiamo rapidamente il pianeta con grave danno sia per il terrorismo che per il Covid che verranno stroncati da flagelli ancor più gravi non molto divertenti per la nostra sopravvivenza. E triste dirlo ma se fra cent’anni esistono ancora il terrorismo e il Covid vuol dire che i nostri successori se la sono giocata bene, nonostante quanto abbiamo seminato noi, perché vuol dire che in qualche modo sono sopravvissuti. Se è per noi è pure possibile che lasciamo loro un pianeta senza Covid, senza terrorismo, con un’ economia di mercato che funziona alla perfezione ma… senza pianeta, senza possibilità di sopravvivenza perché queste ce le stiamo giocando con “non scelte” folli.
Ho scritto “non scelte” più che scelte perché il vero problema più che ciò che si fa è ciò che non si fa. Il vero problema è che come sempre la questione ambientale è clamorosamente ignorata e messa in fondo alla scaletta come se fosse una questione procrastinabile, un fastidio da affrontare in tempi migliori quando l’economia potrà presentare una congiuntura migliore.
Mi si accusa sempre di far politica qui sopra e probabilmente ne faccio anche se non si capisce di che colore sia, ma è assurdo che mi preoccupi della letteratura sul cardiofrequenzimetro nella preparazione sportiva o dell’eccesso di impiego dei pesi nella preparazione fisica moderna. Quei problemi sono finti problemi, forse non sono nemmeno problemi ma scelte metodologiche discutibili, io sostengo che siano collegati alla necessità di vendere un certo tipo di modello di preparazione fisica e dunque ampiamente promossi da un mercato che non guarda alla sostanza ma guarda all’apparenza, che non guarda alla salute della gente ma alla creazione di grandi profitti ma queste, in confronto alle politiche “non” operate in tema di tutela dell’ambiente, sono quisquilie.
Non esiste atleta in un ambiente invivibile. Di più, non esiste atleta in un ambiente dove bisogna lavorare troppo per sopravvivere perché vi sono squilibri folli che hanno reso il tempo libero un lusso per pochi.
C’è qualcuno che ha sostenuto che chi si occupa di temi più grandi di lui sia un grande idiota, non so chi sia (più che altro non me lo ricordo) perché sono un terribile ignorante. Ecco, in questo senso sono un terribile idiotone anch’io, una specie di presidente degli Stati Uniti, anche se ho un portafoglio un po’ insolito per essere paragonato ad un uomo che riveste un incarico simile. Probabilmente sono solo da psicologo per problemi terra-terra legati alla mia professione (in questi giorni in Italia nel campo dell’attività motoria si fa una gran fatica a lavorare ma mi pare che non sia nemmeno il settore più bersagliato, anche se uno dei peggiori, e poi non dovrei nemmeno lamentarmi perché c’è pure lo Stato che ci passa gli spiccioli per la pastasciutta, è proprio vero che se riesci ad entrare qui dentro puoi morire di tante cose diverse ma hai ottime possibilità di non morire di fame…) però non riesco ad ignorare che a livello di informazione stiamo vivendo uno dei momenti più tristi dell’umanità, altro che cardio frequenzimetro e macchine da palestra inutili, il problema è ben altro e, a mio parere, non è nemmeno l’idiotone, lui è solo bravo a cavalcare l’onda e, se vince, non so nemmeno se abbia fatto bene i suoi conti perché in tale contesto governare bene è praticamente impossibile.