TECNICA DI CORSA: INTERVENTISTI E “NON”

Il primo quesito che dobbiamo porci quando parliamo di tecnica di corsa è se in una determinata situazione sia opportuno affrontare quel problema o non sia invece più utile ignorarlo del tutto. Ci sono dei tecnici, i cosiddetti “interventisti”, che sostengono che la tecnica di corsa va sempre considerata come elemento fondamentale della preparazione, non solo di chi pratica l’atletica e la propinerebbero in modo continuo anche a poppanti e novantenni. Ci sono altri tecnici che sostengono che non ha molto senso insistere sulla tecnica di corsa se un atleta corre già abbastanza bene anche se questo è un atleta nel pieno della maturazione agonistica ed è pure un atleta di alto livello. Insomma ancora una volta i tecnici sono molto d’accordo fra loro e dimostrano che in teoria e metodologia dell’allenamento sportivo si può disquisire su tutto e sul contrario di tutto.

Scienziati che possano sentenziare su chi ha ragione non ne esistono (per fortuna, altrimenti dovremmo ammettere che il metodo scientifico è applicabile allo sport…) e ovviamente abbiamo avuto atleti che hanno fatto record strepitosi modificando completamente la loro tecnica di corsa ed altri che hanno sempre corso… senza pensarci su.

Io sono un ignavo e non prendo posizione, o meglio, mi limito ad osservare appunto che ci sono stati atleti immensi che hanno fatto record strepitosi senza modificare la loro tecnica ed altri che li hanno fatti proprio dopo aver operato un significativo intervento sulla loro tecnica di corsa. Da qui a dire: “Ognuno faccia come gli pare” ce ne passa ed una mia opinione, anche se non assolutamente “scientifica”, me la sono fatta.

Intanto sono convinto che ogni intervento sulla tecnica di corsa sia profondamente invasivo, anche per chi non pratica l’atletica, e pertanto sia proprio opportuno pensarci su bene prima di affrontare un qualsiasi piano di ristrutturazione della propria corsa. A chi non si sente preparato e non si sente pronto per provare qualcosa perché ha paura di sbagliare suggerisco che l’errore più grande è quello di non pensarci nel senso che uno può anche rifiutare di considerare la tecnica di corsa ma lo deve fare in modo consapevole e nel momento in cui decide di speculare su quell’aspetto metodologico deve farlo con molta attenzione. Da quel punto di vista mi ritengo un interventista. La tecnica di corsa è molto importante, puoi anche non modificarla ma sappi che questa è una scelta importante, puoi decidere di provare a modificarla ma sappi che questa è una grande mossa e la qualità del tuo lavoro dipenderà molto da quanto tempo ci hai dedicato non certo dall’azzeccare subito le mosse giuste che qualche santone del movimento può averti suggerito. In ogni caso il processo di revisione della tecnica di corsa è un qualcosa che dura molto tempo e non si può certamente risolvere nel breve volgere di alcune sedute di allenamento.

Senza emettere sentenze di alcun tipo proviamo ad analizzare in via del tutto teorica quali potrebbero essere i soggetti più felicemente destinatari di un presunto intervento sulla tecnica di corsa. Intanto direi quelli che praticano l’atletica leggera e praticamente tutte le discipline con eccezione forse dei soli lanciatori (ma siamo proprio sicuri?) poi anche quelli degli altri sport avendo cura di considerare il fatto che in ogni sport si corre in modo diverso: il calciatore corre in un certo modo, il giocatore di Basket in un altro, pallavolisti e tennisti più che correre si spostano rapidamente, insomma ogni sport ha le sue precise esigenze.

Ma al di là delle questioni legate alla precisa disciplina sportiva vediamo un attimo la popolazione degli sportivi che più può essere interessata a questi interventi. Io andrei ad escludere bambini ed anziani per motivi che sono molto diversi fra loro ma portano alle stesse conclusioni. A mio parere non ha senso parlare di tecnica di corsa ai bambini da campo giuochi per il semplice motivo che i bambini giocano punto e basta. La tecnica di corsa non è un gioco. Tu ad un bambino puoi dire “Prendi quello là” oppure “Scappa da questo” ma se gli dici “Corri come una rana” o come un leone o che cavolo di animale vuoi questo correrà più o meno sempre nello stesso modo ed in ogni caso non farà della tecnica di corsa a mettersi a correre come una gazzella ma semplicemente un gioco punto e basta. L’argomento tecnica di corsa è troppo complesso per i bambini e non  ha senso per conto mio affrontarlo in tenera età. E come dire loro di addestrarsi sulla nona sinfonia di Beethoven. Attenzione che con riferimento alla tecnica di corsa possono anche farlo perché ci sono bambini che corrono molto bene anche da piccoli ma questa deve essere una cosa spontanea e non imposta. Insomma il bambino che, con riferimento alla corsa, non sa assolutamente cosa sia la nona sinfonia di Beethoven mi sta benissimo, strimpella e basta ed è la miglior cosa che può fare.

Trattando gli anziani o i “quasi anziani” mi permetto di dire che per conto mio è più anziano un quarantenne che ha centomila chilometri di corsa sulle gambe di un settantenne che ha corso si è no mille chilometri in vita sua (quindi praticamente solo da bambino). L’anzianità la misuro in termini di anzianità dello schema motorio ed uno schema motorio di corsa purtroppo può essere fortemente strutturato anche a 18 anni (per quello che prima o poi è opportuno porsi il quesito se è meglio intervenire  anche se la risposta non deve necessariamente essere affermativa).

Trattando di un vero anziano che comincia a correre a settant’anni, complimenti, non sto certamente a vedere come corre, mi preoccupo semplicemente di vedere se accusa dolori da sovraccarico. Se non ha dolori, a meno che non corra in un modo veramente impossibile, ho il dovere di stare assolutamente zitto perché vuol dire che ha trovato degli equilibri più che efficaci. Correre senza dolori a settant’anni è un grande successo per chiunque : per chi corre da una vita perché vuol dire che proprio male non correva se è arrivato fin lì senza logorarsi e per chi non ha mai corso a maggior ragione perché mettersi a correre in tarda età non è per niente facile anche se forse più facile che improvvisarsi grandi musicisti.

Pertanto qui la regola è di valutare se, al di là dell’impatto psicologico (uno corre soprattutto per divertirsi) l’impatto sullo schema motorio e conseguentemente su articolazioni e tendini non sia troppo oneroso su un certo soggetto. Può esserci qualcuno che è animato dall’entusiasmo di migliorare la tecnica di corsa anche se è avanti con gli anni e questa è già una motivazione valida per provarci però non si possono fare promesse. E’ possibile che questa si riveli come una buona idea come un’idea maldestra, la prudenza è d’obbligo, la fretta va bandita assolutamente, in ogni caso bisogna dire al soggetto che vuole modificare la propria tecnica di corsa di tentare di affinare il più possibile la propria sensibilità nel decifrare il movimento perché solo così può avere delle possibilità di giungere a dei risultati significativi.

Detto questo il tormentone resta su quella grande fascia di atleti di età compresa fra i 13 ed i 35 anni circa nella quale le grandi capacità prestative, prima in evoluzione e poi in stabilizzazione potrebbero far pensare ad una grande utilità della cura della tecnica di corsa. Torno a dire che penso che sia soprattutto importante pensarci poi la mia esperienza (ma non ho dati scientifici a supporto di questa…) mi dice che non sempre tutti gli interventi sulla tecnica di corsa vanno a buon fine. Faccio fatica a dire se sia colpa del tecnico o “colpa” dell’atleta (a mio parere l’atleta non ha mai colpe). E’ comunque vero che ci sono atleti più predisposti ad agire sulla tecnica di corsa ed altri un po’ più rigidi.

Con riferimento al tecnico c’è da dire che di solito il tecnico “interventista” è uno che ha sempre lavorato molto sulla tecnica di corsa altrimenti non insisterebbe molto su questa e pertanto è un esperto di questo ambito della preparazione. Ecco, mi permetto solo di diffidare degli “interventisti giovani”, di quelli che sono interventisti perché glielo hanno insegnato a scuola che bisogna assolutamente intervenire sulla tecnica di corsa ma non hanno esperienza pratica. Quelli possono fare degli autentici disastri dove il danno maggiore più che la stagnazione dei risultati è proprio l’infortunio perché un atleta che batte più volte sul tasto sbagliato oltre a non migliorare i risultati rischia pure di farsi male.

Attenzione che su questo fronte sono ancora più terrorista: molte volte è pericoloso da un punto di vista degli infortuni anche un intervento potenzialmente efficace e corretto sulla tecnica di corsa. L’intervento appare in un primo tempo azzeccato e vincente perché da dei miglioramenti significativi poi però in poco tempo arriva un infortunio da sovraccarico e ciò può accadere perchè non si sono rispettati i giusti tempi di adattamento. Anche per questo sarebbe opportuno che il tecnico che interviene sulla tecnica di corsa sia un tecnico molto esperto.

Esistono i tecnici “stagionati” e non interventisti, eccome ne esistono. Sono tecnici che per motivi diversi non hanno avuto buone esperienze con le modificazioni dello schema motorio ma ciononostante lavorano in modo egregio. Sono ottimi tecnici ma lavorano solo su altri aspetti della preparazione. Io sono convinto che questi tecnici possano lavorare bene soprattutto con ragazzi che hanno sempre avuto una discreta corsa e poi c’è da dire che questi tecnici arrivano comunque a migliorare la tecnica di corsa dei loro allievi in modo occulto, indirettamente, senza mai accennare alla tecnica di corsa ma semplicemente proponendo esercitazioni che comunque producono effetti benefici su questa. Per certi versi questi tecnici sono ancora più raffinati, riescono a provocare un miglioramento della tecnica di corsa nel lungo periodo senza traumi. E’ chiaro che un loro atleta che cambia allenatore e si ritrova di punto in bianco nelle mani di un “interventista” può trovarsi male ma questo è compito del nuovo allenatore che deve fare sempre i conti con il vissuto motorio dell’atleta.

Sintetizzando, per quanto possibile, questa diatriba si può affermare che qualsiasi strada intrapresa può essere quella giusta ma, in ogni caso, non andiamo a pensare che un intervento sulla tecnica di corsa sia un  giochino leggero. Non è certamente un  giochino ed è per questo che lo sconsiglio a vecchi e bambini che con la corsa hanno bisogno soprattutto di giocare. Quando si fa sul serio bisogna analizzare una serie di componenti ma allora la corsa fanciullesca e spensierata perde alcune delle sue caratteristiche. Ci sono indubbiamente pro e contro.