Di diete proprio non dovrei occuparmene visto che il mio campo di competenza è l’attività motoria. Purtroppo succede che quasi il 50% delle domande che mi arrivano dai miei lettori riguardi anche le diete. La terribile idea che la figura del personal trainer vada associata anche ad un personaggio che si occupa di diete è un malvezzo purtroppo molto ricorrente nel nostro paese. Che un personal trainer possa anche farsi affiancare da un dietologo nella sua assistenza ad un certo atleta è pure possibile ma che il personal trainer stesso deva essere ritenuto direttamente il personaggio che dispensa consigli in fatto di diete quella è un’aberrazione tipicamente italiana. Il personal trainer è un esperto di attività motoria e non un dietologo. Ha studiato all’Isef o a Scienze Motorie per capirci qualcosa sul movimento e dal momento che quello è un campo fin troppo vasto non è assolutamente il caso che vada ad occuparsi di altre materie che non sono di sua competenza.
Detto questo, io un’ opinione da comune cittadino (e sottolineo da comune cittadino e non da dietologo…) sulle diete posso pure essermela fatta anche perché, volente o nolente, continuano a parlarmene.
Allora sulle diete io sono convinto di una cosa: che in Italia siamo un po’ tutti malati di diete perché ci pensiamo in modo maniacale, ci pensiamo troppo. Invece di pensare all’attività fisica e a come ci muoviamo pensiamo alle diete e prova ne sia che poi quando ci troviamo di fronte all’esperto di attività motoria invece di parlare di quella continuiamo a parlare di diete, appunto.
Quindi espongo il mio parere deviante sulle diete, quello che qualunque dietologo può dirmi “Occupati di attività motoria e basta” e questo parere atterrante è che l’importante non è la dieta ma trovare un sistema per il quale il cibo sia un’idea meno devastante possibile sulla nostra esistenza. Se uno è un morto di fame capisco che il cibo possa essere un problema grave e con la disoccupazione dilagante potremmo anche avere un aumento dei morti di fame pure nei paesi ricchi, però, siamo onesti, o alla Caritas o da qualche altra parte un po’ di cibo si trova semmai è trovare un alloggio che è più difficile e sotto i ponti con i cambiamenti climatici in atto è sempre più pericoloso.
Da piccolo, quando non volevo mangiare qualcosa, i miei genitori mi dicevano che un po’ di guerra mi avrebbe fatto bene, che ai tempi della guerra si pativa la fame e che non si andava molto sul sottile in tema di selezione dei cibi. Ecco, a volte ho la sensazione che gli italiani abbiano patito tanto la fame e che questo marchio sia rimasto ancora anche se adesso in qualche modo si mangia senza problemi (un pacco di spaghetti costa meno di un litro di carburante).
Quando degli amici non si vedono da un po’ si invitano immancabilmente ad una cena, mai ad una bella e salutare camminata. E’ inevitabile che il cibo, nel bene e nel male, diventi il protagonista assoluto di molti, troppi momenti della nostra vita.
“Sono uscito con Tizio, era trent’anni che non lo vedevo…” – “Ah, sì… e cosa avete mangiato?…” – “Ma cosa, cosa avete mangiato, era trent’anni che non lo vedevo, cosa conta cosa abbiamo mangiato…!”
Insomma io mi auguro che gli italiani prendano per il movimento almeno lo stesso entusiasmo che hanno per il cibo ed è solo in questo modo che si può riuscire a parlare meno di diete. Si finisce per parlare di ciò che entusiasma non di ciò che annoia.
Talvolta l’argomento diete, molto ingombrante, trascina con sé anche l’argomento attività fisica ed è questo il problema. Non si parla di attività fisica fine a sé stessa, per il gusto di parlare di attività fisica ma come di correlato della dieta. L’attività fisica è quella cosa noiosa che va abbinata alla dieta.
Invece io sono del parere che se l’attività fisica è davvero divertente ed entusiasmante ad un certo punto delle diete non te ne frega più niente perché vedi che il peso forma riesci a raggiungerlo grazie allo sport e pertanto di cosa mangi a tavola può non fregartene niente. E’ chiaro che sei stato torturato per anni da diete terribilmente restrittive dove c’erano mille vincoli e si poteva mangiare solo questo e quello ma assolutamente non quell’altro, appena trovi un qualcosa che ti fa rientrare nel peso che può essere una buona e convinta attività fisica te ne approfitti per abbandonarti ad una dieta del tutto sgangherata che magari ti rimanda fuori peso anche se ti muovi correttamente. Ma allora, in quel caso, il problema non è più dell’attività fisica, bensì delle diete che ti hanno rovinato il rapporto con il cibo per sempre, imponendoti di pensare ad ogni momento a che cavolo mangi.
Il trucco non sta nel trovare la dieta vincente bensì l’attività fisica vincente, quella che non ti fa più pensare al cibo in modo maniacale, come se fossi un morto di fame, ma allora casca un business perché se mangiamo in modo esagerato oltre ad “alimentare” l’industria alimentare alimentiamo anche il business delle diete che è un bel business. Contraddizione curiosa: il business del cibo viene tenuto in piedi da quello delle diete che ti costringono a pensare al cibo in modo maniacale. Ed il business delle diete sta in piedi solo se l’industria alimentare spinge bene sul mercato altrimenti nessuno ha bisogno di mettersi a dieta.
Mi vengono in mente altri due business del nostro tempo collegati fra loro sui quali nessuno vuole metterci becco: quello dell’industria farmaceutica e dell’industria automobilistica. Nell’era dell’automobile siamo tutti un po’ malaticci perché ci muoviamo troppo poco. In conseguenza di ciò compriamo una quantità di farmaci incredibile. Basterebbe andare meno in auto per comprare meno farmaci e per potersi pure disintossicare alla fine da questi, ma sarebbe troppo semplice e crollerebbero due business colossali che nessuno vuol far crollare.
Il mio consiglio, atterrante, resta sempre quello: spegnete la televisione e trovate il tempo per muovervi di più, forse sembrerete degli eccentrici e non sarete molto aggiornati sulle ultime notizie ma la vostra salute ne trarrà giovamento.