Quando affermo che un buon allenatore dovrebbe essere anche un mezzo prete non lo dico per darmi un atteggiamento da filosofo, ne sono piuttosto convinto e un breve discorso sulla capacità di differimento (non solo nello sport) può aiutarmi a far capire i perché di questa convinzione.
La capacità di differimento è tipica del religioso, non solo della religione cattolica, certamente asse portante del pensiero cristiano: non occuparti troppo delle cose effimere che succedono solo fra noi terreni, occupati anche delle cose che possono dare l’eternità, anche se istintivamente sembrano cose di domani e non di oggi.
Nello sport la capacità di differimento è molto più terra terra, meno elevata ma non si discosta molto concettualmente da quel pensiero: non occuparti troppo delle cose che ti accadono come sportivo nell’immediato, occupati di più di quelle che accadranno in futuro, qui è un futuro più vicino, non è nell’Aldilà ma è comunque un futuro. Se l’atleta è pure cristiano è anche interessato all’Aldilà, e dunque anche ad un futuro più distante di quello della sua maturazione di atleta, allora subentra tutto il discorso di etica dello sport che può pure aiutarti a conquistare l’Aldilà dei cristiani.
Ma restando al futuro più vicino bisogna ammettere come in quasi tutti gli ambienti di sport manchi la capacità di differimento che ci può far pensare ad un futuro dello sportivo che vada oltre i pochi mesi di una programmazione sportiva stagionale. Così abbiamo gli allenatori di squadre di calcio che ai primi insuccessi vengono cacciati via e non riescono a programmare un bel nulla con la loro squadra. Poi gli atleti che ricorrono ai trattamenti farmacologici (una volta si chiamava doping, adesso si chiama doping solo quello della ristretta elite di quelli presi positivi perché gli altri ti querelano ad essere presi per dopati anche se sono pieni di farmaci all’inverosimile) perché i tempi di una maturazione tecnica costruita solo sul campo sono troppo lenti per essere attesi con pazienza mentre i tempi tecnici di concretizzazione sportiva di un buon trattamento farmacologico possono essere contenuti anche in meno di sei mesi che potrà anche sembrare tanto rispetto alla pastiglietta di veterodoping che ti faceva volare dopo mezz’ora ai tempi di Coppi e Bartali ma è comunque molto meno dei due o tre anni necessari per vedere la concretizzazione di un buon intervento tecnico di addestramento sportivo su un atleta che non si aiuta con nessuno stramaledetto farmaco. Abbiamo anche gli atleti scartati da bebè perché non si può attendere la maturazione sportiva di un ragazzo in ritardo di crescita e insomma se è in ritardo di crescita come si fa ad essere sicuri che sia un ritardo di crescita e invece magari quello è già bello e cresciuto e non cresce proprio più, non sia mai che si perde tempo su uno che quasi sicuramente non diventerà un campione.
Poi abbiamo la prevenzione che guarda ai danni già fatti o di immediato accadimento perché la prevenzione con lo sport è troppo futuribile e insomma non si può mica sconvolgere la società per prevenire un qualcosa che tutto sommato si riesce anche a curare precocemente con certe indagini di laboratorio.
La poca capacità di differimento, tanto per cambiare, riguarda anche la scuola, che guarda nell’immediato al mondo del lavoro ed alle sue esigenze e se questo mondo del lavoro non funziona non può essere certamente cambiato dalla scuola che deve solo obbedire alla realtà oggettiva e presente senza ipotizzare ideali modelli troppo “differiti” nel tempo. Praticamente lo studente studia sempre “a” scuola ma non studia mai “la” scuola perché non si può sognare di cambiarla come vuole lui. La scuola può essere cambiata solo dal mondo del lavoro che determina ciò che è importante e ciò che non lo è. Non sono gli studiosi a studiare la scuola sono gli imprenditori che la modificano… senza studiarla. Largo agli imprenditori! E’ una società che è priva della capacità di differire non è certamente solo lo sport ad accusare questa mancanza di vedute a largo raggio.
In quest’ottica la scuola non può diventare veicolo di promozione dell’attività sportiva perché tale compito nell’immediato non concretizza nessun vantaggio nell’inserimento dello studente nel mondo del lavoro. Occorre una capacità di differimento troppo elevata per passare dalla scuola come strumento per formare nuovi lavoratori alla scuola come strumento per formare nuovi cittadini.
La mancanza di una buona capacità di differimento ci porta a delle miopie piuttosto gravi e così si sopravvive un po’ alla giornata in un trionfo di urgenze che tendono a guastarci l’esistenza e ad alimentare lo stress che è il vero male del nostro tempo. Bisogna rendere molto bene a scuola perché così poi ci si inserirà nel mondo del lavoro nel modo migliore. Bisogna inserirsi bene ed in fretta nel mondo del lavoro perché così si potranno accantonare in fretta quei quattrini che possono darci qualche garanzia per il futuro. Ma che futuro? Perché si pensa al futuro solo quando si tratta di accantonare quattrini o di capire quando si potrà andare in pensione? Perché non si pensa al futuro in termini di salute invece che in termini economici? E’ più bello andare in pensione a 65 anni malaticci o andarci a 70 in buone condizioni di salute?
Abbiamo bisogno di preti che ci spieghino la capacità di differimento. Quella da utilizzare qui prima ancora di quella per conquistarsi l’Aldilà. Forse le due sono collegate e allora probabilmente tutto si spiega con una discreta crisi religiosa in atto. I fatti dello sport nascono lontano poi ricadono sullo sport in modo consequenziale, pensare che da tali fatti si possa risalire al problema sociale è un po’ azzardato però è vero che il mondo dello sport a volte è la cartina al tornasole di contesti culturali che vanno ben al di là dello sport.