SPOSTATORI DI COSE

Nella nostra vita, essenzialmente, spostiamo cose. Per questo si potrebbe pensare che il movimento sia molto importante. Dal momento in cui siamo impegnati a “spostare” cose la nostra capacità di svolgere questa funzione è direttamente collegata alla capacità di produrre movimento.

Accade che la maggior parte delle cose che spostiamo finiamo per spostarla con un “clic” o premendo un bottone.

Paradosso terrorizzante, nel triste film “The day after” si spostano le sorti dell’umanità premendo un terribile bottone. Fra l’altro in quel film non si è nemmeno mai capito chi abbia premuto il bottone per primo e si pone l’accento sul fatto, che una volta premuto quel bottone, gli altri avvenimenti si scatenano a cascata in modo automatico. Terrificante l’immagine degli americani che vedono partire i missili terra aria dalle loro basi. Loro non sanno se quelli siano partiti prima o dopo gli altri, sanno solo che dopo mezz’ora potranno attendersi che arrivi sul loro territorio qualcosa di terribile come ciò che hanno appena visto partire.

Un tempo anche spostare se stessi implicava una grande quantità di movimento, con l’invenzione dell’auto prima e dell’aereo poi tale movimento si è ridotto in modo drastico alle sole mosse del pilota. Tutti gli altri possono “muoversi” stando comodamente seduti su una poltrona.

Se fate caso la maggior parte delle pubblicità di auto fanno forza sul fatto che ti muovi velocemente stando seduto oppure che ti sposti stando seduto su una poltrona molto comoda. La prima pubblicità è quella più moderna perché ha subito il costante fascino del mito della velocità, la seconda appartiene ad uno stile degli anni ’70 quando la cosa fantastica era muoversi rapidamente ma stando comodamente seduti e pertanto si esaltavano le caratteristiche di comodità delle vetture di quegli anni che rispetto a quelle attuali erano certamente più lente ma forse  più comode.

Una pubblicità che sostenga che riesci a muoverti inquinando poco stenta a piazzarsi sul mercato perché fa a cazzotti con il mito della velocità al quale non si vuole rinunciare. Le auto elettriche potrebbero essere normalmente piazzabili sul mercato a cifre sopportabili se solo si avesse l’umiltà di farle viaggiare a 30 km/h nei centri abitati e al massimo ai 70 km/h fuori da quelli. Ma il mito della velocità non si tocca e tale adeguamento sembrerebbe un ritorno ai tempi della pietra, niente lotta all’inquinamento, teniamoci il nostro gasolio e continuiamo ad andare ai 130 km/h.

Nel nostro piccolo  l’incapacità di spostare cose molto piccole ci provoca drammi letali e così non riusciamo a sconfiggere il cancro perché c’è sempre qualche stramaledetta cellula che non riusciamo a spostare nel posto giusto, un virus apparentemente stupido ci blocca l’esistenza e ci ferma letteralmente tutti perché se ci muoviamo noi si sposta anche lui in un modo che non riusciamo a controllare.

Eppure siamo quelli che con un clic riescono a spostare un’infinità di cose. Con il danaro questa capacità è super moltiplicata e così ci sono persone che grazie a questo con un clic riescono a spostare il destino di migliaia di persone. Un ricco che può muovere un miliardo di dollari (ce ne sono ancora, anzi ce ne sono sempre di più…) con un clic può cambiare la vita di migliaia di persone.

Dunque spostiamo cose ma le spostiamo soprattutto premendo bottoni più che con il nostro movimento.

Accade, ed è questo il motivo di questo articolo strampalato e assurdo che se muovi cose solo a colpi di bottoni e di clic ti ammali anche se puoi muovere fiumi di danaro e da questo punto di vista la natura compie quel miracolo che non si può ignorare. Che tu sia ricco o povero la tua salute dipende anche e soprattutto dalla capacità di movimento autentico che riesci a produrre nella tua esistenza. Non c’è alcun meccanismo che ti metta in moto senza l’intervento della tua volontà e la famigerata ginnastica passiva che si pensava di inventare con macchine che per fortuna non sono mai state inventate si è capito subito che non poteva funzionare.

Viviamo per spostare cose, la maggior parte le spostiamo con un clic ma se non conserviamo la capacità di spostare noi stessi con il movimento autentico la nostra salute ne risente. Un po’ di giustizia esiste ancora.