Un certo tipo di sport aiuta il progresso, un altro tipo di sport invece aiuta solo lo sviluppo che non è assolutamente coincidente con il progresso e, ahimè, purtroppo ai giorni nostri molte volte lo ostacola.
Si fa fatica a capire perché lo sviluppo possa ostacolare il progresso ma non è poi una cosa molto difficile da capire.
Immaginate un ragazzino che voglia giocare a calcio con i suoi amici e può disporre solo di un pallone sgonfio. Può mettersi a giocare con quel pallone sgonfio ma non è molto divertente. Allora ha in testa un’ idea di progresso che gli dice che deve gonfiare quel pallone per poter giocare meglio. Quella è un’ idea di progresso che spesso è anche un concetto un po’ vago e discutibile ma sempre animato da buoni propositi: vuole il pallone più gonfio per giocare meglio, per divertirsi di più. Poi c’è il fatto tecnico del pallone da gonfiare e quello è il concetto di sviluppo, meno complesso, più semplice e dice solo che secondo un criterio di sviluppo quel pallone dovrà essere gonfiato per favorire il progresso. Quanto dovrà essere “sviluppato”?. Quanto dovrà essere gonfiato quel pallone per favorire il progresso, per favorire un buon gioco? E qui il concetto, anche se è semplice è spesso frainteso e si crede erroneamente che più il pallone è gonfio e più divertente sia giocare con quel pallone. Invece sappiamo tutti che non è così e questa filastrocca altro non è che la storia del sistema capitalista che gonfio come non mai ed ipertrofico all’eccesso rischia di esplodere al contatto di un qualsiasi spillo quale può essere per esempio il Covid o un’accelerazione dei cambiamenti climatici che fanno capire che la questione ecologica sta letteralmente esplodendo.
Lo sport per il progresso è una cosa molto complessa che deve essere studiata attentamente ed è sicuramente utile per la società. Lo sport per lo sviluppo serve essenzialmente il sistema capitalista ed è una cosa un po’ pericolosa di questi tempi. Pensiamo per esempio a quanto avvenuto in questi giorni in Italia per festeggiare la squadra di calcio che ha vinto lo scudetto. In momenti nei quali non ti lasciano scendere in piazza nemmeno per chiedere le cose essenziali per mangiare, hanno lasciato scendere in piazza migliaia e migliaia di tifosi per festeggiare un titolo sportivo. In effetti se per il progresso è più utile protestare per le cose che non funzionano per tentare di farle funzionare, per lo sviluppo è più importante lasciar festeggiare migliaia di tifosi che in realtà non hanno nessuna esigenza pratica di doverlo fare in una piazza superaffollata nel senso che anche se festeggiano in altro modo quando vanno a casa mangiano lo stesso. Se quelli che festeggiano sono gli stessi che vengono mandati a casa quando scendono in piazza perché non hanno da mangiare e con i festeggiamenti per lo scudetto almeno hanno una scusa valida per restare in piazza qualche ora senza essere caricati dalla Polizia allora non ci credo, perché chi non ha da mangiare non scende in piazza a festeggiare un bel niente ed è già tanto che la piazza non la metta a ferro e fuoco per alto senso di civiltà che si spera che possa attraversare sempre più anche la mente di una popolazione provata da un grande disagio.
Lo sport per il progresso non è uno sport ipertonico, è diretto alle cose essenziali e serve per la salute della gente, aiuta a ragionare meglio e non ha bisogno di essere gonfiato a dismisura anche perché si capisce benissimo che in quel modo rischia di scoppiare.
Mentre lo sport per la gente da ossigeno a chi lo pratica ed aiuta a pensare meglio lo sport per la televisione di ossigeno non ne da proprio e può portare anche a scelte irrazionali e sconvenienti. Il fatto che il secondo serva molto di più ad un concetto di sviluppo rispetto al primo non può giustificarlo al punto da farlo apparire sempre più importante dello sport per il progresso.
Lo sport non è l’unico campo nel quale si continua a dare la precedenza allo sviluppo rispetto al progresso e l’esempio più banale che ci possa essere, che alla fine va a condizionare tutta l’attività fisica delle persone più che il solo sport, è quello dello sviluppo della motorizzazione di massa in Italia. Lo sviluppo della motorizzazione di massa in Italia è iniziato più o meno a fine anni cinquanta, inizio anni sessanta. Sono passati circa sessant’anni da allora e non si è più fermato. Attualmente in Italia circolano circa 40 milioni di autoveicoli, c’è un tasso di sedentarietà veramente elevato e preoccupante fra la popolazione e si sta gonfiando ancora il pallone come se per divertirsi di più fosse necessario gonfiare ancora di più il pallone. Invece che studiare percorsi per le biciclette che potrebbero servire a sgonfiare un po’ il pallone, per evitare che esploda, si pensa a costruire nuove strade per le auto per fare in modo che la loro velocità aumenti sempre di più (la notizia che il megaprogetto della costruzione di un ponte sullo stretto di Messina non è stato abbandonato è di questi giorni…).
Immaginatevi un ragazzino che gonfia un pallone per sessant’anni, questo pallone è già da quarant’anni che è gonfio e lui continua a gonfiare. Cosa fate? Scappate via? E quello che stanno facendo molti giovani al giorno d’oggi. Basterebbe sgonfiare questo tipo di economia per adottarne una di molto più indicata ai tempi e si potrebbe affrontare di nuovo una politica di progresso come era avvenuto sessant’anni fa quando si era cominciato a gonfiare il pallone sgonfio. Il fatto che allora per progredire occorresse gonfiare il pallone ed oggi per progredire sia necessario sgonfiarlo non è una cosa difficilissima da capire. Basta fermarsi un attimo a vedere cosa ci succede intorno, nelle città ma anche nelle campagne, perché lo sviluppo selvaggio ha invaso ogni centimetro quadrato di territorio. Lo sport è importante non solo perchè ci fa stare bene fisicamente ma anche perché ci aiuta a vedere bene queste cose che troppi schermi ci fanno vedere in modo offuscato.