SPORT, OLIMPIADI E TELEVISIONE

Sto guardando le Olimpiadi alla televisione in questi giorni, non tanto, per non rimbecillirmi ulteriormente, ma quel tanto che basta per capire che lo spettacolo televisivo è salvo. Da un punto di vista televisivo si può pure dire che queste Olimpiadi funzionano. Per assurdo il nostro problema di telespettatori è più il fuso orario che i problemi logistici legati al Covid. Ma grazie alla televisione si superano anche i problemi di fuso orario e ciò che in diretta sarebbe proposto in orari impossibili grazie alla tv può essere comodamente visto in differita poco dopo. E’ vero che sarebbe più bello vedere anche il pubblico fare da degna cornice a questo spettacolo ma le prestazioni sono di ottimo livello anche senza pubblico ed il “succo” dello spettacolo è salvo. Tutto ciò mi fa piacere e non vorrei che quanto segue passasse per un moto d’inividia verso lo sport di vertice che tutto sommato regge (perché ai grandi sponsor interessa di più il pubblico televisivo di quello realmente presente sugli spalti) mentre lo sport di base sta patendo ancora seri problemi legati alla logistica del Covid.

Faccio un terribile balzo sullo sport comune per spiegare la differenza. Noto una ragazzina della categoria cadette (14 e 15 anni) che va molto forte sui 2000 metri ed il suo allenatore, dopo che ho fatto i complimenti per come corre bene la ragazzina, commenta mesto: “Purtroppo è solo in prestito dalla pallavolo ma appena potrà tornare a fare pallavolo tornerà a quella”.

Ora per me, che provengo dalla atletica leggera e che sono ancora terribilmente appassionato a questo sport, questa dovrebbe essere una manna dal cielo. Per fortuna che grazie alle limitazioni patite con il Covid un sacco di ragazzini sono costretti a provare l’atletica che si pratica all’aperto e così chissà che molti non restino affascinati da questo sport. Invece in barba alla mia forte passione per l’atletica dico proprio il contrario. Se una ragazzina è innamorata della pallavolo perché deve mettersi a provare controvoglia l’atletica leggera quando ha già scelto il suo sport del cuore? Forse non ci si può continuare ad allenare per la pallavolo anche rispettando le normative di sicurezza per il Covid? Se si riescono a preparare addirittura gli sport di contatto con un po’ di buona volontà, che dovrebbero essere quelli proprio impossibili da gestire per le norme di sicurezza, vuoi che non si riesca a gestire la preparazione per la pallavolo o per il calcio o per il basket o per la pallamano? Insomma non vorrei che questa presunta salvezza dello sport televisivo facesse passare in secondo piano i problemi dello sport vero.

Senza pubblico a Tokyo stanno facendo praticamente tutto ma nello sport reale, nello sport dei comuni mortali, le cose non funzionano ancora per niente bene.

Facciamo un esempio anche solo sugli spettatori. Gli spettatori delle Olimpiadi sono soprattutto telespettatori e quelli sono miliardi e di quelli a nessuno viene spenta la tv, nemmeno se sta passando il Covid, anzi proprio per quello visto che è costretto a stare a casa si guarda tutte le Olimpiadi dal primo minuto all’ultimo anche negli orari più impensabili. Per quanto riguarda gli spettatori sul campo, abbiamo visto, non ci sono, quelli sono stati stroncati dalle normative conto il Covid e non possono presenziare, ma quanti saranno quelli? Esageriamo, alcune centinaia di migliaia di persone? Vabbè, non è poco ma non è una cifra spropositata. In effetti ammassati sugli spalti non è che non rischierebbero nulla. La folla quando supera certi numeri diventa pericolosa.

Pensiamo invece agli spettatori della classica partita del cavolo in periferia sul campetto la cui tribuna ospita al massimo 1000 spettatori. Non si tratta di farli entrare tutti 1000 ma almeno una parte, diciamo i genitori dei ragazzi se non gli appassionati. Due o trecento persone attorno ad un anello di campo di mezzo chilometro di perimetro, vogliamo farceli stare, oppure la burocrazia esasperata deve opporre ostacoli insormontabili anche lì?

Insomma pare che la colpa di alcuni sport non sia la reale pericolosità nei confronti della diffusione del Covid ma il fatto di non essere sport “importanti”. Se questo evento sportivo non è importante non si stanno a studiare soluzioni razionali per ospitare almeno i genitori dei ragazzi, è inutile perdere tempo.

Allora io ho la presunzione di sostenere che anche se si è liquidato il fatto che in tribuna alle Olimpiadi non ci sta nessuno tanto l’Olimpiade è salva grazie alla televisione per quanto riguarda gli eventi sportivi con non alta risonanza è proprio il caso di studiare soluzioni sicure e possibili tentando di ospitare almeno un minimo di pubblico perché quelle manifestazioni non sono salvate per nulla dalla televisione.

E così tornando alla forte ragazzina che corre molto bene i 2000 sarei il primo io a dire che se prendesse passione per il mezzofondo in atletica saremmo in tanti a volerla allenare ma se ha passione per la pallavolo è sacrosanto che riesca ad allenarsi nella sua pallavolo con tutti gli accorgimenti delle normative per la sicurezza contro il Covid ma senza dover essere costretta a praticare uno sport che non è il suo.

A Tokyio sono in scena tutti gli sport, nessuna invidia, bene così, speriamo che possano tornare quanto prima anche gli spettatori sul campo oltre che quelli per televisione ma speriamo anche che tutto lo sport non televisivo trovi le possibilità per essere praticato in tutta sicurezza ma senza vincoli assurdi. Giusto per dire che lo sport è un diritto di tutti e non solo di chi riesce ad offrire livelli prestativi da Olimpiade.