Insolita questa distinzione per descrivere lo sport anche perché per lo più è una distinzione che riguarda le automobili, la gran parte a trazione anteriore ma alcune a trazione posteriore.
Come possa esistere uno sport a trazione anteriore ed uno a trazione posteriore è un po’ difficile immaginarlo ma con un po’ di fantasia si fa questo ed altro.
Secondo la mia concezione (poi ci sarà anche chi la vede molto diversamente) lo sport a trazione posteriore è quello dove lo sport è il motore vero e proprio di una baracca che ha proprio bisogno dello sport per muoversi. E’ il caso dello sport per la salute dove con lo sport cerchiamo quella salute che ci serve per far tutto e dunque lo sport non è l’obiettivo finale ma proprio quel mezzo che ci serve per star bene, per dirla in gergo quello che per molti sono le medicine.
Lo sport a trazione anteriore invece lo vedo diversamente. In quel caso il motore non è lo sport ma l’effetto di un’esistenza che ha già un suo motore, efficiente e funzionante, che genera energia e grazie a questa energia si spostano un tot. di cose, una delle quali, appunto, è proprio lo sport. Allora c’è questo soggetto che ha un surpluss di energia, parte la impiega per altri utilizzi e parte la impiega per lo sport che viene trainato da questo motore esuberante di energia. Non è uno sport che spinge ma è uno sport al traino. Forse è più tipico della gioventù che dell’età adulta.
Ho trattato spesso di emozioni nella seconda parte del 2024 ed ho tentato di far luce fra questi possibili ed opportuni collegamenti fra sport e passioni.
La passione è un qualcosa che si autogenera a crea energia, può dipendere da tante cose a volte di energia ne crea talmente tanta che mette perfino a disagio e l’obiettivo non è crearne altra ma cercare valvole di sfogo per questo surpluss di energia. In tal senso soprattutto nell’età giovanile lo sport è una valvola di sfogo eccezionale e salutare.
Molti tecnici si lamentano del fatto che tanti giovani non hanno più questo surpluss di energia e si presentano al campo svuotati, bisognosi quasi di uno sport a trazione posteriore da quarantenne con la panza che con lo sport va alla ricerca di nuove energie per sostituire le medicine invece che di un qualcosa per sfogarsi. E’ possibile che una vita molto stressante e troppo adulta già a vent’anni possa dare quadri di questo tipo e allora lo sport serve proprio per riequilibrare tale anomalia. Sarebbe opportuno che il ventenne che arriva al campo sportivo avesse lo spirito di uno che arriva lì per spaccare tutto più che quello di uno che arriva in sala rianimazione all’ospedale.
Allora forse più che uno sport a trazione posteriore ed uno sport a trazione anteriore dobbiamo immaginare uno sport a motore centrale dove, a seconda delle circostanze, questo motore gira da una parte o gira dall’altra per far andare la baracca in un senso o nell’altro.
Lasciando perdere gioventù ed età adulta, ci sono dei momenti dell’esistenza dove le passioni possono dare energia ed altri dove è più facile che sia lo sport a dare nuove energie e magari può aiutare a riaccendere passioni sopite nel tempo. Tendenzialmente siamo portati a pensare che questi momenti siano nell’età giovanile i primi e nell’età adulta i secondi ma poi strane realtà ci dimostrano proprio il contrario e forse è proprio per quello che è opportuno avere questo motore centrale, per farlo girare nel modo più conveniente a seconda dei momenti dell’esistenza.
Per spiegare questa opportunità si può fare un esempio piuttosto banale: il giovane che a diciotto anni si attende di fare certi risultati nello sport che non vengono ed è tentato di mollare tutto anche perché ormai sono otto anni che pratica quello sport (praticamente ha cominciato a dieci) ed è anche un po’ demotivato e privo di entusiasmo. La trazione posteriore per quel tipo di giovane proprio non funziona e quella anteriore ha bisogno di qualche passione che dia veramente tanta energia altrimenti l’abbandono della pratica sportiva è dietro l’angolo.
Esempio speculare quello del giovane in preda alle passioni dell’età sballottato da un emozione all’altra che di mollare lo sport proprio non ci pensa nemmeno e trova invece nello sport l’unico punto fermo della sua esistenza. Per assurdo questo funziona molto bene a trazione posteriore e la cosa curiosa è che con quello spirito può pure fare risultati di una certa importanza anche se ovviamente quelle non sono le condizioni migliori per fare sport di un certo livello.
L’aberrazione dello sport giovanile la trovo nell’atteggiamento del giovane che fa l’adulto inquadrato già a diciotto-diciannove anni perché ha una fretta stramaledetta di fare risultati di un certo tipo. Quel giovane a mio parere sta scegliendo la strada più breve per farsi del male, per infortunarsi e per rinunciare a cose alle quali un giovane non deve rinunciare né per fare sport e tanto meno per inserirsi rapidamente e con successo nel mondo del lavoro.
L’aspetto comico dello sport amatoriale è quando un certo tipo di sport produce un surpluss di energie anomalo per una certa età e crea presupposti per il Peter Pan di turno. E’ un problema relativo e generalmente reversibile ma dimostra come lo sport possa funzionare in modi diversi.
E’ chiaro che queste distinzioni di un certo tipo di sport non possono far pensare ad uno sport generico che fa sempre bene alla salute ed è sempre stabilizzante dal punto di vista psichico. Che lo sport ci aiuti a stare meglio anche dal punto di vista psichico non ci sono dubbi, che sia sempre stabilizzante è una leggenda metropolitana che può essere ipotizzata considerando solo un certo tipo di sport.
Tornando a considerazioni piuttosto ripetute in questo ultimo periodo continuo a sostenere che per capire bene l’atteggiamento verso un certo sport bisogna metterlo a confronto con altri aspetti della psiche che sono fortemente collegati quale quello delle passioni che muovono ovviamente non solo lo sport ma praticamente tutte le attività umane. Che sia difficile capire come funzionano le passioni e come condizionino tutto il resto è la scoperta dell’acqua calda e pertanto accontentiamoci di capire almeno un pochino come funziona lo sport, che nella fattispecie di questo articolo sarebbe quello a “trazione posteriore” e costringendoci in questa analisi ad un atteggiamento abbastanza umile. Saremo costretti ad analizzare solo ciò che lo sport può aiutare a scatenare ma non ciò che ritorna da questo scatenamento. Parallelamente, trattando del cosiddetto sport “a trazione anteriore” dovremo ammettere umilmente che non possiamo mai capire cosa c’è dietro l’angolo anche solo considerando lo sport perché essendo inevitabilmente connesso con le passioni è assolutamente imprevedibile.
Tornando al motore centrale se qualcuno avesse da obiettare su un eccesso di fantasia in questa mia visione strana mi permetto solo di segnalare una delle migliori auto prodotte dall’industria automobilistica italiana: la Lancia Stratos, aveva il motore centrale.