L’uomo ha creato cose fantastiche, basti pensare all’aereo che anche se inquina in un modo un po’ scandaloso ci permette di spostarci come nessun animale sa fare (gli uccelli direte voi, sì ma vanno più piano…) però, se dovesse finire adesso per quanto ha fatto di terribile a livello ambientale, ci tocca dire che quanto a sistemi politici non ha avuto ‘sta gran fantasia e non è assolutamente riuscito a creare quanto poteva.
In questo contesto disorientante, non all’altezza di quanto può fare l’uomo, il sistema politico sovietico penso che sia stato uno dei peggiori, una nefandezza incommensurabile.
Guardate che non ce l’ho assolutamente con la Russia. Quando sento l’inno russo mi viene quasi da alzarmi in piedi e se qualcuno ritiene che il popolo russo non abbia meriti lo invito semplicemente ad ascoltare bene l’inno nazionale per fargli cambiare idea solo con due minuti di musica.
Detto questo il sistema sovietico si può pure prendere ad esempio come elemento imbarazzante per far capire che errori è riuscito a commettere il genere umano su vasta scala.
Perché ne scrivo ora dopo oltre trent’anni che è crollato? Perché anche se è crollato a livello burocratico, di fatto è nelle nostre menti e nei nostri sistemi politici a livello organizzativo, a livello ideologico e, oserei dire pure a livello scientifico.
La scienza stessa è intrisa di sovieticità e prende decisioni che sono tipiche del sistema sovietico quando decide politicamente di scartare alcune opportunità d’indagine perché non sono “politicamente convenienti”.
Lo sport, l’ho scritto più volte, ha santificato il modello sovietico e l’ha santificato instillando nel fine principale di ogni federazione sportiva di ogni paese l’obiettivo di costruire il numero massimo di campioni per fini propagandistici e di immagine più che salutistici. Poi ti raccontano che il campione serve anche allo sport di base perché il ragazzino vede il campione e va al campo sportivo per emularlo ma quella è una balla del secolo scorso perché il ragazzino al campo sportivo ci va anche se non vede nessun campione se gli crei le condizioni ambientali e di vita per le quali possa giustamente praticare sport senza stress.
Il sovietismo o “sovieticità”, chiamatela come volete, esiste nella società perché fa comodo ai vari sistemi politici ma anche e soprattutto perché è presente nelle nostre menti. Siamo tutti un po’ sovietici e con quel “sovietici” non sto dicendo russi che, per come intendo la Russia, sarebbe pure un complimento, ma sovietici nel senso di inclini a sopportare un sistema politico che evidentemente non funziona, evidentemente serve solo a chi lo sostiene dall’alto ma è decisamente fallimentare e nel tempo non può portare a nulla di buono.
Voglio distinguere anche il “sovietismo” dal comunismo. Io del comunismo ho un profondo rispetto, c’è gente che a sentirmi parlare dice che sono pure comunista ed è proprio per questo che sono convinto che l’Unione Sovietica sia stata l’aberrazione del comunismo. L’Unione Sovietica ha fatto dire a tutto il mondo che il sistema comunista era un sistema insostenibile, utopistico e decisamente insopportabile. Io credo che il vero comunismo non sia armarsi fino ai denti e chiudere le frontiere impedendo ogni scambio culturale fra i cittadini ed ho la presunzione di dire che il vero comunismo non è mai stato applicato fino ad ora in nessuno stato perché i vari presunti tentativi erano solo dittature travestite da ideale comunista. Il discorso Cina è molto complesso ma sono partiti da lì pure loro.
La Cina mi serve come esempio per far capire la mia sensazione. La Cina adesso come adesso è lo stato più capitalista del mondo. Eppure è permeata da uno stato di sovieticità nella vita dei suoi cittadini che è impressionante. Mi viene da dire che la Cina attualmente sia più sovietica della stessa Russia.
Attenzione che vi porto al grande balzo. E la mia idea bislacca è proprio che anche nella società civile oltre che nello sport siamo sempre più sovietici, sempre più inquadrati in certi comportamenti.
Il sovietismo è fra noi e vi basta ricordare come è stata gestita la faccenda Covid per farvi capire cosa intendo. Molte volte la ragione di stato prevale sul benessere del singolo cittadino.
Secondo il nostro modello di stato noi dovremmo lavorare tutti come dei deficienti e produrre all’esasperazione perché abbiamo un debito pubblico da far paura e l’unico modo per risanarlo è essere ben piazzati e produttivi sul mercato, decisamente competitivi, un po’ come la Cina, il paese più sovietico che ci sia attualmente…
E chiaro che se quella è la norma il sistema sportivo sovietico è l’unico modello di riferimento e allora fai pure sport perché vogliamo vedere cosa combini, vogliamo vedere se sei uno degli eletti che terranno alti i colori della bandiera ma quando vedi che non sei un campione rassegnati e vedi di produrre quanto prima perché qui dobbiamo rispettare i “piani quinquiennali” o meglio dobbiamo far fare bella figura a questa legislatura che si è imposta con lo stile di tutte le altre.
Io dico che esiste un sovietismo esogeno che è quello che respiriamo nelle strade e che vediamo sui telegiornali che sembrano telegiornali dell’Unione Sovietica ma purtroppo esiste anche un sovietismo endogeno che è quello che ci portiamo dentro ed è la tristissima rassegnazione del ragazzino di sedici anni che smette di fare sport perché ha capito che non ce la farà a diventare un campione, è indietro con gli studi, rischia di essere bocciato e poi se viene bocciato, produce più tardi, va a remengo il piano quinquiennale e tutta l’Unione Sovietica.
L’Unione Sovietica è ancora nelle nostre menti, anche se è crollata oltre tre decenni fa.
Un esempio banale banale? Vi ricordate quando davano le multe se un podista andava a correre distante da casa oltre 200 metri dalla propria abitazione in periodo di Covid? Quel podista non ostacolava le ambulanze perché andava in campagna, fuori dalle balle, distante da Dio e dagli uomini. Purtroppo distante da Dio c’era davvero perché arrivava pure la polizia a fargli la multa ed evidentemente Dio in quel trambusto non aveva tempo per proteggere il podista buontempone.
Ebbene non sono così blasfemo da dire che Dio poteva metterci un occhio, ha ben altro a cui pensare. Non sono nemmeno così irriverente da dire che la Polizia poteva chiudere un occhio. Loro fanno il loro mestiere e non possono a mettersi a sindacare sulla bontà delle indicazioni che gli vengono fornite dall’alto. Il sovietismo era ed è dentro di noi perché quasi nessuna di quelle multe è stata contestata.
Lo stato può sbagliare ma se il cittadino sta zitto è complice e si merita lo stato che appoggia.
Siamo tutti un po’ troppo sovietici. E’ una mia sensazione.