SOSTITUIRE “VINCERE” CON “MIGLIORARE”

E’ forse questa la chiave di volta per inventarsi uno sport migliore che possa essere realmente utile per tutti. Mi verrebbe da dire che probabilmente questo è un motto anche per intendere una nuova società più umana perché quella attuale è troppo competitiva e tende ad emarginare chi non riesce a vincere.

La competizione è importante e aiuta a crescere ma quando è esasperata fa danni. Lo vediamo in tanti ambiti del sociale, nella scuola, nel lavoro, dappertutto. La competizione esasperata fa danni pure a livello ecologico e così accade che una città per vincere la competizione sul mercato faccia spazio ad una industria che è decisamente sovradimensionata. La stessa industria che se di proporzioni ragionevoli poteva essere compatibile con il territorio se ingigantita in modo esagerato procura un disastro ambientale. Ma nella competizione del libero mercato per “vincere” era necessario far così.

Allora il motto “migliorare semplicemente” invece di “vincere a tutti i costi” diventa una scelta di vita necessaria per continuare a sopravvivere perché la natura si ribella alle forzature esasperate.

Resto nell’ambito sportivo perché qui di politica ne faccio fin troppa (per esempio quando dico che i monopattini elettrici anche se poco razionali per risolvere il problema del traffico sono comunque una manna dal cielo perché ci costringono a pensare a strade più sicure…) e tento di spiegare perché uno sport dove il motto è “Migliorare più che vincere” può essere uno sport che punta decisamente alla salute.

Uno solo vince ma tutti possono migliorare. Se uno solo vince e tutti vogliono vincere allora la lotta diventa esasperata, una vera guerra dove tutto è possibile ed il miglioramento necessario non è più un miglioramento fisiologico e ragionevole ma un miglioramento esasperato, non conta più solo migliorare ma bisogna assolutamente migliorare più degli altri. Se questo è il modello certamente qualcuno resterà fuori dalla competizione e c’è il rischio che non migliori proprio nulla.

Andiamo su dati oggettivi invece che su supposizioni astratte. L’atletica ha dalla sua di essere uno sport perfettamente misurabile e pertanto può aiutarci a capire le tendenze di massa. Mentre negli sport di squadra come il calcio o la pallavolo o la pallacanestro la valutazione è più aleatoria ed è difficile dire se il livello medio è migliorato o peggiorato anche perché l’evoluzione dello sport può rendere improponibile il confronto fra le squadre di adesso e quelle di un tempo nell’atletica questo confronto è molto più semplice ed i numeri, le misure siano essi metri o tempi non lasciano spazio a dubbi.

Ho già scritto del test sui 1000 metri adottato da molte scuole che è un test semplicemente geniale come parametro di efficienza fisica ed io direi anche come parametro di salute, un test semplicissimo somministrabile a tutta la popolazione studentesca.

Da quel test emerge che come livello di salute generale la nostra popolazione studentesca soprattutto dai 15 anni in poi da indicazioni preoccupanti.

E’ di questi giorni la notizia di uno studio che non confermerebbe la relazione fra eccesso di uso dello smartphone ed un certo tipo di tumori. Bene allora ne attendiamo anche uno che dica che non c’è relazione nemmeno fra l’uso di cocaina e altri tipi di tumori così possiamo stare perfettamente tranquilli. Ci si può tranquillamente fare di cocaina e rimbecillire di smartphone: non fa venire il cancro. Sappiamo benissimo che la cocaina non fa bene alla salute anche se non fa venire il cancro ma c’è certa gente che non ha capito che lo smartphone è un vero e proprio disastro per certe abitudini dei giovani ed è certamente un fattore di sedentarietà. Dire semplicemente che non fa venire il cancro è un modo come un altro per sottacere che è necessario avviare una vera e propria battaglia all’uso compulsivo dello smartphone soprattutto presso la popolazione giovanile.

Trattando di miglioramenti fisiologici e necessari, per esempio in atletica, più che migliorare il tempo di 2’30” sui 1000 metri del quindicenne che vuole ambire a diventare un vero campione è assolutamente necessario migliorare quel tempo di 6’30” sui 1000 metri che è un tempo semplicemente disastroso su quella distanza e che al momento non è alla portata di migliaia e migliaia di giovani che hanno problemi di salute non trascurabili se è vero che quel parametro di 6’30” sui 1000 ti dice che se non riesci a farcela non sei semplicemente straccio ma sei potenzialmente malaticcio che è molto peggio.

Per cui, anche a livello generale non è importante vincere (ve li immaginate gli studenti italiani che vogliono correre tutti i 1000 metri in 2’30”? E chi ha più tempo per studiare?!?) ma è importante, oserei dire “fondamentale” migliorare, per una questione di salute più che di decoro, per una questione sostanziale più che per una questione estetica (visto che l’attività motoria con finalità estetiche è tanto di moda ai giorni nostri).

In una cultura dell’attività motoria evoluta migliorare diventa molto importante e, a tal fine, bisogna prendere la consapevolezza che vincere è molto difficile, assolutamente non necessario e anche se può giustamente essere nelle ambizioni di molti (soprattutto da giovani è opportuno riuscire a sognare anche sogni di difficile realizzazione) non può diventare la scusa ufficiale per rinunciare a migliorare. Uno sport dove “smetto perché ho capito che non sono in grado di vincere…” è uno sport folle e aberrante che non ha insegnato i principi fondanti dello sport. Il primo obiettivo dello sport, più che trovare un vincitore è migliorare la società, se trovato l’eroe, il vincitore appunto,  quello sport chiude allora è uno sport che non serve a nulla. Pertanto il vero risultato sportivo è il miglioramento della base, del numero dei praticanti e anche l’esiguo miglioramento di prestazione delle ultime delle comparse ha un grande significato se questo è molto diffuso. Poi lo spettacolo punta i suoi riflettori sull’eroe è quello è il motivo per la narrazione suggestiva, per la cronaca dei giornalisti e per l’esaltazione del modello sportivo nazionale ma senza il miglioramento della base quelle gesta appartengono ad un gigante con i piedi d’argilla.

Lo smartphone forse non farà venire il cancro ma se vogliamo una gioventù più sana ne va limitato l’uso. E non è necessario fare molti studi scientifici per capire perché sia importante limitarne l’uso ai giovani ed io aggiungo che non è necessario nemmeno aver fatto le scuole alte per capire questa cosa. Eppure è una cosa molto importante, come la salute dei giovani.