SIAMO MEDIAMENTE MEGLIO NEL CALCIO CHE NELLA SCHERMA

La schema italiana di alto livello non finisce di stupire, alle Olimpiadi dopo l’argento arriva l’oro e bisogna davvero dire che questa è una squadra che fa cose strepitose.

Ovviamente io sono stato travisato come sempre nei miei articoli strani e ne è venuto fuori che ho praticamente insultato i politici perché ho scritto che, a mio parere, quelli visti nella partita di beneficenza trasmessa poco tempo fa in televisione sanno praticamente giocare a calcio meglio di quanto sappiano fare i politici.

Non era un insulto, in un articolo nel quale partivo dalle prodezze degli atleti di alto livello della scherma volevo semplicemente spiegare che noi abbiamo nel sangue il calcio più che la scherma, tanto è vero che anche i politici, dai quali francamente non ti aspetteresti questo gran rendimento, nel calcio viene fuori che invece sanno trattare la palla e ti dimostrano che, se non fosse per la panza, sanno comunque come si fa a giocare a calcio.

Ebbene dopo l’oro della scherma, ripeto fantastico ed esaltante, posso ribadire che a mio parere non siamo un popolo di schermidori, tutt’altro, ed è proprio per quello che le medaglie dei nostri atleti alle Olimpiadi hanno un valore particolare.

Se pigli un qualsiasi ragazzino italiano, gli butti lì un pallone e gli dici di far vedere cosa sa fare con i piedi vedi che sa trattare la palla, non è imbranato e sta lì a guardarti come se gli avessi consegnato un martello pneumatico.

Se invece pigli un fioretto e gli dici “Fammi vedere cosa sai fare…” più o meno ti guarda proprio come se gli avessi messo in mano un martello pneumatico, se insisti muove ‘sto fioretto in modo maldestro ma insomma fai fatica a capire che è della stessa nazionalità di quelli che in televisione fanno cose incredibili.

Siamo un popolo di calciatori e, per certi versi mezzo secolo fa lo eravamo ancora più di adesso. Perché? Perché c’erano meno auto parcheggiate sulle strade di adesso, non perché le nostre scuole calcio di allora fossero più efficienti di quelle attuali. La prima scuola calcio era la strada e non c’è scuola calcio organizzata che la possa sostituire.

Il confronto calcio-scherma è un confronto casuale, dettato dai successi degli atleti alle Olimpiadi in questi giorni ma potrebbe benissimo essere anche calcio con qualsiasi altro sport. Il calcio è l’unico sport del quale abbiamo una vera cultura nazionale, e anche la grande atletica che sta aumentando in modo sensibile il numero dei tesserati e che mi auguro che anche alle Olimpiadi possa ben figurare, visto che ai recenti Europei ha fatto cose clamorose, rispetto al calcio non regge il confronto anche se potrebbe pure arrivare il giorno che il “telespettatore medio” si diverte a guardare più la nostra atletica di vertice in televisione che il calcio di vertice.

Ma senza ripetere la storia del fioretto, anche in atletica, quante ragazze italiane “qualsiasi” sanno correre i 100 metri in meno di 16″? Sedici secondi sui cento metri (in lettere…) non è nulla eppure la maggior parte delle ragazze italiane vanno in crisi se chiedi questa prova. Probabilmente provano a barattare con una bella schiacciata a pallavolo perché la cultura che a livello maschile è del calcio, a livello femminile è della pallavolo e anche se nella pallavolo televisiva dovessimo cannare alla grande non possiamo dire di non avere almeno un minimo di cultura della pallavolo a livello femminile.

Lo sport di vertice è una cosa, quello di base è un altra. Calcio a livello maschile e pallavolo a livello femminile sono gli unici che si salvano “culturalmente” a livello di diffusione popolare ma tutti gli altri sport non hanno il giusto livello di coinvolgimento nella popolazione comune e se anche alle Olimpiadi si comportano bene non possiamo dire che questo comportamento dipenda da quanto seminato nella base. Qualcuno potrebbe insinuare che il ciclismo ha in effetti una buona penetrazione anche nel tessuto sociale. E’ così a livello amatoriale ma a livello di giovani non è così per il semplice motivo che non ci sono i posti per allenarsi. Filare ai 40 chilometri all’ora sulle strade italiane con la bici è pericolosissimo, ti devi organizzare con altri perché rischi troppo. Ma questo è solo un esempio perché se lì mancano le strade, che in Italia non ci sono nemmeno per le bici di chi deve andare a lavorare non solo per chi deve allenarsi, per altri sport mancano proprio le strutture che sarebbero anche molto meno onerose di quelle occorrenti ai ciclisti. La cultura dello sport di base fa un po’ a cazzotti con quella dello sport di vertice che fa vendere più birra perché si guarda in televisione sorseggiando la birra. Intanto godiamoci le gesta dei marziani che gareggiano alla pari con atleti di nazioni che hanno strutture molto migliori delle nostre, poi proviamo a pensare cosa si può fare perché lo sport nella nostra nazione sia anche un po’ di più di calcio e pallavolo.