Proseguendo il filone romantico sentimentale vorrei affrontare ora un quesito piuttosto strano: se sia possibile “innamorarsi” di uno sport.
E’ un “innamorarsi” virgolettato giusto per non prendersi in giro, perché fondamentalmente l’amore come comunemente inteso è quella cosa che si scatena fra una coppia e non fra una persona ed un’attività, per bella che sia, come può essere quella sportiva.
Allora una prima risposta può essere che come lo sport non può sostituire l’amore vero e, proprio perché non ne conosce le dinamiche che sono molto diverse da quelle del vissuto emotivo nello sport, può però presentare delle situazioni di “esclusività” che sono tipiche dell’amore vero e proprio.
L’amore in una coppia, quello che funziona davvero, è tipicamente esclusivo perché l’innamorato anche se vede altre persone e può apprezzarle particolarmente non si pone assolutamente il problema di portare alla massima potenzialità questo rapporto perché quell’atteggiamento ce l’ha già nei confronti dell’innamorato o dell’innamorata e basta ed avanza. Pertanto un eventuale altro rapporto di coppia quando quello in corso funziona è assolutamente escluso da ogni progetto e non da nemmeno quella scintilla iniziale che potrebbe farlo partire.
Parlando di energia (e su questa ho fatto pure l’accostamento irriverente con lo sport ma non me ne pento perché tanta energia elettrica passa anche nelle questioni di sport…) ho trattato negli articoli precedenti del famoso “colpo di fulmine”. Ebbene questo istante rapidissimo, assolutamente incontrollabile ed imprevedibile è molto difficile che avvenga negli innamorati allo stato iniziale dell’innamoramento se non fra di loro e pure in modo ripetuto (ed è proprio questo a testimoniare che quell’amore è veemente e nel primo periodo, come è giusto che sia, si ripresenta in più momenti come se fosse proprio nello stato iniziale della vera e propria esplosione), ma non avviene con altre persone proprio per quella caratteristica di esclusività che esclude altre persone da quel momento sublime che è l’innamoramento nello stato iniziale. Poi le cose si normalizzano e questa non è la routine come qualcuno sospetta ma la normale fisiologia umana perché in fase acuta di innamoramento non ci si sta più di un certo periodo e si può anche avere la fortuna sempre più rara di far durare un amore una vita intera e che si riaccende a più riprese proprio come agli inizi ma è semplicemente disumano pensare che possa andare avanti sempre con la stessa intensità per una vita.
Questa caratteristica di “esclusività” può riguardare anche lo sport, anche se lo sport non ti rapisce con la stessa veemenza del rapporto di coppia, ma può diventare esclusivo nel momento in cui uno conosce proprio a fondo lo sport che pratica, se ne “innamora” fra virgolette e, a quel punto, anche se può apprezzare pure gli altri sport, non ci pensa minimamente a specializzarsi su quelli perché lo ritiene semplicemente tempo perso nello stesso modo in cui l’innamorato ritiene tempo perso interessarsi a fondo di una persona diversa dalla propria partner.
Io spesso consiglio di provare ad innamorarsi del proprio sport preferito ed anche se “provare ad innamorarsi” può sembrare una brutta forzatura in realtà non lo è. Non ci si prova ad innamorare di una certa persona, ci si innamora e basta e forse si può solo frenare in tal senso (chi ci riesce, e non si sa se sia una cosa salutare ed umana…) ma non si può certamente forzare l’amore come se amassimo a comando. Anche nello sport è così se non che possiamo creare i presupposti più facilmente che nel rapporto di coppia perché scatti la scintilla. Insomma la scintilla nel rapporto di coppia scatta solo se deve scattare mentre verso uno sport può scattare anche se non pensavamo che potesse farlo. Creare le condizioni affinché ci si possa innamorare di uno sport vuol dire tentare di capirlo a fondo e pertanto dedicarci molto tempo, molto più che non ad altri sport. Chi pratica dieci sport contemporaneamente difficilmente si innamorerà di uno precisamente (non me ne vogliano quelli del Decathlon: quelli praticano normalmente dieci discipline diverse ma praticamente sono innamorati solo del Decathlon che prevede appunto la somma dei punteggi ottenuti nelle dieci discipline per dare il risultato finale) e non sente nemmeno la necessità fisica di innamorarsi di uno sport in particolare.
Insisto spesso sulla necessità di innamorarsi di uno sport in particolare proprio per avere maggiore libertà. Siamo portati a pensare che un grande amore ci tolga la libertà e ci costringa, per esempio, a compromessi anche sull’attività lavorativa per poter costruire un futuro. Ebbene lo sport ci porta al ragionamento contrario, si sa che non può durare una vita, almeno nella fase migliore, e si sa che non lo si può costruire per il futuro, pertanto si è portati a cogliere l’attimo e semmai a procrastinare le grandi fatiche per una professione che può minacciare di essere molto impegnativa per tutta la vita.
Trovo che sia necessario che provino ad innamorarsi del proprio sport i ragazzini che alle prime difficoltà sono pronti ad abbandonarlo in cambio di un miglioramento del rendimento scolastico, che siano innamorati del proprio sport gli universitari e quei lavoratori alla prima esperienza lavorativa che sono pronti a gettarsi anima e corpo sul lavoro anche lì comprimendo in modo drammatico il tempo dedicato allo sport.
Dunque non possiamo pensare ad un innamoramento in uno sport come ad un qualcosa che ci sposta completamente tutti i progetti di vita ma come un qualcosa che ci aiuta ad affrontare le scelte della vita con una certa serenità senza farsi schiavizzare da situazioni di alcun tipo. Lo sport, per certi versi, può essere addirittura concorrenziale nei confronti di ipotetici innamoramenti di un certo tipo, ma se è davvero concorrenziale vuol dire che quell’innamoramento non è del tutto sincero e potente perché un innamoramento vero ha rispetto anche per le cose importanti per la salute quali lo sport. Il sottoscritto, un po’ malato di sport, si è trovato praticamente a litigare su questo motivo in storie che non potevano avere futuro e che non sarebbero mai decollate anche se i “problemi” offerti dallo sport fossero stati appianati in un batter d’occhio. Per certi versi lo sport mi ha escluso da un certo tipo di storie ma non me ne pento e se tornassi indietro penso che mi comporterei nello stesso identico modo. Semmai, sempre se tornassi indietro, potrebbe essere diverso il mio atteggiamento, proprio grazie allo sport, verso un certo tipo di scuola che ho vissuto in modo un po’ “tossico” sempre alle prese con l’incubo della bocciatura e del brutto voto anche se ero un autentico secchione (e purtroppo me ne rendo conto solo dopo, perché allora reputavo secchioni solo quelli che si concentravano su quanto riportato dal libro di testo per prendere i migliori voti mentre io che partivo per la tangente in speculazioni diverse, pseudo filosofiche, mi ritenevo un contestatore più che un secchione).
Insomma se innamorarsi di una persona è bello, affascinante ed esperienza di vita indimenticabile anche se magari non dura molto, innamorarsi di uno sport è comunque bello, forse non affascinante ma certamente utile per stare in salute ed aver delle possibilità in più per reagire alla società dello stress. Per quello è opportuno metterci tutta la buona volontà per riuscirci anche se magari la scintilla non si accende subito ma dopo un po’ che lo pratichiamo. Del resto chi l’ha detto che i colpi di fulmine più belli sono quelli fra due persone che non si sono mai viste e non quelli tardivi fra due persone che si conoscono da un tot. ed improvvisamente si accorgono che fra loro c’è un qualcosa di molto di più importante di ciò che avevano sempre immaginato? La corrente viaggia dappertutto, in modo improvviso ed inaspettato, quella che riguarda lo sport fa praticamente sempre bene, come, se vogliamo, anche quella che riguarda l’amore.