SE L’ISTRUTTORE STA ZITTO

Se l’istruttore sta zitto non è detto che sia una cattiva cosa. Forse lo fa semplicemente per non dare fastidio all’allievo. Capita, soprattutto nelle palestre moderne, che l’allievo intenda utilizzare solo la struttura, va in palestra e non vuole alcun tipo di supporto dall’istruttore, sa già cosa deve fare e non ha bisogno di alcun consiglio. In tal caso, l’istruttore che ha capito questa cosa sta zitto per educazione, ha capito che il cliente non ha bisogno di assistenza e vede bene di non rovinare l’anima con domande inutili. Per cui il silenzio dell’istruttore può anche essere una buona cosa. E’ il silenzio dell’allievo che non è quasi mai una buona cosa. Già l’allievo che va in palestra solo per utilizzare gli spazi ed i macchinari mi disorienta. Possibile che, se sai quello che devi fare, non riesci ad arrangiarti a casa tua o in una stramaledetta palestra di qualche società sportiva? A volte, in effetti, le tariffe di alcuni “supermercati” dell’attività motoria sono così basse che qualche soggetto, che per qualche strano motivo ha bisogno di usare macchine da palestra, si fa un abbonamento a quel supermercato e riesce ad utilizzare macchine che a volte sono anche molto costose a prezzi modici. In ogni caso, sempre per educazione, l’istruttore farebbe bene ad accertarsi di questa situazione. E’ anche deontologia professionale capire la motivazione per la quale l’allievo si trova in palestra e se questa è la situazione è pure buona norma vedere se per l’allievo non ci sono soluzioni alternative per risparmiare il costo di utilizzazione della palestra. Lo so che suona male un istruttore che tenta di capire se l’allievo può fare a meno della palestra ma in un rapporto professionale onesto si fa così. Se invece vi sono indicazioni “dall’alto” del tipo: “Non chiedete nulla agli allievi che si fanno gli affari loro…” allora il rapporto istruttore-allievo parte già con il piede sbagliato, anche se deve essere un rapporto quasi inesistente. Comunque, anche nella presentazione della struttura, l’istruttore deve essere in grado di valutare se questa è davvero necessaria per le esigenze dell’allievo e non vi è alcun dubbio che la valutazione finale vada fatta dall’allievo stesso ma una prima riflessione sul da farsi andrà comunque fatta insieme. Insomma l’allievo che piomba come un missile in palestra, sa già cosa deve fare, fa gli affaracci suoi e saluta, buongiorno, buonasera, per fortuna è anche abbastanza raro. Nella realtà delle cose l’allievo che sta zitto è proprio lui che non vuole rompere le scatole e non sa che ha diritto ad essere assistito anche se lui è arrivato lì con precisi obiettivi che possono essere non del tutto coincidenti con la molteplcità dei prodotti offerti da quella palestra. Faccio un esempio stupido: a volte un soggetto finisce in palestra semplicemente perché deve usare la macchina del legh extension per fare la riabilitazione del ginocchio. Se è per quel semplice motivo l’istruttore può benissimo suggerire come fare per sostituire l’uso di quella macchina con un esercizio a corpo libero, è nelle competenze dell’istruttore, è una cosa possibile, al più l’allievo potrà continuare a frequentare la palestra fin tanto che non si è reso conto di aver imparato bene l’esercizio di riabilitazione. Per questo sostengo che, alla faccia della privacy, un minimo di comunicazione fra istuttore ed allievo ci deva essere. Le palestre per moderne, attrezzate e tipo supermercato che siano non sono assolutamente come le lavanderie a gettone ed è sempre previsto che ci sia un minimo di rapporto con l’istruttore, è una cosa ovvia, data per scontata. Può essere richiesto un “non rapporto” solo nel momento in cui espressamente richiesto dall’allievo.

La cosa molto più preoccupante è quando un istruttore sta “troppo” zitto anche quando l’allievo chiede assistenza e ciò accade, purtroppo, quando il numero di istruttori per allievo è un po’ basso e pure quando il grado di “meccanizzazione” della palestra è  molto elevato. Si parte dal presupposto che più la palestra è attrezzata con macchine e più l’allievo tende ad arrangiarsi quando invece dovrebbe essere proprio il contrario perché molto spesso l’utilizzazione di macchine da palestra non è una cosa molto opportuna per un certo tipo di allievi. Per cui, molto semplicemente, la norma di una palestra ben condotta, anche se l’allievo è esperto e collaudato, non è un istruttore che sta zitto ma, al contrario, un istruttore che chiede se tutto procede come deve procedere.

Questo sembrerebbe il classico articolo di aria fritta, di cose scontate da raccontare e che non ha nemmeno senso scrivere, purtroppo con l’inflazione di macchine da palestra anche laddove non servono si è pure arrivati un po’ a snaturare il rapporto fra allievo ed istruttore e quest’ultimo, a volte, sembra quasi essersi trasformato in un meccanico che si occupa del buon funzionamento delle macchine. In realtà l’istruttore si occupa degli allievi perché per le macchine c’è proprio il meccanico che fa l’assistenza solo alle macchine.