SE LEGGI TI PAGO

Qualche mio lettore, che non ha capito molto di questo sito, è rimasto deluso dal fatto che io non mi sia candidato per farmi spazio in politica. Uno più uno fa due e qualcuno immaginava che “Questo non ha sponsor, non vende alcun tipo di ginnastica all’ultima moda, non spinge alcun tipo di integratori alimentari… vedrai che si sta facendo una campagna elettorale ad ampio respiro per entrare in politica per sostenere lo sport e l’attività motoria in genere.”

Ed invece nulla di tutto ciò. La mia città ha avuto un vero assessore allo sport circa trent’anni fa e i segni del suo gran lavoro si vedono ancora adesso, dopo di lui non hanno più avuto il coraggio di proporre nessun altro vero assessore allo sport perché, per lo sport, lui aveva speso troppo e così sono stati messi al suo posto personaggi anche abbastanza eroici, senza portafoglio, che hanno fatto finta di fare gli assessori allo sport senza poterlo fare in pratica e che sono stati dei veri e propri parafulmini per amministrazioni che non hanno potuto spendere quanto era opportuno spendere per lo sport. Qualcuno dice che quell’ultimo assessore “vero” è stato semplicemente più fortunato ed è stato l’ultimo che ha potuto disporre di cifre interessanti per dare impulso all’attività fisica nella nostra città. Io che ho conosciuto quel personaggio dico che tale etichetta è semplicemente limitante e non tiene conto del fatto che in tempi nei quali con la politica si arricchivano tutti (qualcuno ci riesce ancora…) lui non si è messo in tasca il becco di un quattrino ed ha mosso cifre considerevoli per il tipo di opere che ha fatto costruire.

Detto questo, non ho ambizioni politiche nemmeno come scartino più che come assessore allo sport (che ritengo un ruolo di grande importanza nelle città attuali) ed in ogni caso in questo panorama io più che assessore allo sport (che ha gran poche possibilità di “movimento” in amministrazioni squattrinate) sarei una spina nel fianco dell’assessore al traffico (che non potrei assolutamente fare perché mi manderebbero subito a fare l’assessore al traffico in Siberia) in quanto continuerei ad esercitare grosse pressioni su tale assessorato per fare in modo che tenti di porre rimedio con un nuovo assetto della mobilità urbana alla piaga della sedentarietà (che costa cifre esorbitanti al Sistema Sanitario Nazionale) che non può essere risolta da decisive mosse sullo sport perché… mancano i soldi.

In sintesi mancano i soldi per lo sport, facciamoci carico tutti di questo problema, almeno tentiamo di rendere più vivibile questa città visto che non tutti hanno i soldi per andare a camminare su uno splendido tapis roulant  in una luccicante palestra privata.

E’ un messaggio quasi folle, non fa i conti con il mercato, alla fine costa soldi e l’unica entrata che produce è solo un minor costo della spesa sanitaria nazionale, cosa che tutto sommato da quasi fastidio pure agli addetti al settore perché fa più comodo dimostrare che la spesa sanitaria cresce per poterne aumentare il bilancio.

A questo punto io potrei proprio non avere più alcuna ragione sensata per tenere in piedi questo sito. Non vendo nulla, non mi propongo in politica, cosa lo faccio, per la gloria? No, non lo faccio per la gloria perché in copertina non ho il mio faccione da peri cotti ma un’anonima foto di gente che corre che ho pure dovuto sfumare visto che non l’ho fatta nemmeno io. Quella foto, nonostante che sia sfumata, rappresenta abbastanza bene il mio sito. C’è della gente che corre, lo sta facendo all’aria aperta ed in modo non affannoso, è l’immagine di uno sport per la salute che io voglio dare, è la pubblicità all’attività fisica, in cui credo, che voglio trasmettere.

E’ vero che è un modo di fare politica ma non con i voti, con il contagio delle idee. Siamo in un Paese dove le idee per lo sport hanno bisogno di essere un po’ riviste. Siamo in un Paese dove ci si fa vanto di essere all’avanguardia perché si bloccano tante persone in attesa di costosi accertamenti medici impedendo loro ogni sorta di attività sportiva fin tanto che questi accertamenti non sono stati espletati. Invece di far capire ai sedentari quanto è pericolosa la loro sedentarietà si riesce a frenare l’attività di chi già si muove con pericolosi vincoli burocratici. Se muore uno facendo sport vanno in galera in dieci ma se ne muoiono dieci senza fare sport non ci si chiede nemmeno il perché.

E’ questa la politica che faccio io qui sopra, un inno allo sport per la salute che rischia un po’ di perdersi nel vento perché le mode travolgono tutto. Molti mi fanno i complimenti perché dicono che sono un vero appassionato di attività fisica se la tratto così e la considero in modo globale e non settoriale. Però molti sono anche quelli che restano delusi quando non mi prodigo nello scrivere il giusto numero di ripetizioni per un ben preciso esercizio con i pesi e spendo fiumi di parole per far capire che la preparazione fisica non è solo quella fatta in palestra con i pesi. Molti atleti sono pigri nel senso che non riescono ad andare al di là delle loro abitudini di attività fisica senza considerare il bilancio totale della loro attività fisica. Magari vanno in palestra due ore alla settimana e cercano di ottimizzare al meglio quelle due ore sperando che possano far miracoli ma il problema vero ce l’hanno nelle restanti 166 ore della settimana nelle quali sono ingabbiati in uno stile di vita che non concede molto al movimento. Ed è lì che io predico che le ripetizioni possono essere pure studiate nel migliore dei modi ma se non sono abbinate ad un’attività fisica che deve essere più completa servono a ben poco.

Potrei arrivare a pagare i lettori perché leggano queste cose, sono terribilmente concorrenziale nei confronti delle riviste patinate che pubblicizzano un sacco di macchine infernali per l’attività fisica ed altrettanti integratori alimentari miracolosi per una migliore definizione muscolare.

Si parla tanto di “definizione muscolare”, è la parola d’ordine per misurare un’attività fisica di qualità, invece a mio parere bisognerebbe parlare di “definizione di attività fisica per la salute” è quella che dobbiamo “definire” bene se vogliamo capire bene come funziona l’attività fisica.

E’ chiaro che il mercato spinge i settori che rendono, ciò che resta fuori dal mercato fa fatica ad avere uguale risalto. Ed è per questo che io ritengo che l’attività fisica deva essere un fatto istituzionale, un fatto lasciato solo minimamente in balia del mercato. Spendiamo molti soldi per bloccare gli atleti “pericolosi” ma ne spendiamo meno per smuovere i sedentari ancora più pericolosi. Non è solo un discorso di strutture, di mezzi a disposizione per ampliare le strutture sportive, è anche un fatto culturale. Se riteniamo che sia più pericolosa l’attività sportiva amatoriale di quella professionistica non abbiamo capito nulla, al limite dobbiamo trasferire un po’ delle competenze maturate su quest’ultima anche su quella per tutti chiaramente nella consapevolezza del fatto che non tutti possono essere seguiti come dei professionisti ma solo per migliorare la cultura dello sport. E’ giusto non risparmiare sugli accertamenti medici ma è anche giusto fare in modo che questi vadano a bersaglio. Passare dall’ottica del “Ti blocco perché per me sei un  pericolo a livello burocratico, anche se il pericolo concreto è pressoché inesistente” a quella più sensata del “Ti visito perché anche se non fai nessuno sport, anzi proprio per quello, devo trovare gli strumenti per farti capire quanto sia pericoloso il tuo non fare sport”.

Con questo nuovo modo di pensare potremmo trasformarci dal Paese che grazie agli accertamenti medici blocca più atleti di tutti a quello che grazie a tali accertamenti ne spinge più di tutti ad iniziare una sana attività sportiva.

L’attività fisica ha bisogno di pubblicità non di vincoli burocratici. Se avessi i soldi vi pagherei per farvi leggere queste cose. Non li ho perché sono scemo, non vendo nulla, non posso arricchirmi. Diciamo che mi arricchisco ogni volta che mi fate i complimenti per il mio modo di intendere l’attività fisica, anche se non capite perché ci tengo così tanto a divulgarlo. Ci tengo tanto perché più gente legge e più complimenti arrivano, diciamo che sono vanitoso se proprio dobbiamo trovare una motivazione profonda. Ma se devono arrivare critiche (e ne arrivano…) che vengano pure quelle purché se ne parli. L’attività fisica è importante, questo è il concetto.