SE ESISTE UNA BANDIERA DEL CIO FACCIAMOLA FUNZIONARE

Forse è venuto il momento di vedere se davvero esiste lo spirito olimpico. Se esiste è il momento giusto per sventolarlo e per ammettere sotto la bandiera del Comitato Olimpico atleti che altrimenti per colpa di uno spirito olimpico moribondo rischiano di restare a casa.

I russi devono gareggiare alle Olimpiadi, devono farlo perché la loro nazione non si è macchiata di nessun crimine tale da doverli escludere.

Se riteniamo che l’antidoping sia infallibile e che grazie a questo si abbiano fondati motivi di sospettare che “solo” gli atleti russi vanno con un carburante che gli altri non si sono mai sognati di usare allora usiamo la bandiera del CIO. L’importante è partecipare, dimostriamolo. Ammettiamo sotto la bandiera del CIO tutti gli atleti in situazioni dubbie e se proprio vogliamo consacrare l’Antidoping facciamo pure che questi atleti gareggino senza poter ambire alla conquista delle medaglie. Le medaglie lasciamole agli atleti che gareggiano con il pettorale con sopra scritto “Io sono pulito”, che è una scritta tragicomica che fa pensare che tutti quelli che gareggiano senza quella scritta siano degli “sporchi” criminali. Non me ne frega niente che sei pulito, mi da fastidio che butti giù un sacco di medicine sotto la supervisione di uno staff di medici che controlla tutti i giorni che tu sia negativo all’antidoping, questo non è sport è burocrazia di basso livello.

Lo spirito Olimpico mi dice anche che se un atleta cade in disgrazia tento di aiutarlo e di capire cosa gli è accaduto, non faccio finta di niente come se non fosse mai esistito.

Se le Olimpiadi hanno un qualcosa che va al di là degli interessi commerciali devono riuscire a dare un marchio che vada al di là delle disgrazie del doping e dell’antidoping. Le federazioni nazionali sono invischiate nella logica dell’antidoping terrorizzate dal fatto di poter venire incriminate né più né meno che come quella russa (tutte hanno avuto problemi con atleti che non sono risultati del tutto puliti ed invece di tentare di capire gli errori di questi atleti hanno sempre preso le distanze da questi isolandoli e bollandoli come pecore nere di un movimento “pulito”). Superiamo la logica delle federazioni nazionali ed andiamo tutti sotto la bandiera dello sport. In fin dei conti l’atletica è uno sport individuale è inutile che lo nascondiamo ed eventuali staffette si possono pure chiamare con nomi che non c’entrano niente con quelli delle nazioni. Ce n’è più di una del Comitato Olimpico, se proprio ci manca la fantasia le chiamiamo “Comitato Olimpico A, Comitato Olimpico B e così via. Io andrei un po’ più in la con questa proposta e fornirei a tutti gli atleti la possibilità di gareggiare sotto i colori della bandiera del Comitato Olimpico, non c’è bisogno di essere in odore di doping. Se un atleta si sente solidale con altri che sono caduti in disgrazia perché non deve poter gareggiare assieme a loro? E’ chiaro che bisogna essere in possesso del minimo olimpico di partecipazione per poter partecipare non è che con questa scusa della bandiera del Comitato Olimpico si possano ammettere alle competizioni milioni di atleti (anche se sarebbe il sogno, un po’ difficile da organizzare, del vero sport “globale”) e poi, purtroppo, bisognerebbe costringere questi atleti a gareggiare a loro spese ma, se sono in possesso del  minimo olimpico vuol dire che almeno uno straccio di sponsor che finanzi la loro trasferta lo possono trovare, anzi sono proprio convinto che, se possibile per regolamento, la squadra del Comitato Olimpico potrebbe pure trovare uno sponsor galattico perché l’idea è veramente rivoluzionaria ed a forte impatto emotivo. Temo che purtroppo per un arcaico desiderio di “purezza” non si possa associare alla bandiera del Comitato Olimpico alcuno sponsor. Vabbè allora facciamo pure andare alle Olimpiadi questi atleti poveri, diseredati e pure “presunti” drogati ma facciamoli andare. In fin dei conti lo sport è anche uno strumento di riabilitazione, o no?!? E poi, in fondo in fondo, sono convinto che questi atleti sono pure più puliti degli altri anche se sconsiglierei loro di usare quell’assurdo pettorale con  sopra scritto “Io sono pulito”. Se sei pulito lo sa solo il Padreterno e anche se sei convintissimo di esserlo, perché ti senti un Padreterno, fai bene a non sbandierarlo troppo perché rischi di infangare il nome di atleti che, molto probabilmente, non sono meno “puliti” di te.