Mi sono preso del pirla (accade praticamente sempre quando accenno a qualcosa che ha anche vagamente a che fare con la politica) perché ho inneggiato alla splendida chiarezza della presidente del consiglio in materia di normativa sul covid.
Intanto mi hanno fatto notare che del senno di poi sono piene le fosse ed è facile fare commenti due anni dopo l’emergenza poi mi segnalano che mi sono dimenticato di fare commenti su quanto accaduto con riferimento ai ragazzi di Modena.
Torno a dire che senza cattiveria ma con un pressapochismo terribile nella gestione della normativa per affrontare il Covid io penso che siamo il paese che ha commesso gli errori più clamorosi dalla clausura forzata ai vari obblighi su tamponi, vaccini, mascherine all’aperto eccetera.
Inutile insistere sull’argomento, chi ha commesso questi errori non li chiama nemmeno errori ma perfetta strategia nella lotta contro il virus e allora siamo al punto di partenza, ognuno ha il suo punto di vista e c’è poco da discutere, mi pare semplicemente assurdo che chi ha il punto di vista più catastrofista e penalizzante per i comportamenti della popolazione deva dettare legge ed imporsi sugli altri.
Sul “rave” non è che mi sia dimenticato di dire nulla, è che ritengo che le libertà dei giovani siano ben altre, per esempio quella di pretendere una scuola ben diversa da questa.
Nessuno ha vietato ai giovani di provare a prendere in mano la situazione della scuola e di provare a rifondarla rendendola a misura di studente e non di insegnante. Questa cosa non dipende certamente dal governo Meloni come non dipendeva dal governo Draghi e come non dipendeva dal governo Conte ancora prima, dipende solo dalla volontà dei ragazzi che si stanno certamente rendendo conto che sono in balia di una scuola arcaica e non al passo con i tempi, ingabbiata da programmi ministeriali senza senso ed infarcita di verifiche e valutazioni che fanno perdere un’infinità di tempo. E’ la scuola dei test a crocetta e del nozionismo dove è vietato innovare e fare vera ricerca altrimenti la società ne esce rigirata come un calzino ed il mondo del lavoro cambia radicalmente in pochi anni. Attualmente è il mondo del lavoro con tutte le sue contraddizioni assurde a dettare legge su questa scuola. Una scuola che fa davvero ricerca invece stravolge il mondo del lavoro e lo boccia o lo promuove a seconda della sua reale funzionalità non a seconda degli interessi economici di chi ci si continua ad arricchire perché gestisce i capitali.
Pertanto ho volutamente sorvolato sulla questione del “rave” che non ritengo di primaria importanza. Se posso fare un commento assurdo sulle regole per disciplinare questi eventi arrivo a dire che se sono davvero severe forse è pure meglio così i giovani si rendono conto che devono interessarsi di politica e non attendere sempre la manna dal cielo. Se c’è qualcosa che non va la devono contestare e tentare di modificare secondo i loro punti di vista non secondo il punto di vista degli adulti che troppe volte è retrogrado e non funzionale ad un miglioramento della società.
Voglio vedere qual’ è il giovane che baratta l’opportunità di prendere parte ad un rave da sballo in qualsiasi stramaledetto posto con la possibilità di formarsi autenticamente in una scuola che sia funzionante, efficace ed entusiasmante piuttosto che una noia mortale come quella di adesso.
Certo i giovani un po’ rilassati ed apatici si rassegnano alla consolazione del rave ma non è una consolazione che si meritano perché loro devono essere protagonisti della società e non soggetti passivi relegati allo sfogo amaro del rave.
La società è nelle mani dei giovani e, se hanno la fantasia di inventarsela a loro misura, è una fatica anche quella, probabilmente molto più improba di quella di organizzare un rave in un posto dove nessuno rompa le scatole. Io mi auguro che abbiano il coraggio di fare politica e di stressare gli adulti affinché si rendano davvero conto di quelle che sono le reali esigenze dei giovani senza far finta di pensare che il vero problema sia il “rave”.