SCARDINARE IL SISTEMA DEL DANARO PER MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLA VITA

Abbiamo un sistema che fa abbastanza comodo a circa tre miliardi di individui sulla terra, altri cinque miliardi circa non ne sono per nulla contenti. Dal punto di vista ambientale è un autentico disastro e ci sta portando verso la rovina totale (anche se molti sostengono che siano solo fantasie) e comunque non c’è all’orizzonte nessun progetto di nessun tipo per provare a cambiarlo. Colpa di quei tre miliardi che tutto sommato si barcamenano senza problemi insormontabili? No, colpa di qualche centinaio di burattinai che controllano il sistema di informazioni a fanno in modo che ogni possibilità di rinnovamento passi per assurda e sconsiderata follia.

Ogni rivoluzione è terribilmente pericolosa per chi detiene il potere e dunque chi comanda i fili non teme solo per il suo “fantastico tenore di vita” ma pure per la sua pelle nel senso che l’uomo non è capace di fare la rivoluzione senza fare anche grandi danni.

Discorso terribilmente distante dallo sport in genere e dunque anche dall’atletica leggera nello specifico. A seconda dei punti di vista.

Due flash per spostare di molto il punto d’osservazione.

Primo flash: campo di atletica una quindicina di giorni fa, un bravo tecnico della mia squadra mi chiede se posso improvvisare una lezione sul mezzofondo per una quarantina di ragazzi di una scuola che doveva avere una lezione con un insegnante che ha avuto un improvviso contrattempo. Rispondo mestamente che non me la sento perché se devo improvvisare (mancherebbero pochi minuti) rischio di venir fuori con argomenti che i ragazzi o si addormentano o come minimo mi guardano storto chiedendosi da che pianeta arrivo. Pertanto per una lezione di tipo ortodosso dovrei prepararmi un pochino e dunque sono un po’ in crisi. L’insegnante mi ringrazia ugualmente ma poi è lui ad improvvisare senza problemi, più elastico e duttile del sottoscritto un po’ imbrigliato in certi schemi mentali.

Secondo flash, qualche giorno fa, altro campo di atletica in provincia dove dovevano disputarsi delle gare regionali ma causa un tempo infame (vedi anche prime righe di questo articolo…) è andato in panne il cronometraggio elettrico e pertanto le gare saranno rinviate. Al bar, il prof. Gianni Ghidini intrattiene un gruppo di ragazzi che sono lì un po’ sfaccendati perché dovevano prendere parte alle gare rinviate. Parla di atletica e parte… nello stesso modo in cui avrei voluto partire io se avessi tenuto quella famosa lezione da improvvisare due settimane fa. Mi sento un po’ un pirla, sento tutto il discorso del mitico Gianni che da lì con una logica chiara porta a considerazione decisamente importanti per tutti i ragazzi e per tutta la loro vita più che per la loro atletica e poi mi permetto di dire che se avessi tenuto quella lezione che poi non ho avuto il coraggio di svolgere sarei partito nello stesso identico modo.

Com’è partito il Gianni? Dall’uso dell’avampiede, dalle frazioni di corto veloce o dalle ripetute sui 400? Per niente, è partito dall’entusiasmo, dal sentimento, dal “cuore”, come lo chiama lui, dove ovviamente la frequenza cardiaca tanto ascoltata nelle preparazioni moderne non c’entra proprio nulla.

E sapete che domanda avrei fatto io a quei ragazzi se avessi avuto il coraggio di parlare loro in modo un po’ estemporaneo? La domanda innocente ma al tempo stesso colpevolissima sarebbe stata questa “Perché mai un ragazzo sano di mente di 16-17 anni dovrebbe avere per la testa di mettersi a fare i 1.500 o i 5.000 metri con l’ambizione di migliorare considerevolmente e pertanto investendoci su una quota enorme del suo tempo libero?”. Chiaro che se partivo così mi guardavano tutti storto. Ma il concetto è quello del Gianni. La passione, l’entusiasmo, il cuore.

E’ il motivo per cui poi, alla fine della fiera, valuti che stiamo vivendo in una società assurda dove tutto è pilotato dal danaro e spazio per la passione non ce n’è più. I ragazzi tempo per allenarsi non ne hanno più perché devono servire una scuola sempre più esigente, pochi anni dopo dovranno servire un mondo del lavoro sempre più esigente e il tempo libero è diventato un assurdo capriccio. Questo per tenere in piedi un sistema che non accontenta per niente oltre metà dell’umanità e che tutto sommato a parte gli imminenti drammi ambientali non ci entusiasma nemmeno qui dove potremmo anche ritenerci la parte paraculata dell’umanità.

Parlare di avampiede in un contesto culturale simile vuol dire prendere in giro i ragazzi. Ci si può anche arrivare all’avampiede, per carità, ma se non partiamo da un discorso di carattere generale dove la motivazione è fondamentale più che semplicemente importante, allora parliamo di aria fritta.

I ragazzi hanno bisogno di ragionare con la loro testa per cose importanti nelle quali abbiano un forte entusiasmo, se il mezzofondo in atletica può essere un di queste ben venga il mezzofondo in atletica.

Al campo io devo fare i miracoli per massimizzare il gran poco tempo di allenamento che mi mettono a disposizione ragazzi che hanno sì entusiasmo per l’atletica ma sono anche invischiati in logiche che ai miei tempi riuscivamo a dribblare con più facilità e scioltezza. Diciamolo chiaro e tondo ai nostri tempi una bocciatura era una bocciatura e basta, adesso sembra un ergastolo più che una bocciatura per cui hai voglia che io programmi serenamente l’allenamento con un ragazzo che sta rischiando di prendersi l’ergastolo…

E questa non è che l’anticipazione del mondo del lavoro, dove, se sgarri ti licenziano semplicemente perché tanto come te ne trovano fin che vogliono, anche se vi sono certi imprenditori che si sono lamentati perché con il reddito di cittadinanza non si trovavano più schiavi a buoni prezzi.