Le persone che praticano costantemente attività sportiva vanno soggette a dolori articolari come tutti i comuni mortali, molte volte questi dolori ricorrenti e tendenti al cronico sono proprio dovuti al tipo di attività sportiva scelta e così sono tipici il ginocchio del calciatore, il gomito del tennista, la tendinopatia achillea del podista, la spalla del nuotatore e così via. Gli atleti, soprattutto di esperienza e un po’ in là con gli anni, sanno come convivere con questi doloretti ed hanno una serie di strategie messe a punto negli anni proprio sul loro problema specifico per contenerli. Ben diversa è l’artrosi a sorpresa del sedentario, molto spesso decisamente più invalidante, che piglia senza un motivo apparente qualsiasi articolazione indipendentemente dal fatto che sia stata impegnata molto o per nulla in particolari attività fisiche. Insomma i dolori articolari in un modo o nell’altro attanagliano sia la popolazione sportiva che quella sedentaria è solo diverso il modo di affrontarli.
Tanto per precisare un dettaglio, che poi è determinante per capire come sia importante usare il buon senso, è statisticamente dimostrato come la gravità dei problemi articolari sia direttamente proporzionale alla scorretta somministrazione dell’attività fisica. Cosa vuol dire “scorretta somministrazione dell’attività fisica”? I dolori aumentano man mano che si incrementa l’attività fisica o diminuiscono? La frase scritta prima vuol proprio dire che la questione non è in questi termini di “più o meno” e basta ma è anche un fatto qualitativo. Se fosse solo un fatto quantitativo saremmo tutti ad esagerare con l’attività fisica per guarire i dolori articolari. Invece se è vero che la peggior cosa in assoluto è la sedentarietà che proprio devasta le articolazioni prematuramente è anche vero che l’errore opposto, l’eccesso di attività fisica, è ugualmente preoccupante perchè, soprattutto se mal gestito, può portare quasi agli stessi problemi della sedentarietà e, con preciso riferimento ad alcune situazioni specifiche di determinati sport, a sconquassi ancora più complessi.
Il buon senso diventa importantissimo anche quando andiamo a parlare di salute generale perchè poi scopriamo che se l’eccesso di attività fisica da i suoi segnali soprattutto a livello muscolo scheletrico, in un secondo tempo può pure darli a livello di salute generale. E’ per quello che gli atleti di alto livello, che fanno del loro sport praticamente una professione, devono essere costantemente seguiti da equipe mediche specializzate, perché con le preparazioni sportive semplicemente mostruose che fanno per rendere ai massimi livelli nelle loro discipline rischiano di patire problemi di salute che vanno ben al di là del semplice dolore articolare da sovraccarico funzionale.
Il “modesto sovraccarico” che è quello molto comune anche nella popolazione sportiva dilettante che non ha alcuna velleità di super rendimento è quello che può mettere in giro l’opinione comune secondo la quale gli sportivi sono quelli che “mediamente sono più sani degli altri ma sono sempre pieni di dolori articolari”.
Siccome un fondo di verità dietro a questa affermazione potrebbe pure esserci è opportuno che la popolazione degli sportivi si svegli un po’ fuori e riesca a tarare con maestria la qualità della preparazione per smontare stupide etichette che non fanno una buona pubblicità alla sana attività sportiva.
Se parliamo di “modesto sovraccarico” che è quello nel quale può incappare un qualsiasi sportivo in qualsiasi momento della sua carriera è una cosa certamente riconducibile nei binari del fisiologico senza rivoluzionare tanto la preparazione ed il dolorino articolare è l’utile segnale per far capire che si sta sbagliando qualcosa.
Quello che è utile considerare, per comprendere il quadro globale della salute del cittadino più che dello sportivo, perché prima che sportivi siamo cittadini con diritti e pure doveri anche nei confronti del nostro sistema sanitario nazionale, è che il cittadino sedentario è una bomba innescata a livello di problemi di salute generale che possono esplodere con gran danno per lui e pure della comunità che deve partecipare ai costi di assistenza sanitaria.
Sul piatto della bilancia una situazione simile non è assolutamente confrontabile con quella di uno sportivo che zoppica un po’ per un paio d’ore dopo l’allenamento. La zoppia dell’atleta in leggero e momentaneo sovraccarico è ben evidente è può suscitare l’ilarità di qualcuno (famosa frase “Guarda lì che sano con tutto il tuo sport!”), i danni gravi a livello organico provocati dalla sedentarietà in un soggetto apparentemente sano invece sono subdoli, a volte invisibili e quando esplodono non fanno sorridere proprio nessuno.
In un trionfo di ovvietà bisogna concludere che il mostro da sconfiggere è la sedentarietà, che lo sport professionistico non può essere preso come riferimento per poter considerare se è meglio muoversi o meno e che la popolazione sportiva sana e “normale” deve farsi carico anche dell’onere di pubblicizzare al meglio l’attività fisica presso la popolazione sedentaria come dovere civico. Pertanto se in allenamento sbagliate qualcosa e non ve ne frega assolutamente niente perché sapete che quei dolorini articolari che vi procurate sono facilmente controllabili, tentate di non sbagliare perché potreste alimentare nei sedentari la fasulla idea che gli sportivi sono quei pirla che perdono tanto tempo a far fatiche inutili per poi ritrovarsi con gli stessi dolori articolari, se non peggio, dei sedentari. La realtà non è questa ma finché non lo sappiamo tutti il terribile equivoco resta dietro l’angolo.