Il gruppo sportivo Mombocar di Verona è un gruppo sportivo che chi frequenta le ultramaratone non può non conoscere perché ha organizzato nel 2022 un campionato europeo sulla 24 ore dal quale sono venute fuori una quantità notevole di migliori prestazioni nazionali ed il famoso record del mondo dell’incredibile Alexandr Sorokin, fissato a 319 chilometri.
Ieri ne è stato festeggiato il 50° anniversario della fondazione ed io sono stato invitato anche perché proprio con la squadra del Mombocar ho fatto qualche garetta importante da ragazzino (importante per la mia carriera sportiva ovviamente, non in senso assoluto).
Un tempo non c’era tutta la rigidità e la burocrazia che c’è adesso e mi ricordo che si poteva gareggiare con maglie diverse di diverse società in manifestazioni diverse nella stessa stagione agonistica. Io stesso ho gareggiato nel giro di otto ore per tre società diverse un giorno di fine inverno di una quarantina di anni fa quando sono andato a fare la classica corsa di paese alla mattina, poi una “istituzionale” corsa campestre a mezzogiorno e un’ altra corsa ad una sagra nel primo pomeriggio (dove finalmente ho vinto altrimenti mi sa che andavo in cerca della quarta…).
Così a 17 anni mi trovai al via nel campionato provinciale di Maratona proprio per i colori del Mombocar, mi sa unico diciassettenne nella storia della Maratona veronese. Corsi in 3 ore e 10 praticamente senza far fatica (prima metà in 1 ora e 44′ con prudenza, seconda metà in 1h26′ un po’ più fiducioso sulla possibilità di arrivare in fondo senza problemi). L’anno dopo quando corsi in 2 ore e 46′ sempre nel campionato provinciale e sempre per i colori del Mombocar (e correndo ancora in progressione in modo prudente) mi illusi che la maratona potesse essere la mia specialità. Così passai l’inverno a macinare chilometri in ‘prospettiva di un ipotetico 2 ore e 30’ sulla maratona che per uno Juniores non sarebbe stato niente male. A maggio mi accorsi che i cambiamenti climatici erano già in atto (lo sanno tutti anche se hanno sempre fatto finta di niente…) e decisi che in Italia c’era già abbastanza caldo per preparare il mezzofondo e così tornai agli 800 e 1500 che mi resi conto che beneficiano pure della scarriolata di chilometri invernali.
Non furono le uniche occasioni nelle quali corsi con il Mombocar ma ci corsi in altre circostanze quando organizzavano qualcosa di divertente. Non solo, presi l’abitudine di andare alle loro feste dove immancabile c’era la chilometrica “pesca”, quella sì da veri fondisti e ultramaratoneti.
Ieri francamente sono andato per vedere i filmati di quella bella storia di 50 anni e mi sono proprio divertito a vederli. Quanto alla pesca ormai non ci ho più l’età e quando sono andato via e ho visto il tavolo dei premi (più che il tavolo dovrei dire la “stanza”) ho capito che la pesca del 50° era un qualcosa di ciclopico. Stamattina, a far metano correva l’eco di quella pesca dove hanno detto che hanno vinto tutti (ma è sempre stato così) e ho avuto la conferma della leggenda della “ultra pesca del Mombocar”.
A tavola il presidente della Fidal provinciale, il mio amico Dino, mi ha detto “Mi raccomando domani scrivi una recensione…” e forse non si è reso conto che lo faccio sul serio, scrivo la recensione non per dirvi che ho avuto un trascorso di maratoneta precoce subito stroncato dal caldo della nostra era, né per pubblicizzare la pesca più lunga d’Europa che penso che sia proprio quella del Mombocar, ma per sottolineare un qualcosa che ho visto proprio all’inizio del filmato del 50° e che mi ha fatto meditare molto oltre che ricordare bei momenti della mia esistenza.
La favola del Mombocar parte dall’Austerity del 1973 e, come dicono loro nel filmato, non è l’unica favola che parte quell’anno.
Forse il Mombocar sarebbe nato lo stesso perché alla cultura del petrolio bisognava comunque reagire in qualche modo ma è certo che nell’unico momento nel quale lo Stato Italiano ci ha fatto capire che si può vivere anche senza automobile sono nati una marea di gruppi podistici in tutto il territorio nazionale, molti dei quali ancora splendidamente esistenti.
Vivere senza petrolio si può, purtroppo chi comanda l’economia non ne vuole sapere perché un’economia senza petrolio fa paura, così anche quando hanno bloccato le auto per il Covid sono stati attenti a non bloccarle troppo affinché la gente non si rendesse conto che senza automobile si sta meglio a e abbiamo rischiato che liberassero le auto prima che liberassero noi. Non l’hanno fatto solo perché la auto contemporanee fanno ancora fatica a viaggiare da sole. Dobbiamo ringraziare l’auto perché per liberare questa, essenziale per la nostra economia, hanno liberato anche noi.
Il Mombocar nasce in un momento fantastico nel quale gli italiani vanno tutti a piedi e si trovano con un sacco di tempo libero e di salute in più e trovano il tempo per far nascere il Mombocar e tanti gruppi simili.
Un momento così non potrà forse più ripetersi nella storia perché la paura che la gente si renda conto che senza automobile si sta meglio è troppo forte. Sono quei lussi che non ci possiamo più permettere come senza telefonino, senza televisione. Però i miracoli accadono e come 50 anni fa c’è stato il miracolo dell’Austerity che ha dato vita al Mombocar si possono sognare altre cose che ci diano nuove libertà e ci liberino dalle follie del mercato.