REALTA’ “REALE” E REALTA’ “PERCEPITA”

C’è l’abitudine di distinguere, quando si fanno le previsioni del tempo, fra temperatura “reale” e temperatura “percepita” un po’ per mettere in guardia il cittadino su cosa sentirà più che su ciò che accadrà precisamente a livello meteorologico.

Già lì distinguere fra quei due dati non è facile perché la temperatura reale basta un buon termometro per rilevarla ma la temperatura “percepita” è un po’ un’astrazione sulla quale qualcuno può avere qualcosa da ridire. Quando trattiamo di realtà “reale” e realtà “percepita” il quadro si complica ancora di più perché anche se sulla realtà percepita un certo cittadino onesto ti può dire anche con una certa precisione che lui percepisce quel tipo di realtà, per quanto riguarda la realtà “reale” purtroppo non esiste nessun tipo di termometro o di marchingegno similare pronto a misurare la vera portata della Realtà.

Eppure anche fra la realtà reale e quella percepita c’è una certa distanza ed ai giorni nostri ce n’è sempre di più.

Questa è una di quelle cose che si possono toccare con mano nello sport e poi possono venire trasferite pari pari alla realtà di tutti i giorni. C’è una certa realtà che ci circonda ma per cause diverse poi la realtà che percepiamo è un’altra.

Partirei dallo sport dove il rischio di perdersi è minore per poi passare alla mia solita visione cosmica, contestabilissima ed in effetti contestata anche da un buon numero di miei lettori che mi invitano spesso caldamente ad occuparmi esclusivamente di sport e attività fisica in generale senza degenerare in sproloqui sulla visione del mondo dove evidentemente perderei l’obiettività che tendo ad avere quando resto nel mio seminato.

Nello sport uno fa una certa attività sportiva, sta bene, partecipa anche a gare, poi viene fuori nelle gare che è uno di quelli che ha migliorato di meno e allora si confronta con il panorama degli altri sportivi e percepisce una realtà nuova e crede di aver sbagliato tutto perché vede che gli altri vincono più di lui. In realtà le sensazioni qui la dovrebbero far da padrone sui risultati agonistici e anche gli esami di laboratorio ti dimostrano che quando tu ti senti bene quasi sempre, a livello fisiologico hai fatto la miglior cosa che potevi fare al tuo organismo. Per cui perdi le gare ma stai conducendo un’attività sportiva che fa bene alla salute. Sono due realtà che si scontrano, una indiscutibile, quella della tua salute e delle tue sensazioni che ti dicono che va tutto bene. Una è quella dell’ambiente agonistico che ti dice che se vuoi vincere devi cambiare qualcosa nella preparazione anche se ad un esame superficiale pare che vada tutto bene. La seconda non è che sia una “non realtà” ma per certi versi è una realtà di minor importanza. Chiaro che se tutto l’ambiente preme esclusivamente su questa seconda realtà può diventare la realtà predominante, quella effettivamente percepita dallo sportivo, immerso in un contesto altamente agonistico.

Puoi arrivare ad avere una realtà “percepita” che ti dice che se vuoi continuare a fare quello sport lì è meglio se cambi qualcosa quando magari andava benissimo tutto quanto hai fatto fino ad ora.

Passo subito alla realtà di tutti i giorni perché in certi casi è anche più facile da capire di quella dello sport. Tu fai un certo mestiere, lo fai con dedizione e serietà, lavori perfino troppo, accendi la televisione e ti dicono che devi produrre di più perché “non siamo competitivi” sul mercato. Ed allora pensi che se non siamo competitivi sul mercato va tutto male e bisogna lavorare ancora di più. A te pareva di lavorare già abbastanza ma quella era una realtà soggettiva che non fa i conti con il mercato. La realtà che ti racconta il mercato grazie alla televisione è più importante di quella che percepisci tu e finirà per diventare la tua realtà “reale” anche se ne percepisci un’altra che probabilmente è molto più reale di quella che ti vogliono fare credere. L’ideale sarebbe scendere in piazza, non per spaccare tutto come ti vogliono far credere che deva fare tutta la gente che scende in piazza, ma solo per confrontarsi con gli altri cittadini e tentare di capire se in televisione ti stanno raccontando la realtà reale o te ne stanno raccontando una che è finta ma fa comodo ai mercati.

La tua realtà soggettiva viene assoggettata ad un realtà collettiva e diventa meno importante di questa. Non è più importante quello che senti ma è importante quello che ti raccontano su quella realtà. Non è importante che pratichi uno sport che ti fa stare bene è importante che in quello sport se non ottieni certi risultati non sei abbastanza performante e tanto vale che ti metti a fare qualcos’altro. Questo è il motivo per cui la maggior parte degli italiani non fanno sport come si deve. “Non ottengo risultati significativi, mi limito ad andare sul campo due o tre volte la settimana, ormai non faccio più nemmeno gare.” E ti credo che non fai gare perché se nella non cultura dello sport l’ultimo è quello che se continua ad arrivare ultimo è meglio che smetta ed appenda le scarpe al chiodo, allora ci sarà un ultimo sempre più qualificato fin che ad un certo punto si trovano solo in due, l’ultimo ed il primo ed evidentemente avrà senso che prosegua solo il primo che però, a quel punto, chiudendo il giochino, sarà diventato anche l’ultimo.

La realtà percepita è certamente importante, va studiata bene perché se è percepita in un certo modo solo perché si sono sforzati di fartela percepire così allora bisogna valutare se quella percezione sia effettivamente attendibile, se invece è davvero ciò che senti tu allora probabilmente è molto più importante di realtà presunte “reali” che ti vogliono spacciare per reali perché così fa comodo a chi racconta la realtà. In ogni caso va bene pensarci su perché le nostre priorità molto spesso non sono quelle della collettività e soprattutto, tante volte le priorità della collettività non sono per niente le autentiche priorità della collettività ma semplicemente quelle che chi regola il sistema di informazioni (una ristretta elite) ha in interesse a spacciare per priorità della collettività. Nello sport e nella vita di tutti i giorni, che dovrebbe essere fatta anche di sport praticato…