QUANTITA’ DI INFORMAZIONE E QUALITA’ DELL’INFORMAZIONE

La sedentarietà è un problema culturale. Se la gente sapesse quanto è importante muoversi e conoscesse le strategie per aumentare la quantità di movimento tenterebbe di scrollarsi di dosso lo spettro della sedentarietà. Almeno ci proverebbe, anche chiedendo energicamente le piste ciclabili e non in modo sommesso come se fossero un lusso non sostenibile.

Quando io predico sulla necessità della figura di un consulente per l’attività motoria faccio un discorso di “qualità dell’informazione”. Purtroppo qui c’è un problema grave ed urgente anche di “quantità di informazione” e forse è proprio da lì che bisogna partire per un cambio di passo.

Quando mi arrabbio con la televisione, e lo faccio perché la ritengo responsabile per una cultura dell’attività motoria che in Italia è a livelli da terzo mondo, essenzialmente contesto un problema di “quantità di informazione” non di “qualità”. La televisione veicola quantità di informazione in modo impensabile. Tanto per stare nel logorante caso del corona virus si pensi all’uso indiscriminato delle mascherine. Per un certo periodo di tempo è passato in televisione il concetto che “più si usa la mascherina” e meglio è, anche all’aperto. Quando alcune persone hanno iniziato a presentare il conto di problematiche anche gravi dovute ad un eccesso di utilizzazione della mascherina allora si è cominciato a sospettare che forse tale bufala non è del tutto vera e se ti trovi a 100 metri dalla persona più vicina all’aperto e continui a tenere su la mascherina che ostacola inequivocabilmente una buona respirazione allora stai adottando un comportamento irrazionale, illogico e potenzialmente pericoloso per la tua salute. Per colpa fondamentalmente della televisione e di nessun medico che ti potrà tranquillamente chiarire quali sono i momenti nei quali è opportuno utilizzare la mascherina.

Questo è un esempio e le bufale che circolano in televisione che minano la nostra salute sono una quantità esagerata. a partire dalla pubblicità dei farmaci che è quanto di più scandaloso possa avvenire in un paese civile.

Da un lato si ripete (in modo in realtà non troppo insistente) che siamo un paese che usa i farmaci in modo sconsiderato e che c’è un eccesso di uso di farmaci che grava notevolmente sul bilancio dell’assistenza sanitaria oltre a minare la salute dei cittadini, dall’altro si fa in modo che la popolazione continui ad usare in modo sconsiderato i farmaci tollerando la presenza della pubblicità di questi in televisione, come se fossero caramelle.

In tema di attività motoria la figura del consulente potrebbe portare certamente ad una diffusione di concetti di “qualità del movimento” che purtroppo sono molto rari nella nostra cultura. Ma un consulente quanti può informarne? Mille? Forse duemila? Ci sono milioni di persone in Italia che di attività motoria non ne capiscono proprio nulla anche se sanno tutti gli affaracci degli sportivi di alto livello che passano per televisione. Si definiscono “sportivi” in quanto grandi consumatori di sport televisivo ma in realtà, in quanto tali, hanno solo imparato a distinguere molto bene fra una birra e l’altra e più che sportivi sono attenti degustatori di birra.

Da questo punto di vista una pista ciclabile ha un impatto decisamente più importante. Una pista ciclabile costa certamente più di un consulente per l’attività motoria ma veicola una quantità di informazione travolgente, è quasi peggio della televisione. E’ chiaro che poi dipende dall’uso che si fa di questa pista ciclabile e l’informazione che passa è quella perché se la usi come parcheggio per le auto allora passa il messaggio che non è cambiato nulla, che si continua ad usare l’auto come si è sempre fatto, tanto è vero che se non sai dove parcheggiarla la lasci sulla pista ciclabile. Se invece l’auto sulla pista ciclabile te la rimuovono intanto passa il concetto che la pista ciclabile è importante e se poi la gente la usa davvero e oltre che la pista ciclabile vedi anche la gente che ci va su per andare al lavoro allora quella pista in una città di medie dimensioni può arrivare ad “informare” anche 100.000 cittadini. E’ “quantita’ ” di informazione ma una quantità travolgente che può davvero agire sull’organizzazione della mobilità urbana. Un consulente può informarne mille una pista ciclabile può scuoterne 100 volte tanti. Il primo nulla può contro il martellamento della televisione la seconda ha un impatto fortissimo e si può arrivare ad un conflitto tale per cui il cittadino dice “Va bene, in Italia si fa così ma nella mia città abbiamo cambiato stile”. In breve a livello visivo la pista ciclabile bene utilizzata (e sottolineo bene utilizzata perché questo è un concetto decisivo) può trasferire una quantità di informazioni che può essere anche superiore alla quantità stratosferica di quelle trasferite dalla televisione.

E’ per quello che io martello sempre sulle piste ciclabili. Sono il miglior spot per il movimento. Le mie prediche non servono a nulla se in giro non si vedono i segnali di una voglia di cambiamento.

E,  andando contro i miei interessi, che senso avrebbe un territorio dove l’assistenza per l’attività motoria è capillare, dove  c’è pieno di consulenti gratis per l’attività motoria (invece che gli assistenti civici tanto cari al governatore De Luca, che dice che saranno “assitenti spirituali”, mettiamo una task force di educatori al movimento…) ma non c’è la possibilità di fare movimento perché non esistono piste ciclabili?

Il consulente per l’attività motoria sta alla pista ciclabile come l’allenatore sta all’impianto sportivo. Non può esistere allenatore se non esiste un impianto sportivo sul quale andare a praticare un determinato sport. Non può esistere un consulente per l’attività motoria a disposizione della cittadinanza se non esistono luoghi per fare attività motoria che non siano le palestre private. A quel punto basta e avanza la miriade di istruttori confinati in quelle palestre.

Il concetto è che la quota di attività motoria settimanale non si esaurisce nelle due o tre ore che puoi fare in palestra sotto la supervisione di une istruttore privato ma va spalmata anche nelle 165 ore restanti della settimana che sono ancora più importanti e decisive per combattere la sedentarietà. Se esistono luoghi dove poter muoversi allora ha senso anche che ci sia qualcuno che ti da consigli gratis per come organizzare questo movimento se non esistono luoghi dove muoversi liberamente oltre alla palestre private allora il consulente per l’attività motoria è solo una bufala inutile ed i suoi consigli su come organizzare un’attività fisica salutare, efficiente e razionale durante la settimana si perdono nel vento. Buona attività fisica a tutti e, come sempre, meditate, non bevete tutto senza pensarci.