Appariva uno spot, ogni tanto in televisione, un po’ discutibile, che inquadrava una persona carica di cose appena acquistate che veniva affiancata e ringraziata da un’ altra persona. La persona carica di oggetti appena acquistati guardava stupita, con aria interrogativa (giustamente, aggiungo io…) e lo spot sentenziava “Ogni volta che acquisti qualcosa fai del bene alla società…”. Mancava solo una parolina a mio parere a quello spot che ormai lo rende obsoleto ed è “capitalista”. Ogni volta che acquisti qualcosa fai del bene alla società capitalista. Se si sottintende che noi siamo immersi nella società capitalista questa specificazione si può omettere e così a tutt’oggi i nostri governanti, pur non avendo il coraggio di replicare quello spot per televisione, ci esortano ad insistere a consumare a più non posso, il nostro sistema economico, per funzionare, deve essere alimentato dai consumi. Chi ha qualcosa da obiettare su questa considerazione viene definito comunista.
Questa cosa, che chi contesta le aberrazioni della società capitalista deva per forza essere definito comunista, è razionalmente insostenibile. Il sistema comunista è crollato, il sistema capitalista sta sgretolandosi ora e non si ha il coraggio di ammettere la possibile esistenza di un terzo sistema, diverso da entrambi, che possa subentrare per poter garantire la sopravvivenza dell’umanità.
In attesa della scoperta geniale di questo sistema, che può nascere solo dalla classe politica che si sta sforzando di tenere in piedi a tutti i costi il moribondo sistema capitalista, io invento il “sistema del movimento” che con il movimento politico non ha niente a che fare (i vari “movimenti” sono tutti perfettamente inseriti nel sistema politico attuale e forse sopravvivono solo grazie a questo che continuano a contestare…) ma che riguarda solo il movimento in senso fisico e cioè quello che scaturisce dall’azione del nostro apparato locomotore.
Nella società dei motori dobbiamo rimettere in moto il nostro organismo per salvare la pelle. E allora quella “Pubblicità progresso” che inneggiava al consumatore scatenato, al consumatore accanito che si preoccupava di tenere in piedi il sistema capitalista ma non si curava assolutamente di prevenire i disastri della società dei rifiuti, potrebbe essere pure un po’ rivista per inneggiare ad un altro tipo di cittadino.
Un cittadino va in bicicletta per una strada italiana di una comune città italiana senza pista ciclabile (come purtroppo se ne trovano tante, perfino troppe, ancora nel 2016…). Va con la sua bella biciclettina e rischia di essere steso perchè la strada è abbastanza stretta e le auto sfrecciano veloci con manovre improvvise noncuranti di mettere a rischio la pelle dei ciclisti. Ad un certo punto un automobilista, invece di stendere il ciclista e mandarlo all’ospedale, si ferma in mezzo alla strada, scende e dice “Grazie” al ciclista. Gli altri automobilisti, già in colonna dopo pochi istanti, cominciano a suonare il clacson all’impazzata e uno grida all’indirizzo dell’automobilista che si è fermato: “Ma va a mmorì ammazzato!”. Voce di fondo che dice: “Di solito a mmorì ammazzato ci va il ciclista ma in questo caso ci deve andare l’automobilista che ha avuto il coraggio di ammettere che il ciclista è socialmente utile, solo che quelli dietro non l’hanno capito assolutamente…”.
Quello spot sarebbe devastante perchè metterebbe a nudo il comportamento “normale” dell’automobilista medio sulla maggior parte delle strade italiane. Se un cittadino che ringrazia un altro cittadino che ha fatto un sacco di acquisti è una cosa un po’ strana, un cittadino che ringrazia un ciclista ed invece di travolgerlo blocca il traffico automobilistico è un pazzo scatenato che deve essere subito internato. Se non sei capitalista puoi essere un comunista ma comunque devi travolgere il ciclista, non esiste una specie umana che ammette i diritti del ciclista, è un movimento che non può esistere, cosa vuoi bloccare la nazione?
La categoria mentale di questa tipologia di folle, secondo i canoni attuali verrebbe definita di “sovversivo anarchico”. E pertanto questo sarebbe uno spot che ritrae un sovversivo anarchico che ringrazia un “radical chic” per strada.
Si perché poi anche il ciclista viene ghettizzato e definito “radical chic” perché può essere ciclista solo se è un extracomunitario di quelli giunti da pochi giorni in Italia che non hanno ancora i soldi per comprarsi l’auto, altrimenti vuol dire che è un italiano radical chic che va in bici solo per farsi notare e per dare fastidio agli altri, un po’ come uno che non usa il telefono cellulare per fare lo snob (e non perché ne ha le scatole piene di rispondere al telefono ogni trenta secondi…).
Nella società dei rifiuti il ciclista è poco considerato perché produce pochi rifiuti ed alla fine diventa lui un rifiuto. Come rifiuto almeno andrebbe separato dagli altri rifiuti in nome di quel trattamento dei rifiuti che ci può aiutare a riciclarli senza produrre diossina. Ma è già tanto che il ciclista non venga “incenerito” così come la società capitalista propone per molti rifiuti. Non c’è tempo per le cose di poco conto, cosa vuoi star lì a separare l’automobilista dal ciclista, è una inutile perdita di tempo.
Il movimento del movimento è un’ utopia. Perché un movimento deve sempre avere una base politica, se vuoi che sia corruttibile una qualunque base politica deve averla. Altrimenti si rischia di dover sovvertire degli equilibri.. Ricordo quando i verdi in Italia avevano qualche voto. Tanti non li hanno mai avuti ma qualcuno si. Davano fastidio a tutti, perché chiedevano cose concrete. Erano cose che gli industriali non avevano alcun interesse a concedere e lo Stato non aveva alcun interesse immediato per accontentarli. Sono stati aboliti, etichettati per “politicamente inutili”, snobbati dalla destra e dalla sinistra. Davano fastidio ad entrambi, creavano problemi agli operai ed ai padroni, in una parola erano “politicamente sconvenienti”. Così sono stati praticamente eliminati, soppressi dalla scena politica. I ciclisti o quelli che vogliono comunque umanizzare le nostre città (dando ulteriori possibilità al turismo che ci può veramente salvare dallo squallore) mi sembrano un po’ così. Non hanno né arte né parte. Non sono né consumisti né comunisti. A cosa servono?