PUBBLICITA’ FUORVIANTE

Se come insegnanti di educazione fisica non abbiamo il coraggio di denunciare queste cose allora vuol dire che non contiamo proprio nulla. Se non ce la fanno i medici perché sono imbrigliati in certe logiche allora dobbiamo trovare il tempo ed il coraggio di farlo noi anche se ad un primo esame sembrerebbe una questione prettamente medica. Sto scrivendo di una pubblicità di un antidolorifico e mi verrebbe voglia pure di fare il nome della ditta, ma poi è evidente che vado a scontrarmi contro i colossi ed allora diciamo pure che se questa ditta lo fa in modo semplicemente scandaloso le altre lo fanno comunque in modo fuorviante e deplorevole ed in linea di massima, a scanso di equivoci la pubblicità degli antidolorifici andrebbe comunque vietata anche razionalmente visto che sono beni che dovrebbero essere a consumo fisso e non variabile. Puoi fare tutta la pubblicità che vuoi che le indicazioni per un certo antidolorifico restano sempre quelle, non è come un dolce che puoi decidere se consumare o meno. Dell’antidolorifico o ne hai bisogno o non ne hai bisogno e deve comunque essere il medico ad ordinartelo perché è un farmaco e pertanto non ha senso farne la pubblicità.

Questo spot pubblicitario è pazzesco perché tifa vedere il soggetto con il mal di schiena che dopo aver preso una dose di farmaco ne fa di tutti i colori per dodici ore tanto quanto è il tempo di durata dell’analgesia dovuta al farmaco e pare che in quel modo abbia risolto tutti i problemi della patologia. Allora le algie vertebrali sono una problematica che tocca circa il 30% della popolazione se non di più ed in taluni casi sono particolarmente gravi ed invalidanti. Ovviamente sono un problema di carattere medico anche se non tutti sanno che in una gran parte dei quadri clinici legati a questo problema la terapia elettiva è la ginnastica a corpo libero e non  sono certamente gli antidolorifici e tanto meno gli antiinfiammatori che soprattutto in Italia vengono usati in modo indiscriminato anche quando assolutamente inutili se non  dannosi e, soprattutto, talvolta anche senza nessun controllo medico.

Un buon insegnante raccomanda sempre all’allievo che fa ginnastica e che ha qualche problemino di schiena di evitare di assumere analgesici prima della lezione. Raccomanda questo perché se l’allievo arriva a lezione anestetizzato dall’analgesico che sta facendo il massimo del suo effetto antidolorifico proprio in quel momento rischia di mettersi a svolgere senza nessun problema ed ignaro del rischio esercitazioni del tutto inopportune per il quadro clinico. Il mal di schiena non è un buon motivo, se non nella fase proprio acuta, per bloccarsi del tutto irrigidendo ulteriormente la muscolatura ma impone comunque all’allievo di ascoltarsi con attenzione per capire quali sono i movimenti che si possono ed è opportuno fare in quel preciso momento e quali vanno assolutamente evitati finché permane quella condizione.

Quello spot che fa vedere il bravo papà che si piglia sulla schiena il figlioletto solo perché è sotto l’effetto anestetizzante del farmaco è uno spot decisamente fuorviante perché quel bravo papà finché è affetto da quella patologia non deve assolutamente permettersi il lusso di comportarsi come se fosse perfettamente sano, pena il peggioramento del quadro clinico con una possibile preoccupante dilatazione dei tempi di guarigione. Con studi che non sono mai stati pubblicati e non verranno mai pubblicati per evidenti motivi si era dimostrato che in molte patologie articolari fra chi assumeva antidolorifici e chi non li assumeva arrivava a risoluzione del quadro clinico prima il gruppo di questi ultimi. Tale studio non deve sorprendere e si può semplicemente spiegare in questo modo: chi non prende antidolorifici sa cosa può fare ed impara ad evitare o a modificare i movimenti inopportuni, chi prende antidolorifici fatica a capire cosa può fare e cosa non può fare e finisce per non dare il giusto peso alla patologia, parzialmente sollevato dal problema del dolore dall’uso del farmaco andando a dilatare inesorabilmente i tempi di guarigione.

Ora se queste cose possono dirle solo gli insegnanti di educazione fisica perché è nel loro interesse la questione è molto triste. Comunque qualcuno queste cose deve dirle perché il paziente deve essere tutelato e messo nelle condizione di guarire prima possibile. E’ comunque auspicabile una legge che regoli la pubblicità dei farmaci perché non ne possiamo più. Libero mercato va bene ma libera presa in giro no.