Il monopattino elettrico è stato usato dai detrattori del bonus incentivo per l’acquisto di bici e bici elettriche per svilire l’importanza di questo bonus e per mettere in cattiva luce l’attuale governo accusandolo di occuparsi di questioni di importanza secondaria; con questo bonus infatti viene incentivato anche l’acquisto dei monopattini elettrici e visto che questo è un mezzo molto criticato niente di più facile e fuorviante che definirlo “bonus monopattini”.
Come sempre non prendo parte politica (anche se ne faccio) e non sostengo o accuso il governo. L’idea del bonus biciclette non è buona o cattiva è semplicemente una strada obbligata se vogliamo guardare in faccia la realtà, il fatto che dopo tre mesi che se ne discute non si sappia ancora chi potrà beneficiare di questo bonus mi pare scandaloso. Mi pare pure ridicolo che il governo non riesca a segnare un punto a suo favore sottolineando in modo chiaro a cosa serva il bonus biciclette che alcuni buontemponi della politica di serie “B” (e non mi interessa assolutamente di che parte politica siano) hanno osato svilire definendolo biecamente “bonus monopattini”. Torno a dire che non voglio né criticare né sostenere il governo, se si voleva criticarlo si poteva benissimo farlo sostenendo che la chiarezza è importante ed il cittadino ha diritto di sapere chi potrà effettivamente usufruire di questo bonus. Se uno in tasca non ha soldi non è che possa farsi fare un prestito per acquistare una bici che poi non potrà pagare perché il presunto bonus non arriva.
Gli stessi che pensano che io abbia grandi interessi nella vendita di bici elettriche (eccome ne ho: sono lo sponsor occulto di una trentina di importanti produttori, che non crediate che io qui sopra scriva gratis…) penseranno che non sia foraggiato da nessun produttore di monopattini elettrici, fino ad ora non ho affrontato la questione se non in modo del tutto marginale e senza entusiasmo.
Ebbene con questo articolo voglio schierarmi moderatamente a favore dei monopattini elettrici (eccolo che rimedia qualche euro pure lì…) ma con dei distinguo (ne rimedia pochi…).
Intanto il monopattino elettrico mi diventa simpatico nel momento in cui viene criticato da gente che di mobilità urbana dimostra di non capirci proprio nulla e dimostra pure di dare importanza zero alla delicata e urgente questione ambientale, ma nella fattispecie mi pare opportuno chiedersi da dove arriva chi approda al monopattino elettrico ed è questa, a mio parere, la discriminante per dare un giudizio positivo o negativo a questa nuova abitudine.
Ritengo che sia un atteggiamento rassegnato, inopportuno e non utile quello di chi approda al monopattino elettrico quando prima era un abituale utilizzatore della bici in città e al terzo furto di bicicletta, deluso, affida il problema alle ditte di noleggio dei monopattini. Se mi devono fregare il mezzo che sia il monopattino della ditta che li noleggia ma non la mia bici, io ne sto fuori, affari della ditta di noleggio. Questa è una sconfitta del cittadino. Per combattere la piaga dei furti di biciclette che ha un impatto ecologico devastante (ed io prevederei pure il danno ambientale per chi si macchia di questi reati) c’è la polizia che purtroppo, fra mille impegni, deve farsi carico pure di questo. Non esiste che un sano utilizzatore di bicicletta si pieghi alla moda del monopattino perché non ne può più dei furti di bicicletta, questo è un ripiego inaccettabile che non va certamente in direzione di una città più vivibile.
Inoltre, da un punto di vista squisitamente tecnico, non si può barattare, se non vi sono strani motivi di salute a suggerirlo, l’uso normale della bici con un uso sistematico del monopattino elettrico, molto meglio la prima.
Qui sembro cadere in contraddizione quando sostengo a spada tratta l’uso della bici elettrica, anch’essa ha una marcia in meno dal punto di vista della lotta alla sedentarietà rispetto alla bici normale. Ma io la bici elettrica la sostengo per chi non ha il coraggio e/o la possibilità di servirsi della bici normale. Chi non ce la fa può benissimo orientarsi verso la bici elettrica che fa comunque muovere e ti fa muovere anche su tratti più lunghi del solito perché ti da coraggio.
Su questa linea spezzo una lancia in favore del monopattino elettrico: se a questo ci approda l’automobilista incallito stufo di perdere tempo a caccia di parcheggi impossibili, quello che non userebbe mai e poi mai la bici, allora ben venga anche il monopattino elettrico perché è un altro mezzo utile a decongestionare il traffico urbano, è un altro mezzo utile a combattere quella sanguinosa guerra che vede soccombere chi va ai 20 chilometri all’ora nei confronti di chi vuole ancora andare nei centri urbani ai 50 chilometri all’ora anche nel terzo millennio.
Per certi versi la prima mossa per rendere le città più vivibili è spegnere la televisione. C’è un esercito di potenziali pedoni e ciclisti che deve riappropriarsi della città ed il modo migliore per farlo è spegnere la televisione e tornare a vivere la città, come se le auto non esistessero o come se le auto potessero in qualche modo essere domate.
Se il monopattino è un alleato per riuscire a domare le auto impazzite ben venga anche il monopattino.
L’obiettivo principale è diminuire la velocità delle auto private nei centri urbani e dimostrare che anche se la velocità media degli spostamenti dovesse calare (cosa possibile ma non dimostrata perché se il traffico è decongestionato è pure possibile che questi tempi rimangano simili nonostante il divieto a circolare ai 50 chilometri all’ora) l’economia può sopravvivere lo stesso. Una città più lenta è più gradita ai turisti, è più vivibile anche per chi ci abita ed è più salubre.
Il monopattino è dei nostri perché non supera i 20 chilometri all’ora, non va utilizzato sul marciapiede ma sulla pista ciclabile (che non c’è) o sulla carreggiata normale dove vanno le auto che devono fare i conti anche con il monopattino perché in una società civile l’auto non regna più sovrana come cinquant’anni fa. I tempi sono cambiati e se l’auto privata un tempo era un lusso per pochi ora può essere un’ opzione per chi non ha altre possibilità di movimento, abbandonando la presunzione di poter prevaricare i diritti di chi va a piedi, in bici o anche… sullo stramaledetto monopattino.