PRIMA IL DOVERE E POI IL PIACERE

Per come tratto lo sport io pare quasi che deva essere considerato ancora più essenziale della scuola.

Il concetto è che la salute è la cosa più importante e se lo sport è fondamentale per la salute allora è pure possibile che possa essere anche più importante della scuola. In una repubblica “fondata sul lavoro” questo concetto pare stridente. C’è che, se fosse al passo con i tempi, la repubblica dovrebbe essere fondata sulla salute più che sul lavoro in ossequio al fatto che si lavora per vivere e non si vive per lavorare.

Il concetto di “piacere” deve poi essere sviscerato per far capire meglio cosa è dovere e cosa è piacere. Una scuola fatta bene non è un dovere ma un piacere. E’ quasi come il caffè del mitico Nino Manfredi. Se la scuola non è “buona” che piacere è… Ed una scuola che non piace non può essere buona perché non entusiasma e non scatena le emozioni necessarie per il vero apprendimento.

Al paradosso lo sport è un dovere e può suonare blasfemo per me, che continuo a predicare che anche lo sport deve essere divertente, dire che è un dovere. In effetti il “dovere” dello sport è che si deve proprio tentare di renderlo divertente perché, in un gioco di parole, siccome è importante bisogna fare in modo che sia anche divertente altrimenti alla fine si rischia di trascurarlo. Insomma un po’ come la scuola ed il caffè di Nino Manfredi anche lo sport deve essere buono altrimenti non è un piacere.

Ricapitolando abbiamo il dovere di rendere lo sport divertente per fare in modo che non sia scavalcato come priorità dalla scuola e soffocato da questa, Se c’è un dovere nei confronti della scuola è anche lì di renderla divertente anche per ottenere un’ottimizzazione del tempo ad essa dedicato e utilizzarlo nel modo più proficuo possibile per ottenere il miglior apprendimento.

Se tutto funziona allora possiamo davvero dare la precedenza allo sport nel senso che questo è un dovere per la salute di tutti i ragazzi mentre la scuola, quando funziona alla perfezione, è proprio un vero piacere, che deve comunque trovare il suo spazio perché ci deve essere spazio sia per il dovere che per il piacere.

Se la scuola è troppo pesante ed ingombrante e lo sport non è divertente si arriva a quella aberrazione un po’ troppo diffusa sul nostro territorio dove il dovere è la scuola e siccome per il piacere c’è poco tempo allora quello non è nemmeno lo sport ma qualcosa con il quale si sballa nel fine settimana per poi reimmergersi nella settimana stressante. Ma con quella filosofia la salute se ne va inesorabilmente.

Deve esserci spazio tutti i giorni sia per il dovere che per il piacere e su questo non ci sono dubbi. Poi, dal mio punto di vista, il dovere è di trovare uno sport coinvolgente ed il piacere quello di frequentare una scuola che entusiasma, ma questa secondo molti è pura utopia ed una specie di “seconda stella a destra…”. E’ pure possibile. Allora, riprendendo il grande Edoardo Bennato, io sostengo che comunque… quello è il cammino.