Sono stato accusato di pressapochismo per la superficialità con la quale avrei trattato argomenti molto importanti quali l’attività fisica e ancor più la profilassi sanitaria mettendo del buonismo impossibile come ingrediente per consigliare soggetti che chiedono informazioni su cose assolutamente non trascurabili. L’aspetto tecnico su cose così importanti sarebbe sempre fondamentale ed imprescindibile e rischio di screditare l’intera categoria abbassando questioni di vitale importanza al basso ruolo di “volemose ben”.
L’accusa è piuttosto circostanziata e non ho problemi a rispondere a questa accusa. Parto dal mio preciso campo di competenza per arrivare poi ad una spinosissima questione che in questo tempo ci riguarda tutti, siamo insegnanti di educazione fisica, medici, impiegati postali o salumieri.
Sull’attività fisica potrei disquisirne all’infinito facendomi pure venire la raucedine se non ho acqua a disposizione e senza per questo ridurre l’enfasi con la quale sostengo queste argomentazioni.
L’antusiasmo e la motivazione sono fattori decisivi per determinare la qualità di qualsiasi attività motoria. Dal gesto tecnico di alta precisione di un finalista olimpico al gesto spensierato di un bambino che gioca al parco giuochi. Qualcuno potrà anche sostenere il contrario ma la mia opinione purtroppo decisamente calcificata su questo concetto è che il fatto tecnico passa decisamente in subordine.
Chi non è convinto di questa cosa è liberissimo di non leggere nessun altro dei miei articoli scritti su questo sito ed anzi lo invito a non leggerli proprio perché si innervosirà oltremodo a scoprire che sono tutti permeati in un modo o nell’altro da questo sotterraneo quanto limpido concetto: non c’è qualità del movimento se non c’è l’entusiasmo.
Per quanto riguarda la profilassi sanitaria tratto l’argomento da comune cittadino più che da figura professionale che lavora comunque attorno alla salute della gente. Ho scomodato niente popo di meno che la questione vaccini che è una questione di pertinenza strettamente medica ma l’ho scomodata come cittadino che guarda la televisione (non penso di essere l’unico) non come esperto di vaccini. Di vaccini non ci capisco proprio nulla, non sono un medico e non ho la più vaga sensazione di quanto possa essere pericoloso quello che lavora sull’RNA o quello che funziona come un vaccino tradizionale. Praticamente non so nemmeno che differenza ci sia. Quello che so è come ci è stata presentata la questione per televisione. E so anche quanta pubblicità si faccia per televisione ai farmaci. Poi so quanto la gente sia nauseata da questa pubblicità e trovi semplicemente scandaloso che la televisione (pure quella di stato) si presti per quattro palanche a lasciare che vengano pubblicizzati addirittura i farmaci dei quali noi italiani siamo notoriamente consumatori compulsivi e usiamo come se fossero caramelle. La stessa cosa avviene anche con le automobili dirà qualcuno. Pure l’automobile la usiamo in modo patologico procurandoci patologie decisamente diffuse e che dovrebbero essere contrastate energicamente anche con campagna pubblicitarie. Invece si fa la pubblicità proprio dello strumento che ci aiuta a peggiorare quelle patologie.
Ebbene questo “stile” ha prodotto una tale nausea nel telespettatore che si sente considerato più come consumatore che non come telespettatore ed ha prodotto un atteggiamento di fuga anche verso i vaccini che vengono erroneamente identificati come un “prodotto da piazzare sul mercato”.
Tale atteggiamento non ha assolutamente senso e va certamente combattuto ma va combattuto a colpi di informazione e non a colpi di ulteriore pubblicità altrimenti si ottiene l’effetto contrario e non si fa altro che rinforzare le resistenze di chi si è fatto strane idee sui vaccini.
L’atteggiamento errato dello spettatore medio al quale io raccomando sempre di guardare meno televisione e praticare più attività fisica (attenzione che ci sono dentro anch’io e se non guardassi la televisione non potrei lanciarmi nemmeno in questa critica e pertanto chi mi dice “vede la pagliuzza nell’occhio altrui ma non la trave nel suo” in questo senso ha proprio ragione…) è quello di partire dal presupposto che tutto ciò che è raccomandato dalla televisione è raccomandato per fini commerciali. Pertanto è normale che ci sia la pubblicità dei farmaci inutili, è normale che venga pubblicizzato il cibo spazzatura in un paese che ne consuma davvero troppo, è normale che vengano pubblicizzate tanto le automobili anche se una grande mossa di civiltà sarebbe cominciare a liberarsene prevedendo degli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori che potrebbero subire un danno da una rivoluzione devastante ma che prima o poi dovrà davvero essere innescata se ci teniamo alla salute dell’ambiente e soprattutto alla nostra.
In tale contesto pensare che la vaccinazione di massa sia un’altra trovata pubblicitaria per soddisfare esigenze di mercato è fin troppo facile e tale presunzione può essere combattuta solo informando la gente, non attaccando ed emarginando chi chiede giustamente informazioni perché la questione è molto importante.
Dunque a chi mi accusa di pressapochismo su argomenti molto, troppo importanti per essere trattati con superficialità rispondo che la precisione dell’informazione è una questione decisamente importante ed è per questo che non ci si può permettere il lusso di fare la pubblicità dei vaccini come se fosse un prodotto da vendere. Sui vaccini la pubblicità deve essere vietata perché se qualcuno viene preso dal sospetto che sia un prodotto di mercato da vendere può pensare che sia anche inutile come la maggior parte dei prodotti che ci vendono. L’informazione è invece doverosa perchè le paure si combattono solo con l’informazione. Al momento in televisione io sui vaccini ho visto tanta pubblicità e poca informazione. E’ la mia solita critica alla televisione, non è una critica ai vaccini e quando dico che ritengo assurdo un eventuale obbligo alla vaccinazione non lo dico con pressapochismo. Sono convinto che una popolazione adeguatamente informata non abbia bisogno di alcun obbligo e abbia tutti gli elementi per decidere in coscienza. Stando così le cose invece rischiamo di decidere con lo stesso spirito con il quale scegliamo il detersivo per i pavimenti che è pure una cosa importante ma anche se scegliamo quello che rende meno e costa il doppio, pazienza.