Qualcuno crede che nell’articolo in questione mi sia scagliato pure contro il registro elettronico e ne proponga l’abolizione. Niente di tutto questo. Lo portavo in campo semplicemente per dimostrare come ormai siamo talmente invischiati nelle faccende dei nostri figli che possiamo pure sapere senza nemmeno chiederglielo (cosa un po’ imbarazzante per loro…) che voti prendono a scuola. Non solo, ci chiedono addirittura di guardare se fanno i compiti e magari pure di guardare come li fanno. A questo punto mi sento autorizzato come genitore a spiare con che cavolo di trolley va a scuola mio figlio perché se si scarrozza avanti e dietro da scuola tutti i santi giorni uno zaino o un trolley che pesa più di 10 chilogrammi ritengo che questa non sia certamente una bella idea. Sto trattando di salute non di rendimento scolastico e la prima ritengo che sia più importante del secondo. Non sono per niente d’accordo nemmeno se va a scuola in bici in impenno o in motorino dietro ad un compagno deficiente che non rispetta nessuna norma del codice della strada. Su quelle cose sono bacchettone, morbosamente curioso e disposto ad intervenire perché non accada, perché si tratta di salute. Se poi ci impiega un anno in più per finire gli studi perché non riesce a trovare entusiasmo nello studio quello è un problema che posso tentare di affrontare con lui se lo ritiene ma non mi ritengo obbligato a sorvegliare in diretta sul registro elettronico la sua agonia di studente demotivato, anzi penso che questo sia il miglior modo per opprimerlo e non aiutarlo nella risoluzione di quel problema così come quel genitore che ha il figlio centravanti che non fa gol potrebbe anche minimizzare la portata del dramma se non vuole che il figlio smetta di giocare a calcio prima del tempo.
Insomma, fuori dai denti, non mi interessa che voti prende, mi interessa che si comporti educatamente, che non sia strafottente nei confronti dei professori poi se ha entusiasmo per lo studio tanto meglio, altrimenti speriamo che gli venga. Non è questione di entusiasmo invece quando si tratta di salute perché se ha entusiasmo nell’infrangere le norme del codice della strada o nel portarsi a scuola tutti i giorni 10 chilogrammi di materiale didattico oppure ad ammazzarsi di computer e smartphone senza fare un minimo di attività fisica allora come genitore ho l’obbligo morale di intervenire a controllare cosa succede. Il controllo sulle cose serie è sacrosanto anche quando è maggiorenne, anche se ha il diritto di fare quello che vuole, per il solo fatto che sono genitore. Poi c’è chi gli regala il telefonino a dieci anni e pretende di sapere la password. O gli regali il telefonino che a quell’età non dovrebbe servire assolutamente a nulla o fai a meno di regalarglielo, altro che password. Una volta che accede ad Internet è lui che decide che scemate andare a vedere e posso spiegargli la marea di balle e di falsa informazione che passa per Internet ma non posso controllarlo anche lì. Il mio compito è controllare che non si “ammazzi” di Internet perché se si incurva a passare ore ed ore sullo schermino che siano donnine nude o alta scienza il risultato finale sarà che deve praticare comunque una sana attività fisica e nessuno schermino, nessun impegno, per quanto nobile sia, devono limitare il suo accesso alla giusta quota attività fisica. Scontato discorso di genitore rompiballe che per coerenza non può dire che gli schermi fanno male solo quando riguardano le scemate e non quando riguardano lo studio.