PIUTTOSTO CHE…

Non tutte le mode nascono per business. Vorrei vedere in faccia quel tipo che una quindicina di anni fa ha iniziato a lanciare la moda di un neologismo scorretto, e personalmente direi anche piuttosto orrendo, nella lingua italiana.
Il neologismo che si sta diffondendo come una malattia infettiva è la pessima abitudine di usare il “piuttosto che” come congiunzione. Piuttosto che non è una congiunzione e, ai miei tempi, lo sapevano anche i bambini di prima elementare, non solo quelli secchioni, anche quelli che giocavano tutto il giorno e non facevano i compiti (se proprio i maestri avevano il coraggio di darglieli).

Adesso il “piuttosto che” usato come congiunzione lo usano pure i laureati e sono pure capaci di dirti che è corretto perché è entrato nella lingua comune.

Ecco, allora visto che non tutte le mode nascono per business (nessuno può averci guadagnato nulla dallo sbarco di questo strafalcione sulla lingua italiana), mi piacerebbe lanciarne un’altra che parimenti non potrà avere nessuna ripercussione economica. Mi piacerebbe lanciare la moda dei 100 metri piuttosto che dei 200 metri piuttosto che dei 400 metri piuttosto che degli 800 metri e piuttosto che (splendido questo “e piuttosto che”…) dei 1500 metri in atletica leggera.

Non c’è business sull’atletica in pista e pertanto a fronte di un popolo di stradisti straripante abbiamo una frequentazione delle corse su pista che è abbastanza desolante. Capisco per le specialità tecniche: le corse con ostacoli non si improvvisano, nemmeno le siepi e tanto più i 400 metri ad ostacoli o gli ostacoli brevi che per essere messi a punto necessitano anni e anni di costante affinamento tecnico.

Ma per uno che corre trenta o quaranta gare all’anno su strada cosa ci vuole per andare a farsi un giretto su pista? Non a caso ho citato le corse dai 100 metri ai 1500, sono convinto che una volta ripopolate quelle sarebbe un giochino ripopolare anche i 5.000 ed i 10.000 metri. Il paradosso è che al momento anche 5.000 e 10.000 metri che hanno un potenziale popolo di frequentatori sterminato sono piuttosto disertati. Il problema è che gli stradisti non hanno la “strada” della pista, proprio non sanno dov’è. Forse può essere noioso correre un 10.000 metri su pista se non sei un atleta discreto e rischi di prenderti alcuni giri di doppiaggio dai primi classificati, ma nei 1500 metri ci vuole proprio tutta la buona volontà per essere doppiati e dagli 800 metri in giù il problema del doppiaggio non esiste più. Inoltre non ho mai visto un giudice andare a casa prima che l’ultimo dei contendenti di una gara sugli 800, anche se lentissimo, terminasse la prova.

E’ chiaro che in un contenitore gigantesco qual’è la Maratona che può ospitare in un’unica prova fino a 40.000 persone ci può stare pure il business ed allora si trovano i modi per convincere tutti a correre una maratona anche se non è una competizione proprio per tutti e non sono certamente qui a dire di fare 5000 batterie dei 100 metri in una manifestazione ospitata da una pista ad otto corsie per far correre a 40.000 persone i 100 metri, però mi piacerebbe vedere delle gare amatori su pista con un migliaio di partecipanti fra atleti delle corse dei lanci e dei salti.

Ciò purtroppo avviene solo nelle gare di livello mondiale dove l’organizzazione vede pure lì il business e riesce a riempire gli alberghi della località che ospita le gare. Ma una manifestazione normale con tanti atleti di tutte le età che frequentano la pista è davvero impossibile. E allora io sogno un campionato provinciale di una qualsiasi splendida cittadina italiana con un centinaio di centometristi “piuttosto che” un altro centinaio di quattrocentisti e piuttosto che solo una settantina di saltatori del salto con l’asta visto che è un po’ più tecnico.

Invece devo accontentarmi di vedere manifestazioni su pista con pochi giovani e pochissimi amatori ma “piuttosto che” sia addirittura vietata loro la partecipazione (come se i giovani fossero fantasticamente “troppi”) va bene anche così. Piuttosto che…