PIU’ SPORT MENO ARMI

L’ennesima strage negli Stati Uniti non cambia nulla, non gliene frega niente a nessuno delle stragi, l’importante è vendere armi perché è un business troppo importante per soffocarlo. E’ un po’ come la tragedia continua delle stragi in incidenti stradali: tutti a piangere ma concretamente non gliene frega niente a nessuno perché basterebbe smetterla di produrre vetture troppo veloci e fare davvero una battaglia contro la velocità, battaglia che non si vuole fare perché stronca il business prima ancora di aver vietato la vendita dei missili di automobili che ci sono in giro.

E’ la solita tiritera: comanda il mercato e se il mercato propone qualcosa che fa male alla salute poco male, l’importante è la salute del mercato, non la nostra.

Per cui il problema è l’occupazione, se poi produci cose inutili o dannose alla salute, poco male, l’importante è che ci sia lavoro. Il problema é che di lavoro ce ne sarebbe già fin troppo a rifondare questa società squilibrata che ha troppo rispetto per le esigenze dei più ricchi e zero rispetto per le esigenze dei diseredati.

Come può aiutarci lo sport contro le armi? Canalizzando l’aggressività che è normalmente in ognuno di noi. Hai qualcosa contro il tuo vicino? Lo sfidi a duello, sui 100 metri oppure anche con il fioretto ma su una pedana regolare con tanto di rilevazione elettronica del punteggio e giudici che verifichino che nessuno bari. C’è che una pista di atletica o una pedana per il fioretto costano molto di più che una bella pistola con la quali risolvi i tuoi problemi in un amen senza giudici e senza rilevazioni elettroniche di alcun tipo.

Ed è per quello che c’è tanto da lavorare, perché bisogna fare in modo che le piste per i 100 metri e le pedane per la scherma diventino meno costose e più convenienti delle armi. Se il mercato va in quella direzione stiamo tutti meglio se invece resta sulle armi non possiamo stare bene perché oltre alle stragi dell’americano medio poi ci sono le armi da inviare per la guerra giusta che si risolve con un continuo invio di armi fin che non sono stati sterminati tutti gli ingiusti.

Sembra il temino di un bambino delle elementari, di quei temini che poi la maestra scrive “Sì, hai ragione ma ormai non puoi più scrivere in questo modo perché ormai sei in quarta elementare e devi pensare in modo in più complesso, non puoi pensare come un bambino di seconda elementare, devi capire che ci sono anche le ragioni del mercato, le ragioni dell’economia…”

La situazione è sotto gli occhi di tutti, non è solo una questione di armi, stiamo producendo una quantità infinita di cose inutili ed anzi dannose per la nostra esistenza solo per tutelare l’economia di mercato. Se serve lo sport per innescare la rivoluzione della salute, la rivoluzione della tutela dei diritti dell’uomo che prevarica sulla tutela delle regole dell’economia di mercato, ben venga lo sport e se la nostra adesione in massa allo sport per dirimere i conflitti sociali provoca un pauroso collasso dell’economia di mercato ben venga anche questo collasso, forse è la volta buona che con poco cibo a disposizione lo dividiamo davvero equamente per tentare di non far morire di fame nessuno e sarà la vera cura dimagrante del pianeta che al momento produce tantissimo ma distribuisce solo a chi alimenta questo circuito vizioso. Se tutti riusciamo a mangiare quel po’ che ci consente di sopravvivere non ci sarà più bisogno di soccorrere in mare nessuno perché la vita la rischia solo chi vive in un paese dove si vive di merda per andare in un paese dove gli hanno raccontato che si vive bene.

Non si tratta di vivere da nababbi in tutto il mondo, non è possibile, si tratta di vivere in un mondo dove c’è il minimo indispensabile per tutti, senza fronzoli, senza cose inutili. Un po’ come c’è scritto sui temini dei bambini di seconda elementare, non quelli di quarta che, avendo il telefonino, tendenzialmente non scrivono più queste cose.