Premessa, prima di scrivere questo articolo sono andato a curiosare cosa girava su Internet su tale argomento perché siccome vado a scrivere che mi pare che il diario di allenamento non sia per niente di moda, volevo verificare che tale mia sensazione non fosse invece smentita da una marea di articoli su Internet che trattano questo preciso argomento. Ebbene una marea proprio non ne ho trovati, però devo ammettere che ne ho trovato uno di un certo dott. Luca Del Curto (persona che io non ho l’onore di conoscere) che mi è piaciuto molto e quando si può fare un complimento sincero ad un collega che scrive qualcosa di interessante mi va proprio di farlo e posso pure mettere da parte la mia proverbiale Privacy. Anzi Luca Del Curto mi quereli pure che io vado a dire ai quattro venti che scrive buoni articoli su Internet (a parte scherzi se lui mi ritiene scemo potrebbe anche essere infastidito dal fatto di essere citato in un mio articolo. Speriamo che non mi ritenga scemo…).
Ebbene, nonostante l’articolo del dott. Luca Del Curto su Internet che in sintesi dice che il diario di allenamento è uno strumento molto importante per la preparazione e soprattutto va curato in modo molto individuale, riportando anche cose che ad una prima sommaria analisi potrebbero sembrare poco tecniche, non percepisco a livello generale questo grande entusiasmo verso il diario di allenamento e mi pare che non ci sia proprio nessuno che voglia lanciare la moda di questo utile strumento.
Perché? Per il semplice motivo che dietro ad ogni moda deve sempre esserci un business. Che business ci può essere dietro al lancio della moda del diario di allenamento? Zero. Ed allora del diario di allenamento non gliene frega niente a nessuno. Anzi è quasi visto male e vi spiego pure perché. La moda esiste nelle schede di allenamento. Lì si che esiste una grande moda: è il sistema più diabolico per far finta di prendersi cura di qualcuno e prenderlo in giro con uno schemino che si può scrivere in tre minuti, anzi, disponendo di una fotocopiatrice a portata di mano si può produrre in pochi secondi.
Il diario di allenamento per la scheda di lavoro è come l’acqua santa per il diavolo. Uno vi da una splendida “scheda di lavoro” e voi gli portate 8 o 10 “tomi” con il vostro diario di allenamento (io ne ho 43 ma sono un po’ su con l’età) e gli chiedete se quella scheda può andare bene in base a quello che avete fatto fino ad ora. Ovviamente non c’è nessuno che si mette con pazienza a leggere i vostri diari di allenamento ma il punto è proprio quello. A ‘sta gente che fa le schede di lavoro del vostro passato non gliene frega proprio nulla perché non dico che si dovrebbero mettere lì a leggere l’opera omnia sulla vostra attività sportiva ma almeno un paio di domandine su quanto avete fatto fino ad ora se hanno un po’ di buon senso dovrebbero farvele. E’ chiaro che lì il discorso può andare per le lunghe perché portare in campo il concetto che una eventuale programmazione (io non credo nelle programmazioni che vanno al di là di 48-72 ore) deva dipendere da quanto si è fatto fino ad ora implica che il soggetto “bersaglio” di questa programmazione possa a mettersi a parlare anche in modo non troppo succinto (io parlerei più o meno per qualche giorno ininterrottamente come facevano in Parlamento certi onorevoli per non far approvare qualche legge) e quindi altro che schemino da predisporre in tre minuti, lì la questione si apre in tutti i suoi splendidi dettagli.
Una grande importanza del diario di allenamento implica un’altra cosa fastidiosa per molti tecnici. E’ di moda cambiare tecnico, si cambia tecnico con lo stesso stile con il quale si cambia rasoio da barba. Il diario di allenamento è lì a dirti che il rasoio più efficace è probabilmente proprio quello che hai sempre usato e non quello all’ultima moda progettato sulla luna. E’ chiaro che chi ti ha seguito fin dall’inizio ha molte possibilità di seguirti bene perché ti conosce bene. E chi ti ha seguito per più tempo ha più possibilità di capire come funzioni e come reagisci a certi carichi di allenamento. Questo vuol dire che l’ultimo arrivato, anche se è un santone della preparazione sportiva, è comunque l’ultimo arrivato e pertanto può facilmente sbagliare.
Allora il diario di allenamento è una specie di strumento contro le mode. E’ proprio perché esiste il diario di allenamento che si è costretti a cambiare in un certo modo e non in un modo improvvisato. Se cambi devi cambiare anche sulla base delle indicazioni fornite dal diario di allenamento, se non cambi non hai nemmeno bisogno di cambiare preparatore perché ciò che devi ripetere lo sai meglio tu di lui. In sintesi il diario di allenamento è quello strumento scomodo che per il nuovo tecnico è meglio che non esista. Questo se è un tecnico alla moda che non ha tempo di seguirti perché se è un tecnico di vecchio stampo ti chiederà in primo luogo perché cambi tecnico (questo con riferimento agli sport individuali perché negli sport di squadra ovviamente le dinamiche organizzative sono diverse) e poi avrà probabilmente la pazienza di ascoltarti bene sul tuo passato sportivo impiegandoci molto tempo per inquadrare la tua situazione.
Dunque il diario di allenamento, molto utile, non è di moda semplicemente per motivi di “libero mercato”. Io che al libero mercato ho sempre anteposto la scelta di dire liberamente di no alle esigenze del mercato vi esorto a tenere un diario di allenamento, anche se non lo avete mai fatto e anche se vi potrà sembrare noioso. Non è solo per il fatto che non sia di moda (e anche quello è già un qualcosa di entusiasmante) ma proprio per il fatto che è molto utile. Al giorno d’oggi sempre più soprattutto se consideriamo il fatto che sia molto probabile trovare sulla propria strada un qualcuno che propina le famigerate “schede di lavoro”. Da uno che attacca con le schede di lavoro ci si difende con il diario di allenamento. Come l’acqua santa con il diavolo.