PERCHE’ NELLE LEZIONI DI GINNASTICA PER LA TERZA ETA’ E’ OPPORTUNO PARLARE MOLTO

Vi ho imbrogliato. Mi ero posto l’obiettivo si scrivere poco del corona virus. Fra i consigli che vi avevo dato vi avevo scritto di continuare a muovervi il più possibile, anche in casa, per ossigenare il cervello, ovviamente compatibilmente con  le indicazioni date dalle autorità per il contenimento del virus e poi vi avevo consigliato di spegnere la televisione perché per chi è sano buona parte del problema è quella. Avevo rilevato come la maggior parte dei palinsesti fosse monopolizzata da argomenti deprimenti e come questa non sia una splendida mossa per aiutare la psiche di gente già stressata da giorni e giorni di clausura forzata. Ebbene io sono ancora più pirla degli altri perché dopo aver sbandierato a più riprese che la mia è informazione libera, che non devo rendere conto a nessun padrone, casco nello stesso errore e divento monotematico su questo incubo.

Indubbiamente di televisione ne ho vista troppa in questi giorni e tento solo di chiudere l’argomento con due considerazioni brevissime. Prima: qualcuno s’è reso conto che il sistema economico che avevamo prima non funzionava, che i terribili danni da inquinamento che c’erano (4 milioni e mezzo di morti l’anno) non erano concepibili e che il sistema nel suo complesso non funzionava nemmeno a livello economico perché le disuguaglianze stavano aumentando in modo drammatico tanto è vero che le morti precoci per povertà patologica superavano come numero quelle già intollerabili dovute all’inquinamento. Ricostruire la società sullo stesso modello di prima sarebbe una grande scemata anche se il modello che abbiamo attualmente è quello e nella fretta di ristabilire una situazione quasi normale la tentazione potrebbe essere quella. Ma sarebbe un errore e la seconda considerazione che voglio fare insiste su questo. La battuta più scema che ho sentito in questi giorni (sempre in televisione ovviamente…) è stata questa: “Non si può bloccare l’economia: anche prima avevamo un sacco di incidenti stradali ma non per questo si bloccava l’industria dell’auto”. E questa per conto mio è una battuta idiota quanto puntuale, perché i morti per incidenti stradali erano mediamente un milione e mezzo all’anno. Sul groppone dell’automobile poi, probabilmente, vi erano anche un buon numero di quei 4 milioni e mezzo di morti da inquinamento per cui cifre totali che anche se rischiano di essere ben inferiori a quelle potenziali del corona virus sono comunque cifre che non si possono trascurare. Non si potrà bloccare il mondo dell’auto ma il modo in cui ci muoviamo deve essere comunque rivisto e qui il corona virus non c’entra proprio nulla anche se qualcuno sostiene (io non capisco perché e francamente su questa cosa sono un po’ scettico) che pure il corona virus è figlio dell’inquinamento. Basta, questi sono argomenti che andranno affrontati quando staremo meglio, adesso non si circola punto e basta, nemmeno a piedi e passiamo ad argomenti che anche se fuori dai tempi sono meno deprimenti.

“Perché è importante parlare molto nelle lezioni di ginnastica per la terza età?” In questi giorni per telefono ho ricevuto dei complimenti che mi hanno fatto molto piacere. Non riguardano la mia professionalità, tutt’altro. Riguardano un aspetto delle mie lezioni che anche se io non faccio nulla per modificare non c’entra nulla con le mie indicazioni. Nelle mie lezioni si parla molto. Eccome se si parla molto. Io parlo molto con l’utenza e più che faccia gli esercizi giusti (per me gli esercizi giusti proprio non esistono e sono un’ invenzione di chi ha paura che la gente si muova senza istruttore) pretendo che mi spieghi cosa cavolo sta facendo, ripeto continuamente che ciò che vedo può andare anche benissimo ma se va bene davvero lo sanno solo loro perché io non sono dentro le loro fibre muscolari e faccio fatica a capire ciò che succede lì dentro solo dall’espressione del volto. Può avere un volto un po’ teso anche chi non sta facendo nessuna fatica (è teso solo perché con la pensione non riesce ad arrivare a fine mese…) e può avere un volto fintamente rilassato anche chi sta “subendo” tensioni muscolari del tutto inopportune. In questo senso i principianti sono dei maestri insuperabili. Non ho mai capito perché i principianti invece di spiegarti cosa c’è che non va sono tutti concentrati sull’apparire più rilassati possibile, ci riescono terribilmente bene poi vanno a casa, vengono aggrediti dai dolori e scoprono che oltre che me hanno imbrogliato anche loro stessi.

I complimenti che mi arrivano non sono al riguardo di questa cosa ma di altro tipo: “Mi manca molto la lezione, ma non la ginnastica in sé per sé, quella ormai la so fare, ho capito cosa devo fare, mi manca la possibilità di parlare con gli altri”. E questa seconda affermazione è il vero complimento perché vuol dire che fra la lezione di tipo tradizionale dove l’insegnante detta e gli altri scrivono e la lezione tipo che propongo io c’è una certa differenza. I testi delle mie lezioni non sono riproducibili. Se qualcuno le guarda togliendo il sonoro probabilmente le troverà tutte simili, fin quasi troppo simili. Il mio auspicio è che pur facendo più o meno sempre gli stessi esercizi l’utenza impari a muoversi sempre meglio, ascoltando sempre le giuste tensioni e scegliendo sempre meglio le tipologie di esecuzione dell’esercizio più adeguate alla loro condizione fisica. Ma non è quella cosa a cambiare i “testi” delle lezioni anche se io continuo a ripetere queste indicazioni in tanti modi diversi. I testi cambiano perché sono quelli dei discorsi della gente che oltre che di ginnastica parla delle proprie faccende di vita. La ginnastica per la terza età è quell’attività dove l’aspetto relazionale è di una importanza veramente significativa e dove anche la psiche deve essere ristorata da un momento della giornata che deve essere gradevole perché se è una palla allora tanto vale non andare nemmeno anche se può servire a combattere l’artrosi. La ginnastica di gruppo per la terza età non è solo ginnastica medica. Io ho la presunzione di dire che deve essere di più della ginnastica medica anche se chi svolge ginnastica medica sostiene che questa è più precisa nel raggiungimento di alcune finalità perché specificamente mirata. Date a Cesare ciò che è di Cesare. Non vi è dubbio che nella ginnastica di tipo medico c’è un intervento che è quasi simile a quello del fisioterapista. E’ un intervento altamente specifico che impone che gli utenti assistiti siano in gruppetti molto poco numerosi e dove parlare di altro che non sia l’esercizio proposto è quasi impossibile. Ma per chi non necessita di questo tipo di intervento o almeno non per tutto il periodo dell’anno poter fare ginnastica di gruppo è una grande opportunità sotto tutti gli aspetti.

Una volta ho avuto un’invasione di utenti provenienti da un gruppo di ginnastica medica in un mio gruppo. Erano soggetti che partecipavano alla lezione con la modalità tipica di chi partecipa ad una lezione di ginnastica medica. Mi hanno seminato il panico nel gruppo perché stavano tutti assolutamente zitti. Oltretutto nessuno li conosceva e conoscerli era praticamente impossibile. Rilevavano che la mia lezione era molto simile a quelle che avevano fatto nel corso di ginnastica medica ma che la differenza sostanziale era che mentre gli utenti del loro gruppo si relazionavano solo con l’insegnante nel mio gruppo la gente si relazionava anche fra loro, anche di argomenti che non c’entravano nulla con la ginnastica e, secondo alcuni, addirittura in modo chiassoso.

Devo spiegare subito quel “chiassoso”. Non c’è nessuno che si diverte a fare casino nei miei gruppi come se fossero bambini piccoli. Però qualcuno che non ha l’udito perfetto c’è e chi non ha questo gran udito non puoi pretendere che parli a bassa voce. Questo è uno dei motivi per cui tendo a non mettere mai la musica durante le mie lezioni. Preferisco che la colonna sonora sia l’utenza, se qualcuno vuole ascoltare la musica può benissimo ascoltarsela a casa nel senso che se la musica rischia di tenere tutti zitti per me questo è un grande limite.

Non vorrei che qualcuno  avesse frainteso che nelle mie lezioni è come essere al parco giochi. Non è assolutamente così, io mi preoccupo sempre di rilevare che la classe svolga ciò che ha bisogno di fare, ma una volta controllato quello non voglio (proprio non voglio, non è che non “cerco”, non “voglio”) che la classe stia zitta e arrivo io a dire qualche scemata pur di stimolare la conversazione. Ovviamente chi sperava nel clima da ginnastica medica cambia lido ma molti scoprono anche il gusto inaspettato di riuscire a fare della ginnastica ben calibrata per le proprie esigenze riuscendo contemporaneamente a socializzare con un gruppo che ha le stesse esigenze. E’ anche per quello che a livello organizzativo il gruppo deve essere rispettato nel suo insieme dagli enti locali che organizzano i corsi. Il gruppo non è solo un insieme di persone che devono fare ginnastica e basta, è un po’ come una compagnia teatrale dove ogni attore ha un suo preciso ruolo e se sposti anche uno solo di questi la commedia cambia.

Sembrano discorsi semplici ma non sempre sono di facile comprensione. Le telefonate di molti miei utenti che hanno voglia di riprendere la solita ginnastica, anche se a casa in qualche modo riescono a farla ugualmente, mi fanno capire che molti hanno capito.

Ovviamente il corona virus non c’entra niente ma io dico solo che se dura ancora molto la tipologia delle misure per il contenimento del contagio dovrà essere rivista per problemi sanitari di tutt’altro tipo.