OTTIMISMI

Mi sono cacciato in un bel pasticcio tentando di sostenere una sorta di ottimismo strano in questo periodo e devo arrampicarmi sugli specchi per poter sostenere la tesi, specificandola, correggendola e riducendola ad ambiti che per i più non vale nemmeno la pena trattare.

Allora parto da qui. Non è nemmeno una sorta di ottimismo riferita al mondo dell’attività motoria, un perverso gioco di equilibri per cui il mondo dell’attività motoria potrebbe trarre giovamento da una situazione generale decisamente disastrosa. Niente di tutto questo.

E’ un ottimismo di carattere generale, non riguarda solo il mondo dell’attività motoria ma forse è impalpabile e difficilmente sostenibile perchè riguarda essenzialmente il mondo dell’informazione.

“Con l’informazione non si mangia” può dirmi qualcuno e qui c’è gente alla fame anche nei paesi occidentali, nei paesi cosiddetti ricchi, senza dover scomodare la tanto bistrattata Africa perché il sistema economico è al collasso. Indubbiamente lo era già prima ma adesso, con questo stramaledetto Covid, lo è ancora di più.

Allora parto da distante. Dal “Grande Reset” da quel fantomatico concetto di rinnovamento del sistema economico che i “No vax” additano come principale motore di questa situazione politica contemporanea alla diffusione del Covid. Per conto mio non esiste nessun “Grande Reset” e attirandomi l’odio di tutti i “No vax” del mondo (molti dei quali capisco perfettamente perché per esempio il meccanismo delle esenzioni da vaccino è disciplinato in modo semplicemente scandaloso anche in paesi evoluti e all’avanguardia quali il nostro…) affermo addirittura “Magari esistesse un Grande Reset! Ne avremmo tutti bisogno, sono ormai decenni che lo stiamo aspettando, già da prima che crollasse il comunismo”.

Niente, è crollato il comunismo ma di “Grande Reset” nemmeno l’ombra, tutto come prima, anzi peggio perché il crollo del comunismo ha legittimato l’ingigantimento di alcune aberrazioni del sistema capitalista-consumista.

Ho letto articoli sul “Grande Reset” e per conto mio sono tutte bufale campate in aria. Nessuna ipotesi di revisione del sistema dei consumi. Solo reindirizzamenti degli investimenti in piena ottica capitalista per continuare a garantire ottime rendite a chi gestisce i capitali. Nessuna rivoluzione, solo cambi di strategie finanziarie. I pezzenti restano sempre pezzenti, anzi lo saranno sempre di più e chi gestisce il potere politico ed economico continua a gestirlo né più né meno che come faceva prima.

Come faccio a sostenere che questa storia del Grande Reset sia solo un’Enorme Balla e non sia in atto un cambiamento di strategia politica? Non ho la sfera di cristallo e non posso fare previsioni di alcun tipo ma per capire le tendenze mi baso semplicemente su quanto sta avvenendo adesso.

Se ci fosse in ballo davvero un cambio di stile io penso che la cosa più semplice che potrebbe essere già stata avviata sarebbe un cambiamento dei consumi in relazione alla lotta ai cambiamenti climatici. Negli articoli relativi al “Grande Reset” tale cosa è citata. Il problema nel post pandemia (sperando che il post pandemia arrivi in fretta perché è chiaro che in questa situazione non si sta divertendo nessuno) sarà la lotta contro i cambiamenti climatici, la lotta contro l’inquinamento. In questo senso se dicono che i grandi investitori, quelli che muovono i grandi capitali devono svegliarsi fuori ed iniziare ad investire su tutto ciò che può aiutare a salvare il pianeta invece che smerdarlo sempre più allora ben venga il Grande Reset dove i ricconi delle terra per loro esigenze di preservazione del capitale cambiano politica. Nulle di tutto ciò. Vi pare di vedere qualcosa di diverso sulle nostre strade da dopo che ci hanno chiuso in casa per non aumentare il contagio (e così l’abbiamo distribuito bene a tutti i familiari e lì io sono davvero in disaccordo con una parte di medici che sostengono che anche l’ora d’aria avrebbe peggiorato la situazione nei momenti peggiori. E allora come mai che i tedeschi con l’ora d’aria se l’erano cavata molto meglio di noi nella prima fase e poi quando hanno fatto la chiusura drastica sono andati peggio di noi?) e fuori non circolavano né auto né pedoni?. Ci sono più auto di prima ed il fatto che senza auto si stesse terribilmente bene e si potesse tranquillamente provare un periodo con i pedoni in giro ma le auto bloccate (sempre per problemi sanitari, per l’esigenza di pulire l’aria che, ammorbata, diventava concausa nei decessi per patologie polmonari) non ha sfiorato la mente di nessun politico, né di quelli tradizionali né di quelli fantascientifici che mirano al “Grande Reset”.

Non vedo nessun “Grande Reset” ma solo una voglia spasmodica di rianimare il consueto tran tran dei consumi che devono essere sempre elevati per alimentare questo sistema economico moribondo.

Osservate lo stile con il quale vengono scongiurati ulteriori nuovi blocchi delle popolazione. Non si dice che è meglio non bloccare la popolazione perché se la blocchi in casa il contagio si diffonde ancora di più (se hai un contagiato in casa e stai con lui 24 ore su 24 è pressoché sicuro che ti becchi il virus, anche se sai che è contagiato perché prima o poi la situazione contagiante si concretizza e pure perché, stando troppo in casa, le tue difese immunitarie si indeboliscono e diventi più facilmente aggredibile dal virus).

No, la motivazione con la quale non si prevedono nuovi “arresti” della popolazione in casa non è perché da un punto di vista sanitario è una mossa fallimentare bensì, perché c’è l’esigenza di non ostacolare i consumi. E ciò sarebbe pura follia se non fosse che la gente uscendo di casa per fare gli acquisti natalizi riesce a svicolare un po’ dalle mura domestiche dove purtroppo, nonostante il vaccino, il virus circola ancora. Poi si arriva al paradosso che per gli acquiti natalizi si entra in negozi superaffollati dove il virus è presente in quantità ancora superiore all’abitazione dalla quale si è scappati ma l’importante è… salvaguardare i consumi.

E allora io non credo a nessun Grande Reset perché è la solita menata dove la salute conta fin tanto che non ostacola il sistema dei consumi.

Insomma come dico con una battuta che sembra idiota ma non lo è poi del tutto, quando ci hanno bloccato in casa è mancato poco che prima che noi liberassero le nostre automobili perché si poteva tollerare che noi sclerassimo chiusi in casa ma non si poteva tollerare che le nostre auto stessero chiuse in garage senza consumare carburante e provocando un pericoloso crollo del prezzo del petrolio.

Dove sta l’ottimismo in tutto ciò? In una presunzione altrettanto folle, ma non sono convinto che lo sia proprio del tutto, che alcuni organi di informazione in questo marasma si siano giocati la credibilità e ciò per conto mio non è per niente una brutta cosa perché, invece che incontro al “Grande Reset”, potremmo andare incontro alla grande consapevolezza e dunque cogliere l’occasione per cominciare a pensare con la propria testa.

Insomma durante la pandemia ce ne hanno raccontate di tutti i colori e se è vero che, chiusi in casa, alcuni di noi si sono rimbecilliti a guardare la televisione, altri hanno un po’ cominciato a pensare e a notare che a livello di scelte macroeconomiche si opera sempre con la stessa filosofia, non è cambiato nulla, anzi c’è una tendenza spasmodica al ripristino delle condizioni precedenti al Covid.

A questo punto è inevitabile che la popolazione si divida in due su una questione che ha risvolti anche più complessi e drammatici della disputa vaccinale (vaccino si, vaccino no come se tutto dipendesse da questa scelta amletica…) che è se bere come oro colato tutte le politiche che puntano al ripristino di una situazione simile a quella precedente all’era Covid o invece iniziare a pensare a politiche che puntino concretamente a dei cambiamenti epocali che saranno dettati anche come dicono i “maghi” del Grande Reset da nuove esigenze ambientali.

Non si chiama Grande Reset, si chiama semplicemente crisi economica dovuta all’iperproduzione e che si possa affrontarla semplicemente redistribuendo la ricchezza senza aumentare i consumi è una cosa che non sentirete su nessuna televisione. E’ una cosa che viene spontaneo pensare semplicemente guardandosi intorno e se si è chiusi in casa per colpa del virus semplicemente guardando fuori dalla finestra. L’ottimismo sta nell’immaginare in un vero cambiamento e non in un cambiamento dettato solo dalle esigenze dei grandi investitori.

Se lo chiamate “Grande Reset” siete veramente degli illusi perché non potrà certamente essere veloce, visto che l’osso dell’economia di mercato non ci sta nessuno a mollarlo.