Osservazioni su “Comunicazioni brevi”

“Si capisce abbastanza bene cosa vuoi dire, non è poi la scoperta dell’acqua calda. Il problema è che sono cose scomode, scomode per tutti, anche per la tua categoria che se vogliamo è un po’ investita della responsabilità della salute collettiva legata al movimento, visto che, come dici tu, i medici giustamente si occupano dei malati e non è che possano occuparsi direttamente del movimento delle persone sane.

Allora, visto che avete questa responsabilità, dovete decidervi se volete soddisfare solo le esigenze di chi vi paga o quelle di tutta la popolazione perché se la realtà è quest’ultima allora diventate la vera spina nel fianco di questa società malata e non potete più tollerare che per esempio a scuola si facciano due ore di attività fisica e 30 ore di banco perché se accettate questa situazione ne siete complici.

Così come siete complici di un sistema che chiude la gente in palestra a pedalare su cyclette e camminare su tapis roulant.

Se vi sta a cuore la salute della gente in generale e non solo di chi paga dovete fare in modo che anche chi pedala in palestra e cammina in palestra vada fuori a reclamare il suo diritto a muoversi all’aperto, diritto che deve essere di tutti i cittadini, anche quelli che non possono permettersi il lusso di pagare la palestra, altrimenti il movimento rischia di diventare una questione per ricchi. Per cui il concetto è ampio, complesso e anche voi come insegnanti di educazione fisica avete delle grandi responsabilità…”

Io non sto predicando che noi non abbiamo responsabilità, tutt’altro, sono perfettamente convinto che siamo la categoria più coinvolta su queste cose. studiamo queste cose. Quelli che vengono fuori da economia e commercio, studiano come far andare avanti l’economia e sono loro che ti raccontano che se provochi mutamenti troppo repentini del comportamento della gente provochi disastri economici ma qui non ci stiamo rendendo conto che per procrastinare il disastro economico che comunque ormai è inevitabile ed ineluttabile e non ci sarà nessun sistema politico, di nessun colore, ad evitarcelo, stiamo andando incontro ad una catastrofe sanitaria e se ci illudono di metterla a posto con i vaccini ingrassando le case farmaceutiche che sono le uniche che ci guadagnano da ‘sti disastri allora ci stanno prendendo in giro due volte, sia sul vero problema che sul rimedio.

Ho ripetuto più volte come sul Covid che era una patologia essenzialmente respiratoria abbiano perso la grande occasione per rivedere il sistema dei trasporti. Si trattava di pulire l’aria ammorbata delle città che provoca malattie respiratorie su vasta scala, ben oltre il Covid. Hanno fatto il contrario, hanno bloccato i pedoni ma non le auto. Hanno demonizzato i trasporti pubblici invece di potenziarli come se il Covid si prendesse solo sull’autobus e dopo la pandemia ci troviamo con le città che sono più incasinate di prima, più ammorbate di prima.

La salute non si conquista con i farmaci ma con stili di vita salutari in un ambiente vivibile, questo lo dicono anche i medici ma siamo noi a dover reclamare le condizioni per poter applicare concretamente uno stile di vita sano in un ambiente sano.

E’ una questione molto spinosa, molto più difficile che studiare come accontentare i clienti facoltosi. Se ci concentriamo solo su chi paga, alla fine prendiamo in giro tutti perché non è certamente pagando che possiamo accedere ad un mondo più sano.