Osservazioni su “40 milioni…”

“Per quanto riguarda i 40 milioni di autovetture ancora liberamente circolanti in Italia il discorso è molto semplice: esiste ancora un business gigantesco nel comparto automobilistico e pure sui carburanti, pertanto la questione salute non si pone nemmeno, laddove c’è il business della salute non gliene frega niente a nessuno. Per quanto riguarda la clamorosa chiusura ai tempi del Covid invece il discorso è un po’ più complesso: hai dimenticato che hanno costituito un comitato tecnico scientifico che fatalità era composto da tutte persone che la pensavano alla stesso modo e fra tutti questi tecnici non ce n’era manco uno che avesse il candore di dichiarare che brancolavano nel buio e non ci avevano ancora capito nulla. Pertanto più che un comitato tecnico scientifico era un comitato politico con la differenza che in politica fanno almeno finta di non andare d’accordo per dare una parvenza di democrazia, lì non facevano nemmeno finta di essere in disaccordo per evitare che qualcuno osasse pensare che forse qualche idea del comitato non era da prendere proprio come oro colato. C’è chi ha ipotizzato che ci fosse il business pure lì ma il rischio è che si sia trattato di vera incompetenza e forse in questi termini la cosa è ancora più triste…”

Osservo che anche se nel comparto automobilistico ci lavorano ancora tante ma tante persone per i carburanti non è che siamo tutti petrolieri. Insomma stiamo subendo un disastro ecologico per colpa di una minoranza di persone che non vogliono ammettere il tramonto di un business colossale che ha fatto la sua epoca e deve lasciare il passo a nuovi business. Probabilmente è un discorso politico come lo è stato quello della gestione del Covid. Ma allora la scienza c’entra gran poco. Al più si tratta di scienze politiche…

Per quanto mi riguarda ho sempre sostenuto come anche le scienze motorie in realtà non siano scienze e non devano essere definite tali. Di politica non ho alcun titolo per disquisire anche se ho la libertà di pensare che ben pochi affrontino la politica con piglio scientifico. Osservo solo come la salute della quale ci occupiamo quando trattiamo di sport sia spesso bistrattata a molti livelli. Allora forse è un po’ ridicolo trattare di salute in certi ambiti se in altri questa non è considerata nemmeno lontanamente.

Insomma non è che lo sport possa fare miracoli e se uno vive in un ambiente insalubre forse grazie allo sport riuscirà a sopravvivere un po’ meglio ma non si capisce perché ci si deva accontentare di sopravvivere in un ambiente insalubre quando con politiche razionali si potrebbe ambire a scenari decisamente più accettabili e al passo con i tempi.