“…Si vede che di economia non ci capisci nulla. Qualsiasi cambiamento traumatico in economia determina scenari apocalittici e, a parte che una rivoluzione ciclabile radicale come la auspichi tu sarebbe proprio la cittadinanza a bloccarla a furor di popolo perché troppo abituata agli agi della vettura privata e per nulla disposta a rinunciarvi, se anche fosse possibile, con una specie di colpo di stato che sancisce che dall’oggi al domani è finita l’era dell’automobile per imprescindibili motivi di salute pubblica, da un punto di vista economico sarebbe un autentico disastro che qualsiasi politico, anche di serie “B” riesce a capire che deve essere evitato.
Pertanto se è vero che il futuro probabilmente è più della bicicletta che non dell’automobile e che non sarà certamente l’auto elettrica a salvarci dal disastro che vediamo tutti i giorni sulle nostre strade, in ogni caso nessun politico assennato si permetterà il lusso di prendere provvedimenti drastici per favorire in modo netto e deciso il passaggio ad una nuova mobilità urbana. Possono esserci sotto tutti i motivi di salute che vuoi ma ci sono leggi dell’economia ben più determinanti che vanno rispettate.
Il metro e mezzo di distanza dal ciclista che si supera è una bellissima cosa, da un punto di vista pratico nelle nostre città non lo rispetta praticamente nessuno e non lo rispetteranno nemmeno nel caso che venga messo per legge perché vorrebbe dire ammettere il primato della bici sull’auto. Cosa che in Italia al momento è da fantascienza, ma da fantascienza brutta perché provocherebbe ripercussioni di tipo economico apocalittiche…”
E certamente io di economia non ci capisco nulla e non ho mai preteso di capirci nulla, rilevo solo che se dobbiamo frenare la diffusione della bicicletta per motivi economici allora forse ci stiamo già dando in pasto al prossimo virus che però dovrà aggredirci da morti perché, di questo passo, i polmoni ce li facciamo secchi gìà prima che arrivi il virus. Quello che mi domando io, da ignorante in economia, è perché per fronteggiare un virus molto pericoloso non si è esitato a chiudere in casa milioni di italiani con il rischio di guastare la loro salute per situazioni non dipendenti dal virus ed invece per tutelare la salute degli stessi cittadini non si prova nemmeno minimamente a togliere un po’ di vetture dalla circolazione, almeno nei centri urbani. Capisco le leggi dell’economia ma quando queste leggi ci portano ad un peggiormento della qualità della vita che è sotto gli occhi di tutti penso che ci si potrebbero inventare sistemi economici almeno parzialmente “evolvibili” e non che fanno dire ai nostri governanti che “entro il 2050” faremo qualcosa. Entro il 2050 il sottoscritto non vi torturerà più con i suoi punti di vista strani ma ci saranno circa 2 miliardi – 2 miliardi e mezzo di persone a farmi compagnia e a vedere dall’alto (io ci ho pure queste strane fantasie…) cosa combinate quaggiù. Penso che questi due miliardi di miei colleghi non ci stiano molto all’idea che l’economia ha tempi di mutamento così lunghi. Forse la vera rivoluzione del nostro tempo sarà proprio che quando un sistema economico non funziona lo si cambia prima che ci stermini del tutto invece di attendere che cambi pian piano.
Insomma se il boom economico degli anni ’60 è partito a base di televisione e automobili potrà esisterne anche un altro che non si fonda né sull’una né sulle altre. Basta avere fantasia. Quella fantasia che televisione e automobili ci stanno minando da molto tempo.