“Se ho ben capito tu proponi di usare l’attività fisica e lo sport in genere per uscire dalla logica perversa dell’eccesso di consumi che ci porta a lavorare di più a produrre di più e quindi alla fine anche ad inquinare di più un po’ come fanno tutti gli stati del mondo.
Ignori il fatto che così facendo non solo il PIL diminuisce e quindi la ricchezza media del paese ma si rischia di cacciarsi in una crisi economica peggiore di quella patita dagli altri perché ci si emargina venendo scalvalcati dagli altri mercati. Insomma ci sono delle regole economiche che ci costringono a produrre molto per tenere il ritmo degli altri paesi…”
Se la scelta è quella di far girare l’economia non c’è dubbio che bisogna consumare di più, per produrre di più, per far crescere il PIL e quindi la ricchezza globale del paese. Bisogna tentare di capire se questa è effettivamente la strada giusta per stare bene.
Ci sono delle situazioni nelle quali la riduzione di certi consumi invece di creare un disagio fanno scoprire un modo per stare meglio.
Alcuni esempi temibili per la nostra economia ma che devono essere valutati. Con l’aumento del prezzo del gas siamo stati costretti a tentare di risparmiarne e ci siamo resi conto che nelle nostre case si sta bene anche con un grado in meno, che molte volte abbiamo esagerato con il riscaldamento non facendo un buon servizio alla nostra salute. A quel punto anche se il gas torna a prezzi ragionevoli, è facile che saremo portati cronicamente a consumarne meno perché ci siamo resi conto che ci fa stare meglio. Così con l’automobile, quando per qualche accidenti siamo costretti ad usarla meno ci accorgiamo che usarla meno ci fa stare meglio e tendiamo a protrarre quell’abitudine anche quando salta il vincolo che ci aveva costretto al minor uso del mezzo.
Oppure con riferimento al cibo, se cominciamo a mangiare meno porcherie per chissà quale motivo strano, ci accorgiamo che meno porcherie mangiamo e meglio stiamo ed in genere stiamo meglio se mangiamo tendenzialmente un po’ meno di quello che siamo portati a mangiare.
Insomma la riduzione di alcuni consumi non fa bene solo al pianeta ma fa proprio bene a noi stessi come persone che cerchiamo in chissà quali cose strane la formula magica per stare bene.
Un concetto di salute mentale oltre che fisica di soggetto che ha bisogno di meno cose di quante gli vengono costantemente proposte da questo sistema dei consumi é pericoloso per il nostro tipo di economia ma non è assolutamente pericoloso per la nostra salute.
Dunque siamo a scegliere fra la salute del sistema economico con un PIL che tende al rialzo e maggior lavoro per tutti (anche se magari distribuito male come avviene più o meno anche nei paesi dove l’economia viaggia forte) oppure se scegliere la nostra salute rischiando di dover porre dei correttivi ad un sistema economico che non sta in piedi se non va ad una certa velocità.
Per deformazione professionale io sostengo che la salute del singolo è di fondamentale importanza ed in un territorio dove i singoli cittadini stanno bene si trovano certamente anche le regole di convivenza civile per affrontare difficoltà economiche che comunque ci sono dappertutto per l’eccesso di sperequazione dei redditi che caratterizza anche gli stati più ricchi.
Dall’oggi al domani non succede nulla, se pian piano ci accorgiamo che si sta meglio consumando di meno e producendo di meno io sono convinto che questa consapevolezza può portarci anche a rivedere un modello sociale che fino ad ora è stato basato solo sulla competizione tagliando fuori chi non va a certi ritmi. La società della solidarietà per conto mio può partire solo in un clima di rinnovamento culturale critico dove la paura del cambio di economia deve lasciare il passo ad un entusiasmo autentico per la scoperta di nuove opportunità. Non produrre più cose inutili non vuol dire stare con le mani in mano ad attendere la manna dal cielo ma trovare il tempo per lavorare in modo nuovo per produrre benessere più che ricchezza. La società della lentezza non è una società di sfaccendati che non sanno cosa fare ma una società dove ti puoi permettere il lusso di far passare un pedone sulle strisce pedonali senza temere che un camion che ti segue ti travolga perché hai fatto un gesto regolare ma purtroppo insolito.
Insomma anteporre la meditazione e la solidarietà all’istintiva sopraffazione e tendenza alla prevaricazione sarà certamente pericoloso per questo sistema economico ma non è pericoloso per uno stile di vita più rilassato e salutare. In questo stile di vita ci sta pure la fantastica idea che uno possa trovare tutti i giorni nella sua stramaledetta giornata il tempo per fare dell’attività fisica. Anche se non è un ricco perché comunque non deve lavorare dieci ore al giorno, visto che non dobbiamo più produrre come degli ossessi.