NULLA E’ CASUALE

Sono d’accordo sul fatto che nulla sia casuale e che tutti gli eventi siano legati da un nesso di causalità. C’è un piccolo particolare: che noi non riusciamo a capire praticamente nulla di questo nesso di causalità perché siamo praticamente tonti (e molti saranno a dirmi “Parla per te…”) e ci sfugge la dinamica di tutti questi collegamenti. Insomma, alla fine è come se per noi fosse tutto terribilmente casuale perché non riusciamo a prevedere proprio un bel nulla pur essendo in possesso di un tot. di elementi per fare delle previsioni.

E’ curioso come (legata da nesso di causalità pure questa cosa?) spostando due lettere si passi dalla casualità alla causalità.

Questa cosa della causalità oggi è venuta fuori parlando “casualmente” perché dicevo che “casualmente” mi sono accorto anni dopo che l’onomastico di mia figlia maggiore è il giorno del mio compleanno. Casualmente quell’onomastico non è molto famoso perché offuscato da un onomastico un po’ più famoso. Non casualmente il nome Antonio è il mio terzo nome e mi è stato messo in fila agli altri due proprio perché sono nato il giorno di Sant’Antonio da Padova.

La cosa che io faccio più fatica a trovare casuale è che sia nato il giorno che finivano le scuole quando andavo a scuola io, il 13 giugno. E quello per me non era per niente casuale e a me non me ne fregava proprio nulla di festeggiare il compleanno e festeggiavo molto semplicemente la fine della scuola.

A prescindere da queste quisquilie resta sul piatto una questione molto tosta: se noi abbiamo grandi limiti nel determinare il nesso di causalità fra i vari eventi dobbiamo essere molto umili nel disquisire di qualsiasi cosa e probabilmente siamo chiamati ad indagare con una certa attenzione su questo stramaledetto nesso di causalità che ci sfugge per provare a dire che sono meno casuali di ciò che si possa pensare tante cose che tendiamo a definire proprio casuali.

Casualmente (e dagli con ‘sta storia…) io ho una passione per il trascendente piuttosto spiccata ed ancora casualmente io ho capito che c’era un qualche collegamento fra Santa Lucia ed i miei genitori all’età di 4 anni e mezzo esatti (proprio esatti visto che sto parlando della Santa Lucia, 13 dicembre, di quando avevo già compiuto i 4 anni). Non mi è mai stato detto che “Santa Lucia era mia mamma” Come dicevano ai bambini più grandicelli qualche anno più tardi verso i 6-7 anni. Io sapevo benissimo che Santa Lucia non era mia mamma perché, per quanto una brava persona, non era santa e dunque non aveva nulla a che spartire con Santa Lucia se non che, appunto, il giorno della ricorrenza di Santa Lucia si dava da fare con mio padre per farmi avere dei regali la mattina del 13 dicembre e che in questa notte fra il 12 ed il 13 dicembre faceva un casino tale che io, con il sonno piuttosto leggero, sentivo praticamente tutto della sistemazione dei regali.

Su questa cosa che “Santa Lucia era la mamma” glissavo nel senso che pensavo “Ok, che la mamma si dia da fare per i regali con il papà non è una novità, ormai è anni che lo so, ma che la questione del trascendente sia liquidata dal fatto che i regali non li porta Santa Lucia, proprio non ci siamo.”

Pochi anni più tardi, e non so se sia una casualità, vogliono farmi lo stesso giochino con Gesù Cristo, che ha molto a che fare con il trascendente e a catechismo spiegano cose molto interessanti. Poi però a scuola si contraddicono in modo clamoroso facendo capire che il Cristianesimo è tollerato più o meno in tutto il mondo fin tanto che non da fastidio ai potenti perché quando si va a parlare di guerra e di questioni determinanti dell’esistenza sembra che Gesù Cristo sia una figura un po’ come Santa Lucia che serve a Natale per i regali.

Li mi incazzo un po’ perché, passi per Santa Lucia che resta una mia questione personale della quale gli altri bambini non si occupano (del resto mediamente gli altri bambini non hanno iniziato a pensarci su a 4 anni e mezzo), ma il fatto di Gesù Cristo che fa comodo a Natale per i regali ma poi quando si tratta di guerre bisogna studiare a scuola i nessi di casualità perché “bisogna capire le guerre” non mi va proprio giù ed allora comincio ad avere delle questioni un po’ pesanti sui nessi di casualità e sulle cose che bisogna capire.

Siamo ai giorni nostri, non mi sono molto evoluto, anzi direi che sono rimasto praticamente fermo a quelle questioni esistenziali e rifiuto di accettare i dogmi secondo i quali le guerre vanno capite, ci sono delle guerre giuste che vanno capite per salvare la Patria ed altre guerre meno giuste che vanno interrotte comunque con l’uso di armi più potenti di quelle che stanno adoperando i “guerreggianti”.

Dobbiamo avere la grande umiltà di ammettere che i nessi di causalità importanti ci sfuggono, che del trascendente non abbiamo capito nulla, che Santa Lucia non è la mamma proprio per un cacchio, anche se a qualche bambino potrebbe piacere così, e che Gesù Cristo non è quello dei regali a Natale anche se ai potenti della terra fa comodo così perché così può andare avanti sia il sistema del mercato che quello delle guerre che ad una approfondita analisi risultano poi essere la stessa cosa.

Insomma la storia dello sport e della preparazione fisica, che non si legge sui libri e si fa pure fatica a capirla sul campo perché presenta problemi sempre nuovi ed ogni volta che credi di aver capito qualcosa poi scopri che non avevi capito praticamente niente, è molto simile a quella della scienza che è quella che se ne strafrega del trascendente, di Santa Lucia e pure di Gesù Cristo.

Si possono dire molte cose sullo sport, sulla medicina, sulla politica e su tutto ma non ditemi che Santa Lucia è la mamma perché allora vuol dire che avete fatto un po’ di confusione con i nessi di causalità. Nulla è casuale, accettiamo questo, ma accettiamo anche che subire le finte certezze di chi ci comanda non è per niente saggio. Siamo condannati a porci dei problemi per i quali non possiamo trovare la risposta preconfezionata. Tutto sommato non è nemmeno una condanna ma una fortuna. Certo ci fa perdere un po’ di sonno ma non è un grande problema, forse alla fine è più problematico dormire troppo…