Le buone notizie non fanno ascolti. Ma io qui sopra non ho questa gran necessità di fare questi grandi “ascolti” (anche se la volta che proposi Benigni come presidente della Repubblica in quanto dotato di grande “agilità” mi divertii troppo ad osservare l’impennata del numero di lettori…) e dunque posso permettermi il lusso di riportare buone notizie anche se non sono molto ricercate.
Per ogni euro speso in diffusione dell’attività motoria di base pare (il condizionale è d’obbligo) che se ne risparmino tre in costi di assistenza sanitaria. Lo studio è dei soliti provenienti dagli Stati Uniti e dunque è espresso in dollari, io che sono europeo mi concedo la licenza di tradurlo in euro, anche se qualche analista potrebbe precisarmi che in tema di diffusione del movimento gli americani potrebbero avere anche problemi più seri dei nostri. Non a scuola dove l’attività sportiva è prevista istituzionalmente in modo importante e significativo e non in modo piuttosto marginale come da noi. In certi ambiti forse sono messi pure peggio di noi ma insomma sono convinto che alla fine si va più o meno in pari.
Questa è una buona notizia: se investire un euro sull’attività fisica dei cittadini può portare a risparmiarne tre sui costi di assistenza sanitaria vuol dire che facendo un grandioso investimento di 10 miliardi di euro (chi ce li ha !?) potremmo abbassare i costi del sistema sanitario nazionale di ben 30 miliardi. Da più di 100 miliardi di costo totale del sistema passare a meno di 80 sarebbe un colpo da lotteria per lo stato italiano. Purtroppo non è così facile. Se anche ci fosse la possibilità di risparmiare 30 miliardi in costi di assistenza sanitaria e se lo studio è autentico (e non abbiamo motivo di credere che lo studio non sia autentico nel senso che mina gli interessi di un tot. di aziende ma… è stato pubblicato lo stesso) questa possibilità esiste davvero, in ogni caso non si andrebbe a decurtare il bilancio della sanità di quella grandiosa cifra. Per il semplice motivo che abbiamo un sistema strutturato su quelle dimensioni e già così molte volte sembra insufficiente a soddisfare le richieste dei cittadini, un ulteriore taglio dei costi darebbe vita ad un’insurrezione popolare.
Allora potrebbero concretizzarsi nuovi scenari: alcuni costi diminuiscono (per esempio la spesa per farmaci e per un certo tipo di assistenza medica) e altri devono essere assolutamente affrontati per garantire un buon funzionamento del sistema. Per esempio non spendi più cifre apocalittiche per gli ansiolitici ma potenzi di molto il controllo della fruizione di antibiotici presso la popolazione che sta facendo danni come una vera e propria pandemia.
Migliorare l’assistenza nell’uso degli antibiotici vuol dire studiare bene le nuove resistenze (e ciò costa molti soldi) eventualmente scoprire nuovi farmaci e, soprattutto, potenziare quelle strutture di controllo per evitare che i nuovi farmaci facciano la fine di quelli vecchi per colpa di un loro abuso da parte della popolazione.
Dunque non risparmieremmo sui costi dell’assistenza sanitaria ma andremmo a modificarli, probabilmente, se questi soldi sono impiegati bene, migliorandola. Ovviamente un’evoluzione tale del sistema non potrebbe avvenire dall’oggi al domani provocherebbe grandi sconquassi e soprattutto le reazioni indesiderate da chi sulle sorti di un sistema poco razionale fino ad ora ci ha solo guadagnato.
In breve ci troveremmo con un sistema che costa come minimo come quello di prima con delle aziende in crisi non pronte ad adeguarsi all’innovazione del tipo di assistenza e con una mancanza di personale preparato ad affrontare le sfide di un sistema evoluto. Tanto vale tenerci un paese malaticcio che continua a spendere cifre esorbitanti in farmaci inutili e a richiedere visite per patologie che potrebbero essere tranquillamente tenute sotto controllo dalla costante pratica di una sana attività motoria.
No, quest’ultimo non è un ragionamento corretto, bisogna sforzarsi di diffondere la pratica continuativa di una sana attività motoria presso tutta la popolazione, ma non ci si può illudere che ciò ci possa fare risparmiare sui costi di assistenza sanitaria nel breve periodo perché questo è un sistema ingessato (curioso questo aggettivo “ingessato” per definire un sistema di assistenza sanitaria…) che non potrebbe certamente evolversi in tempi brevi.
Dunque l’investimento megagalattico (lo è…) di 10 miliardi di euro per dare una grande mazzata al problema della sedentarietà sul nostro territorio ce lo possiamo scordare. Certo, ce lo possiamo proprio scordare ma il problema non è che tale investimento non potrebbe avere un ritorno immediato a livello finanziario nelle casse del nostro stato (e pertanto richiederebbe un finanziamento non facilmente rimborsabile che nessuno è in grado di reperire) bensì che non esiste proprio nessuna struttura, nel nostro paese, in grado di programmare un simile intervento.
Esiste un sistema sanitario nazionale che si può evolvere (e, lentamente, lo sta facendo anche se non ce ne accorgiamo) e che può programmare in termini di prevenzione sanitaria con scelte che sono esclusivamente da sistema sanitario nazionale. Per esempio quando si vanno a fare investimenti sulla prevenzione del tumore al colon si spendono soldi ma alla fine se ne risparmiano più di quelli che sono stati spesi perché costa meno fare un esame in più ad un tot. di cittadini che non mettersi a curare un certo numero di cittadini che si sono ammalati per colpa degli eventuali mancati esami.
Non esiste alcun organismo parallelo che si occupa della prevenzione a monte tramite sistematica somministrazione di attività motoria presso la popolazione perché tale compito non è di competenza del sistema sanitario nazionale e se anche per sbaglio lo fosse ci troveremmo di fronte ad una situazione strana dove il sistema sanitario nazionale va a coordinare interventi nei quali non è abituato ad intervenire e soprattutto con professionisti con i quali non è abituato ad interagire. Gli insegnanti di educazione fisica (ed io aggiungo “per fortuna”) non hanno normalmente rapporti di lavoro coordinati dalle strutture sanitarie ed hanno invece un loro mondo molto variegato dove una vera e propria struttura di controllo non esiste se non la scuola che, giustamente, controlla solo quanto avviene a scuola.
Per cui esiste tutta una serie di cause per le quali la buona notizia che investire un euro in attività fisica ci permette di risparmiarne tre in assistenza sanitaria è una notizia che ci fa piacere ma non sappiamo cosa farcene. E’ la classica notizia da telegiornale, bella da ascoltare a differenza di molte altre, ma assolutamente inutilizzabile.
Allora bisogna inventarsi un’altra buona notizia per mettere a frutto questa ed è una notizia che non è una notizia ma è semplicemente un’ informazione che dovrebbe essere di dominio pubblico ma purtroppo non lo è al punto tale che formulandola i più penseranno che questa sia una novità assoluta anche se non una novità assoluta ma è una cosa che c’è sempre stata, dalla notte dei tempi.
La notizia bomba è che “FARE ATTIVITA’ FISICA E’ ASSOLUTAMENTE GRATIS” e questo senza che lo Stato abbia speso i 10 miliardi per risparmiarne 30 di servizio sanitario nazionale. Non c’è alcun investimento da fare per dire che l’attività motoria per i cittadini è gratis perché lo è sempre stata anche se la gente non se ne rende conto e non se lo ricorda più. Forse sarebbe il caso di investire una cifra per ricordare ai cittadini questa cosa ma pare una notizia tanto scema ed ovvia che poi molti cittadini potrebbero lamentarsi del fatto che lo Stato spende soldi per pubblicizzare cose cretine, un po’ come quando si va a ripetere in modo ossessionante che il fumo fa venire il cancro. Lo sanno tutti che il fumo fa venire il cancro ed è inutile che continui spendere i soldi per dirlo e scriverlo, bisogna trovare le strategie per debellare il vizio del fumo.
Ecco, a livello di attività motoria siamo un passo indietro. Tutti sappiamo che l’attività fisica fa bene alla salute così come sappiamo che il fumo fa venire il cancro ma non tutti sappiamo che l’attività motoria è gratis, anzi la maggior parte di noi pensa che costi pure di più del pacchetto di sigarette che fa venire il cancro.
Se l’attività fisica non fosse gratis io vi avrei preso in giro ripetutamente con questo mio sito che si intitola “Personal Trainer Gratuito”. Cosa “Gratuito”? Sarai gratuito tu con i tuoi consigli del cavolo ma dopo l’attività fisica che devo andare a sostenere per avere un po’ di risultati sai quanto mi costa? Ed è questo che la gente non ha capito. L’attività fisica che rende di più non è quella che costa di più ma quella fatta meglio e studiata meglio in base alle esigenze del soggetto che la pratica. Se dopo uno è ricco e quando fa attività fisica vuole tutti i confort e pure l’assistenza continua del baby sitter che fa il simpatico quello è un altro discorso ma quella non è una cosa necessaria per praticare della buona e sana attività fisica, anzi a volte, alla ricerca di questi lussi si perde l’occasione per svolgere all’aperto un’attività fisica che svolta all’aperto sarebbe molto più utile e salutare che svolta al chiuso. L’unico motivo per cui viene “consigliata” al chiuso è che al chiuso si può vendere meglio ma non ha senso vendere una cosa che dovrebbe essere gratis.
In Italia mancano istruttori che dovrebbero dare consigli gratis alla gente perché, questo è vero, si è persa la capacità di immaginare la propria attività fisica senza la presenza di un baby sitter che ti dica “Fai questo, questo e questo”. In tale cosa sono più bravi i bambini che giocano anche senza baby sitter. Ma del resto i bambini (quelli sani almeno) sono dei veri e propri professionisti del movimento e non hanno bisogno di nessuno che dica loro come giocare. Quando un bambino ha bisogno di un adulto per giocare allora vuol dire che siamo messi molto male, ma allora forse lì vuol dire che abbiamo un po’ esagerato con play station e giochini elettronici vari.
Allora forse più che il “Personal Trainer Gratuito” o l’istruttore che ti da consigli gratis al percorso della salute in luogo del paranoico omino stilizzato delle tabelle che ti da informazioni solo sul numero di esercizi da fare, occorrerebbe qualcuno che ci mette in guardia dalle insidie del mercato.
L’attività motoria è gratis, è chiaro che se vai in cerca di chi te la vende non è più gratis. Non è gratis nemmeno l’istruttore di tuo figlio che non sa più giocare perché si è rimbecillito con la play station. Trova almeno il tempo per porre rimedio a queste cose perché se dici che non hai tempo abbiamo scoperto, dopo quella buona, la notizia cattiva del giorno: non è che l’attività fisica sia costosa è che nessuno ha più tempo e voglia di farla e così si spera di risparmiare tempo andando a pagare un professionista che deve occuparsi della nostra attività fisica perché noi non abbiamo tempo per pensarci.
Comincia a muoverti, è gratis, poi se avrai tempo e voglia ti rivolgerai ad un professionista per capire se puoi muoverti ancora meglio ma se non inizi prima a muoverti non puoi nemmeno capire di chi hai bisogno.