NON TUTTO IL MERCATO E’ FALSO

Su questo sito ho sempre combattuto la mercificazione dell’attività motoria e mi sono prodigato a spiegare in lungo ed in largo che non è necessario spendere un sacco di soldi per svolgere una buona ed utile attività fisica. Ho spesso demonizzato il mercato e l’ho accusato di pubblicizzare falsi miti per cui se un cittadino squattrinato non ha i mezzi per farsi assistere da un tecnico di sicuro si fa del male ed è meglio che stia fermo invece di provare programmi di preparazione fisica improvvisati.

Mi sono inventato un nome che mi ha creato anche dei problemi (tutti a chiedermi di pesi ed integratori alimentari…) per puntare al concetto che si può fare attività fisica anche senza spendere soldi se si trova il tempo per farla (il vero problema nella società dello stress che brucia il tempo libero).

Ho perseguito un ideale utopistico di attività fisica gratis per tutta la cittadinanza, di uno stato che si occupa di far arrivare a tutta la popolazione la giusta quota di attività fisica senza costringerla a rivolgersi ai privati che ovviamente si fanno pagare salatamente. Ovviamente in un paese che fa già fatica a fornire l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini non è pensabile che ci siano i mezzi per fornire gratis anche tutta l’attività fisica e pertanto il concetto di attività fisica come profilassi sanitaria è ancora distante dall’essere realizzato ed al momento un po’ utopistico.

In un contesto simile un’attenta analisi del mercato, valutando anche ciò che arriva da lì, è doverosa perché giustamente, soprattutto per chi se lo può permettere, l’offerta di attività motoria arriva anche dai privati.

Premesso che non ho bisogno di fare la pubblicità a miei colleghi che lavorano molto bene nel settore privato che si fanno pagare il giusto e che hanno una grande professionalità e una deontologia professionale permeata da una grande onestà di fondo, mi pare anche monotono scagliarmi contro le cattedrali del fitness la cui apertura per conto mio dovrebbe semplicemente essere vietata per legge perché fanno più danni che altro e dove la parola professionalità non si sa nemmeno dove stia di casa perché spesso sono dirette da imprenditori facoltosi che di attività motoria non ci capiscono niente e approfittano della manovalanza a basso prezzo per fare affari d’oro.

La differenza fra i due modi di lavorare è data essenzialmente dal sistema della pubblicità. Se la pubblicità che ti fai è quella legata alla bontà del tuo lavoro allora certamente non ti arricchisci, per lavorare bene devi lavorare sodo e fra mille impedimenti burocratici (lo stato molte volte non solo non ti aiuta ma finisce per metterti il bastone fra le ruote) riesci a portare avanti la tua attività privata tentando di diffonderla il più possibile. Ti trovi però a competere inevitabilmente con chi della qualità del lavoro non gliene frega proprio nulla e guarda solo al business percorrendo quella che è la via più breve per arrivarci: il bombardamento pubblicitario. Grazie alla pubblicità si riesce a vendere un prodotto scadente ad alto prezzo o comunque ad un prezzo che è certamente ben più alto del costo di produzione e così si batte la concorrenza di chi lavora anche molto meglio ma non investe in pubblicità. Paradosso piuttosto conosciuto e devastante anche nel nostro campo come in molti altri campi: non conta lavorare bene ma conta che il prodotto sia ben pubblicizzato, a quel punto si vende bene anche se è di bassa qualità.

Allora io mi batto in modo ossessionante per le piste ciclabili e per le città vivibili anche a piedi perché chi vi fa pedalare in palestra e correre e/o camminare su un tapis roulant vi prende in giro oltretutto togliendo forze ad una battaglia epocale che non può essere rimandata continuamente. Chi pedala in palestra è un rassegnato e difficilmente porta avanti la battaglia per poter pedalare fuori perché fuori va in auto e non in bici. E così le grandi cattedrali del fitness molto spesso sono ubicate in posti inaccessibili a piedi e/o in bicicletta dove la maggior parte dell’utenza finisce per arrivarci in auto approfittando anche di mega parcheggi che si possono allestire nelle zone periferiche.

Non si può fare di ogni erba un fascio e se c’è un privato che andrebbe incentivato ed agevolato nella sua attività che ha certamente una valenza sociale indiscutibile c’è anche il privato che andrebbe tassato il doppio di quello che lo è attualmente ed in taluni casi andrebbe proprio fermato nella sua attività per non fare danni sulla salute pubblica.

Mi contraddico un po’ affermando che esiste un’attività fisica che può fare danni piuttosto che recare benefici a chi la pratica. Per me questa è una novità e non sono nemmeno molto convinto di quanto sto affermando perché resto del parere che piuttosto di un’attività fisica inesistente che è sempre e comunque un danno è, in ogni caso, preferibile un attività fisica “sbagliata” che è comunque la base di partenza per un qualcosa di più azzeccato.

Quello che voglio dire è che il mercato falso è quello che ti imbroglia sapendo di imbrogliarti e contro questo bisogna difendersi in tutti i modi. Poi esiste un mercato autentico, che fa i conti con tutte le ipocrisie ed i limiti del mercato, che ti può vendere anche un buon prodotto, che molte volte fa fatica a venderlo a prezzo concorrenziale proprio per l’esistenza del mercato falso.

Resto del parere che, trovando il tempo libero necessario, si può fare attività fisica anche senza rivolgersi ai privati. In ogni caso bisogna sempre pensare bene a ciò che si fa, se si è soli per motivi facilmente intuibili ed io vi incoraggio a non prendere paura se commettete qualche errore, tutti sbagliano, anche quelli assistiti dai tecnici migliori.

Se si è assistiti da un tecnico comunque bisogna essere collaborativi e non affidarsi a questo come se fosse l’oracolo perchè se è un tecnico esperto ha comunque bisogno della vostra collaborazione per instradavi nel miglior modo se invece è un giovane virgulto al soldo di una multinazionale del fitness allora ha anche la patente per mettervi completamente fuori strada ed in quel caso è solo la vostra attenzione ed il vostro spirito critico a salvarvi.

Facendo una classifica curiosa fra le varie situazioni la mia classifica discutibissima ma frutto di una vita di esperienza professionale è la seguente. All’ultimo posto, all’inferno, coloro che non sanno nemmeno cosa sia l’attività fisica, gli schiavi della televisione che se hanno la fortuna di vivere a lungo vanno a dire che l’attività fisica non serve a nulla non rendendosi conto che con un’adeguata attività fisica avrebbero potuto vivere molto meglio. Uno scalino più su c’è chi, in preda al business, casca nel sistema della pubblicità e finisce per svolgere l’attività fisica del mercato, quella che fa bene alle tasche di chi la vende ma non al fisico di chi la pratica. Chi è stato adescato in quel giro ha comunque qualche possibilità di salvarsi perché proprio visto che si muove si rende conto quando sbaglia e prima o poi finisce per smascherare l’istruttore incompetente con il quale può firmare un sincero armistizio dal quale avranno occasione di crescita entrambi (per somma disperazione dell’imprenditore cinico che rischia di trovarsi fra il personale uno “schiavo ribelle”). Ancora più su c’è chi, non avendo soldi per pagare i privati, comincia umilmente la sua battaglia personale per fare attività fisica facendo di testa propria in un mondo dove tutti ti dicono che se fai di testa tua sbagli di sicuro. Questo certamente sbaglia, come sbaglia chiunque, ma arriva ad una consapevolezza sull’attività fisica in breve tempo che chi frequenta le cattedrali del fitness se la scorda. Ad un certo punto, come per incanto, si rende conto come funziona l’attività fisica e acquisice la consapevolezza che può farcela anche da solo a modularla con successo, si rende conto che potrebbe avere anche bisogno di buoni consigli ma sa distinguere subito il valido professionista dal ciarlatano perchè ha già provato abbastanza sul suo fisico ed ha maturato delle esperienze molto importanti. Sul gradino più alto c’è chi, potendoselo permettere, si è affidato subito ad un professionista tosto (non è che siano poi proprio tanti, purtroppo…) e grazie a quello ha instaurato subito un ottimo rapporto con l’attività motoria arrivando a capire che è folle non servirsene, nemmeno se manca il tempo per farlo, è come se mancasse il tempo per mangiare o per dormire.

Chi incontra un professionista di quel tipo all’inizio magari spende un po’ ma poi finisce per essere messo in grado di andare avanti da solo perché il professionista esperto ti da tutti i numeri per portarti alla piena autonomia ed alla capacità di autogestirti la preparazione fisica.

Insomma non tutto il mercato è certamente falso ma bisogna sempre avere la capacità di distinguere fra la proposta che fa bene solo alle tasche di chi ve la propone e quella che fa bene ad entrambi. Piccolo trucchetto per avere qualche possibilità in più di scoprire le situazioni a rischio: valutate la pubblicità che ruota attorno a ciò che vi viene proposto, se è molto elevata allora è anche alto il rischio di fregatura. E poi il costo dell’assistenza. Se è troppo basso c’è il rischio che non sia di alta qualità soprattutto se è accompagnato da una grande pubblicità (o paghi il tecnico o paghi l’istruttore) ma attenzione anche ai costi esorbitanti: se un buon professionista è onesto e lavora bene non ha nessun motivo per chiedervi cifre esorbitanti, o meglio un motivo ce l’ha ed è che se ne approfitta delle sue capacità professionali. Dal mio punto di vista quello è già un professionista poco affidabile perché se è veramente bravo è anche in grado di farvi risparmiare riducendo il tempo della sua assistenza in modo significativo e mettendovi in breve tempo in grado di viaggiare con le vostre gambe. Attenzione a discernere bene, non tutto il mercato è una grossa fregatura, solo una buona fetta…