NON TUTTE LE 100 CHILOMETRI VENGONO PER NUOCERE

Il detto sarebbe “Non tutto il male vien per nuocere” e vuol semplicemente dire che anche nelle sventure a volte accadono cose positive. Io lo traslo alla 100 chilometri perché un mio amico un po’ inesperto, che aveva già ottenuto discreti risultati nella maratona, nel tentativo di preparare una 100 chilometri si è in fortunato e così… si è trovato a gareggiare sugli 800 e sui 1500 metri!

Sono un po’ diffidente sulle 100 chilometri, soprattutto se preparate un po’ così, ritengo che siano delle fatiche colossali non sempre fisiologiche però ho un’altra tara mentale riferita alle corse sulle lunghe distanze: che se chi continua ad alternare maratone a mezze maratone una volta tanto ci mettesse dentro per sbaglio una competizione su distanze più brevi farebbe molto bene.

Così bollo per quasi propizio l’infortunio occorso al mio amico nella preparazione della 100 chilometri che l’ha costretto, in tempi successivi, a “frequentare” 800 e 1500 metri per riprendersi dall’infortunio. Se l’unico sistema per sbloccarvi da maratona e mezza maratona è tentare una 100 chilometri tentatela pure, anzi se c’è qualche speranza che prendiate pure in considerazione anche i 100 ed i 200 metri provate pure anche la gara sulle 24 ore di corsa.

Per uno che corre sempre quasi esclusivamente sulle distanze lunghe assaggiare, almeno in allenamento, anche le distanze brevi è un po’ come fare ginnastica riabilitativa per riequilibrare la muscolatura. E’ vero che quelle cose vanno fatte distante dalla gara perché rischiano di fare caos nella preparazione ma prima o poi in qualche momento vanno fatte.

E’ difficile chiedere ad un velocista di competere sulle lunghe distanze, al massimo farà qualche corsetta lenta un po’ più lunga del solito in allenamento ma a competere sulle lunghe distanze proprio non ci sta perché fa troppa fatica. In un certo senso fa troppa fatica anche il corridore di lunghe distanze a competere nelle distanze brevi perché deve produrre velocità che per lui sono inusuali, ma più che fatica è poca voglia di competere su quelle distanze e anche paura di farsi del male. La paura di farsi del male si combatte solo in un modo: affrontando con  prudenza quelle distanze brevi, La poca voglia di gareggiare su quelle forse è un po’ più difficile farsela venire, o c’è o non c’è. In ogni caso così come si fa ginnastica per prevenire gli infortuni ogni tanto bisognerebbe anche correre un po’ più veloce del solito per rompere lo schema di corsa (pertanto non vicino alle competizioni importanti) e per far funzionare i muscoli in un modo diverso dal solito.

Per cui, girando la frittata, più che essere un detrattore delle 100 chilometri (in ogni caso vedete di prepararvi con raziocinio se proprio volete farle…) diciamo che sono un accanito sostenitore delle distanze medio brevi. Se proprio non le apprezzate usatele nel lungo periodo per supportare la preparazione alle distanze lunghe, vi servono per rendere la muscolatura più efficiente, più elastica e possono essere utili anche per prevenire gli infortuni.