NON OCCORRONO NORME, OCCORRE FANTASIA

Scrivere sulla costituzione che lo sport è un diritto costituzionale vuol dire tutto e niente. Può essere preso come un segnale di buona volontà, come dire “Ci impegneremo affinché tutti i cittadini italiani possano accedere alla pratica sportiva senza troppi problemi” ma poi se questo proclama non viene accompagnato da una grande dose di fantasia diventa difficilmente attuabile.

Semmai la norma più concreta che potrebbe semplificare tutto potrebbe essere quella che dice che un cittadino ha diritto a lavorare sette ore al giorno (e non dieci o dodici) e con queste sette ore essere remunerato in modo decoroso per campare senza dove fare il secondo lavoro. E questa sarebbe già una norma che di fatto, senza tante altre norme, spianerebbe la strada allo sport per tutti.

Anche nella scuola manca tanta fantasia ed è per questo che la scuola è quella di oltre mezzo secolo fa, anzi forse pure un po’ peggio.

Una scuola dove si impara molto ed il tempo per imparare è sensibilmente compresso per lasciare davvero spazio allo sport e non per finta è una scuola decisamente diversa da questa che nessuno ha il coraggio di immaginare.

Eppure non dovrebbe essere difficile immaginare una scuola dove chi fa le domande è l’allievo e non l’insegnante. Fino a prova contraria (forse non è nemmeno vero…) dovrebbe essere l’insegnante che sa qualcosa di più dell’allievo almeno nella materia nella quale insegna e pertanto chi fa le domande deve essere chi ne sa di meno non chi ne sa di più. Nella scuola tradizionale delle trenta ore sul banco e dieci o quindici passate a casa a rivedere ciò che è già stato visto sul banco è proprio il contrario. Le domande le fa chi dovrebbe sapere la risposta a memoria, l’insegnante e ad affannarsi a rispondere molte volte arrampicandosi sugli specchi e dimostrando di aver capito cose che non ha capito per niente è l’allievo.

Girando completamente questo tipo di scuola e razionalizzando il tempo dedicato ad essa si potrebbe come per incanto trovare il tempo per lo sport per tutti gli studenti, come previsto senza troppa fantasia dalla costituzione.

Un altro concetto “storto” e sul quale la costituzione non interviene è che sia giusto che dedichi più tempo allo sport chi ottiene migliori risultati. Se vogliamo questo è il vecchio concetto di scuola, quello vecchissimo secondo il quale si spronava allo studio chi mostrava spiccate doti per questo e si chiudeva un occhio nei confronti degli “asini” consapevoli del fatto che questi appena possibile avrebbero mollato la scuola per intraprendere quanto prima la carriera lavorativa. Adesso, forse giustamente, ci si attende ancora più applicazione da parte degli “asini” che non da parte dei “secchioni” perché questi ultimi hanno un livello di apprendimento che è comunque sufficiente per proseguire gli studi.

Tale concetto, teoricamente valido, deve essere traslato allo sport dove chi rende meno deve impegnarsi di più (più che impegnarsi di più io direi proprio “dedicare più tempo”) per poter accedere ai livelli successivi di pratica sportiva altrimenti accade che mentre una volta dopo le scuole medie c’erano tanti ragazzi che andavano a lavorare perché proprio non ci sentivano di proseguire gli studi adesso ci sono ragazzi che poco dopo l’età della scuola media mollano lo sport e si iscrivono in palestra per andare a sollevare pesi come i quarantenni con la panza perché una pratica sportiva costante ed autentica viene vista come un inutile fardello potenzialmente ingombrante nei confronti degli assillanti impegni scolastici.

Non mancano norme, manca la fantasia. Manca la fantasia di immaginare un mondo dove si lavora di meno e dove si pensa di più per avere più tempo libero a tutte le età ad iniziare dall’età infantile dove troppi fanciulli hanno già la giornata programmata al minuto come se fossero degli adulti stressati.

Forse il primo pensiero fantastico è quello di cominciare a pensare a dare meno importanza al danaro ed agli oggetti. Se gli oggetti contano meno se ne può anche fare a meno e pertanto si può lavorare di meno. Resta più tempo per lo sport. Ma dobbiamo pensare allo sport anche in altri termini con molta più fantasia nel senso che lo sport non è quella cosa per stare meglio e pertanto acquistare efficienza per produrre di più. No, lo sport è salute e divertimento e basta senza nessuna necessità di produrre di più, perché quella è una bufala del secolo scorso che dobbiamo aver il coraggio di smontare, anche se su quella bufala c’è ancora troppa gente che ci mangia su alla grande e si ingrassa fin troppo. In modo patologico e senza fantasia.