Mi si dice che sono un ignorante perché la formula “220 meno l’età” per scoprire la frequenza cardiaca massima è effettivamente vecchia, è di un noto luminare che è pure morto anche se ad un’età ragguardevole e, udite udite, ce ne sono altre di più precise ed attendibili!
Sono sempre stato un ignorante e penso che lo sarei pure stato anche se avessi conosciuto il medico in questione. Lo sono ancora di più nel momento in cui vengo a sapere che anche il famosissimo Astrand si è messo a fare giochini su questo argomento (ma non è lui l’inventore della formula) e a questo punto mi chiedo se anche Astrand per sbaglio ogni tanto non beveva un goccino, ma non per questo metto in dubbio lo spessore di questo grandissimo personaggio, resto semplicemente sbigottito di fronte al fatto che gente che mastica di preparazione fisica vada in cerca della formula migliore invece che ammettere che un discorso del genere è minato in partenza nelle sue basi.
A questo punto, anche se sono un ignorante, non mi resta che adeguarmi ma il mio unico sistema di adeguamento è la creazione di una nuova formula, semplice più o meno come tutte le altre proposte su questo tema.
Allora, formula di PTG: si tratta di fare una corsa alla massima intensità (ma prima bisogna essere passati dal proprio medico per sapere se possiamo farla se non l’abbiamo mai fatta e/o non siamo abituati a farla), dopo questa corsa ad elevata intensità proviamo la frequenza cardiaca manualmente con le classiche due dita alla carotide, dopodiché ci facciamo prestare un cardiofrequenzimetro da un amico e lo stesso giorno, se ne abbiamo voglia, o un altro giorno se preferiamo, ripetiamo la stessa corsa alla stessa intensità massimale. A quel punto se la frequenza rilevata dal cardiofrequenzimetro (meglio se di marca, di quelli “buoni”) è la stessa di quella rilevata da noi stessi vuol dire che siamo capaci di contare la frequenza cardiaca se invece il numero è un altro, magari molto diverso, vuol dire o che il nostro amico ci ha prestato un cardiofrequenzimetro di quelli trovati nelle patatine oppure che non siamo capaci di rilevare manualmente la frequenza cardiaca massima.
Basta! Questo test non ci dice altro! E pertanto se sappiamo rilevare la frequenza cardiaca massima vuol dire che non abbiamo assolutamente bisogno di comprare un accidenti di cardio frequenzimetro, se non sappiamo contarla ci vuole gran poco per imparare e comunque il dato rilevato non ha nessun senso perché a queste cose ci pensano già abbastanza quando andiamo a fare la visita annuale per l’idoneità sportiva, se non facciamo sport il problema non è quello ma è proprio il fatto che non facciamo sport.
Possono inventarsi tutte le formule per la frequenza cardiaca massima ideale del mondo che non servono assolutamente a nulla. Semmai sono formule per la frequenza cardiaca massima “probabile” più che “ideale” e come tali giocabili, dopo dovuta rielaborazione, al lotto, perché quel dato “probabile” non vuol assolutamente dire che per noi è fisiologico ma visto che è “probabile” forse è giusto che venga giocato al lotto dove l’alta “probabilità” è una cosa che ci interessa perché se il numero viene fuori vinciamo qualcosa.
Mi spiace di aver ignorato un noto luminare della medicina dello sport. Mi spiace anche che il dottor Astrand a volte abbia toccato l’argomento in modo grossolano (ma ciò non toglie nulla al suo operato). Forse adesso Astrand sarebbe il primo a dire che su questo argomento ne stanno sparando di troppo grosse e probabilmente l’altro suo collega con tutti i lavori importanti che avrà pubblicato potrebbe essere un po’ triste di essere diventato famoso per questa menata, il fatto è che ‘sta storia delle frequenze cardiache ha stressato tutti ed io mi auguro davvero che venga fuori un luminare di quelli tosti con la formula per liberarcene una volta per tutte.