NELLO SPORT IL MOTORE DELLA DELUSIONE E’ UN’ASPETTATIVA DI RISULTATO TROPPO ELEVATA

C’è da chiedersi che vantaggi può portare un’aspettativa di risultato molto elevata perché molto spesso tale errore lo fanno gli atleti inesperti ma viene innescato da tecnici che sono tutt’altro che inesperti e che pare che si divertano a creare aspettative di risultato molto elevate per i loro atleti.

Io posso capire questo atteggiamento nel lungo periodo e posso capire anche che all’atleta che si presenta per la prima volta al campo non prospetti l’idea di fare il campioncino delle categorie giovanili ma quella ben più alettante di fare il protagonista delle categorie assolute, ma non capisco perché nell’immediato bisogna fomentare aspettative di risultato che sono difficilmente realizzabili.

In tal modo la delusione è dietro l’angolo perché chiaramente quando quell’aspettativa non si concretizza la realtà appare più mesta di quello che è realmente.

Forse, per qualche tecnico, l’idea di illudere l’atleta con propositi di grandi risultati, al momento non ottenibili dall’atleta, è un espediente per caricarlo da un punto di vista emotivo. Il grande risultato stimola certamente emozioni più forti e può creare una situazione emozionale favorevole e di grande carica. C’è da chiedersi se il gioco vale la candela perché poi questa situazione presenta il conto e per l’atleta emotivamente fragile può essere anche un conto salato nel senso che talvolta la delusione per il mancato risultato è più forte della carica ottenuta nella rincorsa al risaltato presunto.

A lungo andare l’atleta può perdere fiducia in se stesso e pensare di essere un buon atleta ma senza la condizione idonea per gareggiare. Grottesco, ma è meglio pensare di non essere un grande atleta che però in virtù di buone capacità di concentrazione e di forza di volontà riesce comunque ad ottenere risultati dignitosi.

Allora la capacità del tecnico deve essere quella di motivare questi risultati dignitosi e renderli entusiasmanti. Se l’unico risultato entusiasmante è il record del mondo allora l’unico modo che ho per portarti in gara è dirti che puoi fare il record del mondo ma poi, quando ti accorgi che invece non sei in grado di ottenerlo, casca il palco.

Al contrario, se riesco a convincerti che anche un risultato modesto ha un grande valore ho creato buoni presupposti perché poi, quando lo ottieni e pure senza ammazzarti di fatica, ti carichi perché capisci che sei solo all’inizio di un gioco che è già gratificante così e può esserlo ancora di più.

E’ il discorso che porta al grande abbandono dell’attività agonistica nell’età giovanile. Questi ritengono che abbia senso proseguire l’attività solo se si fanno risultati di primo livello. A tal scopo accelerano anche in modo poco fisiologico i ritmi di allenamento, nella speranza di giungere in tempi brevi al risultatone. Quando si rendono conto che il risultatone non arriva, o almeno non arriva in tempi brevi come si sperava, allora mollano tutto anche perché non ci stanno ad andare avanti così per altri lunghi anni.

L’attività sportiva deve essere gratificante e fisiologica, non deve dare il senso della precarietà e dell’emergenza perché se non si rispettano certi traguardi intermedi si è fuori dal giro.

Purtroppo uno di questi traguardi intermedi è decisamente reale e concreto in molti sport in Italia ed è quello dell’ingresso degli atleti nei famigerati gruppi sportivi militari. Dal mio punto di vista i gruppi sportivi militari andrebbero aboliti e sostituiti con qualcosa di meno ipocrita e più aderente alla realtà. Istituite delle borse di studio per atleti che vogliono fare sport in un certo modo ma non costringeteli a farsi assumere in corpi militari dei quali non gliene frega assolutamente niente di far parte e lo fanno solo per avere una copertura economica alla loro attività sportiva di alto livello.

La “mannaia” dei gruppi sportivi militari alla fine è controproducente perché produce uno sport di serie “A” ed uno di serie “B” già all’età di 19-20 anni quando l’atleta è ancora nel pieno della maturazione sportiva nel senso che chi ce la fa ad entrare nei gruppi sportivi militari riesce a barcamenarsi in un certo modo senza grandi preoccupazioni mentre chi non riesce ad entrare in quei gruppi è sempre lì a chiedersi se sta facendo sport in modo razionale o se invece sta solo perdendo tempo a caccia di sfide con atleti che si allenano due volte al giorno.

Nello sport vero tutti i risultati sono buoni e motivo più che valido per proseguire l’attività a pieni giri almeno fino a quando la maturazione fisica lo consente, è chiaro che se poi ci confrontiamo con le “mannaie” sociali possiamo anche essere tentati di bluffare e gasare al massimo l’atleta per fare in modo che ottenga risultati sensazionali anzitempo. Se poi non li ottiene, la grande delusione che può portare anche all’abbandono è dietro l’angolo ma questa non è una scelta per niente razionale e dettata solo da una situazione artificiale che è bene smontare presto.

Il risultato principale da ottenere è un amore per lo sport a prova di risultato deludente. Il più grande risultato è reagire con spirito olimpico anche ai risultati pessimi e quella è la vera maturazione agonistica alla quale auguro ad ogni atleta di arrivare. Presto però, perché molti di loro abbandonano già a sedici-diciassette anni.